Firenze - "Da una situazione che si presenta come problematica e potenzialmente conflittuale può nascere invece una buona occasione di dialogo tra culture diverse, ma ugualmente degne di rispetto". A dichiararlo, interpellata dalla Dire, è la presidente del museo Casa di Dante di Firenze, Cristina Manetti, commentando quanto accaduto a Treviso dove, in una scuola media, due studenti sono stati esentati dal seguire le lezioni sulla Divina commedia a causa dei risvolti religiosi dell'opera. Una notizia che ha attizzato forti reazioni politiche, amplificate dal clima pre-elettorale di queste settimane. Tensioni che Manetti invita, invece, a stemperare recuperando quello che è il merito culturale ed educativo della questione.
Andando dritta al punto evidenzia: "Il fatto che Dante, uomo dell'Europa cristiana formatosi nel Duecento che scrive a inizio Trecento, ponga Maometto tra i seminatori di scismi, è solo tipico della sua epoca, per lui il pensiero musulmano era solo una scelta o eresia divisiva rispetto al cristianesimo, mentre mostra il suo rispetto per quella cultura e per quella civiltà inserendo il personaggio del Saladino nel castello illuminato che accoglie i nobili magnanimi del limbo". È il castello appunto degli 'spiriti magni' dove, d'altronde, Saladino alloggia in ottima compagnia di sovrani latini, scrittori, ma anche filosofi da Aristotele ad Averroè: pagani virtuosi che si sono distinti in vita per meriti morali e intellettuali. Pertanto, è il messaggio in bottiglia che lascia la presidente della Casa di Dante, "non è il caso di fare della questione uno scontro politico, culturale e di civiltà, ma piuttosto una proficua occasione di dialogo interculturale".
"Sono sconvolta ed indignata per la decisione di 'censurare' la Divina Commedia in una scuola di Treviso, in quanto offenderebbe l'Islam. Si tratta di una scelta assurda e diseducativa, che ottiene peraltro un risultato opposto a quello che si sarebbe prefissata, creando divisioni laddove non ne sentivamo il bisogno" afferma l'on. Rosa Maria Di Giorgi, ex Vicepresidente del Senato e candidata alle elezioni europee nella Lista Stati Uniti d'Europa, Circoscrizione Italia Centrale "Compito degli insegnanti sarebbe quello di spiegare e contestualizzare, non quello di legittimare e fomentare incomprensioni. Sono stata per anni assessore all'istruzione del Comune di Firenze e so bene quanto la scuola sia centrale nel favorire l'integrazione tra culture, che però deve nascere dal rispetto reciproco, non dalla negazione e dalle censura" aggiunge Di Giorgi che conclude: "Chiediamo pertanto, con rispetto ma fermamente che la direzione scolastica torni sui propri passi".