Una questione sollevata da un gruppo di genitori preoccupati per la reazione negativa dei loro figli al nuovo menu introdotto da Palazzo Vecchio, che vedrebbe la presenza di "cibi non graditi dagli alunni", che salterebbero il pranzo "con gravi ripercussioni sia sul fronte nutrizionale, che su quello dello spreco di alimenti".La raccolta firme è coordinata da Forza Italia Firenze, "per ripristinare il menu tradizionale nelle mense scolastiche". Stamattina il coordinatore cittadino di FI, Marco Stella insieme ad alcuni militanti ha raccolto 118 firme, che sommate alle 270 raccolte nei giorni scorsi, vede già quasi 400 firme apposte in calce alla petizione per "il ripristino di pietanze a misura di bambino".
"Sfidiamo l’assessore alla Pubblica Istruzione, Cristina Giachi ad andare tutti assieme a mensa e assaggiare i piatti con i bambini - dichiara Stella -. Lì si renderà conto che ci sono sprechi di cibo e che i ragazzi rimandano indietro le pietanze con percentuali che vanno dal 70 all’80 per cento. Questa non è una battaglia politica, ma culturale. Si possono educare i bambini a mangiare sano senza imporre piatti che non incontrano il loro gusto, senza obbligarli a mangiare cibi sgraditi. L'assessore ci ascolti: non può continuare sulla sua strada senza tenere conto della realtà, di quelle che sono le scelte delle mamme e degli studenti. Noi proseguiamo a raccogliere le firme per ottenere un ritorno al menu tradizionale".
Stella ha spiegato che "Questa battaglia la stiamo facendo per i bambini, serve libertà di scelta quando si parla di cibo per i nostri figli. Invece - accusa - è in atto una sorta di imposizione che ci appare dettata più dall'ideologia che da reali necessità nutrizionali. Non si spiega altrimenti come mai in altri Comuni della Toscana o del resto del Paese compaiano piatti come il pollo arrosto, la carne rossa, la pasta al ragù, che invece a Firenze sono stati aboliti, e rimpiazzati con pietanze come la vellutata di zucca e quinoa, la zuppa di cipolle e il riso con i porri (solo per fare un piccolo esempio) che i bambini non gradiscono e rimandano indietro. È intollerabile vedere tanti ragazzi tornare affamati a casa il pomeriggio e compensare con la merenda il mancato pranzo a scuola”.