I due giorni più intensi saranno quelli in prossimità dell’esatto anniversario:
Il 18 luglio Adelphi, la casa editrice che sta ri-pubblicando tutto Malaparte dopo anni di oblio, sarà ospite della Biblioteca Lazzerini per l’incontro Un autore, un editore. L’eredità Malaparte: una conversazione con Matteo Codignola e Cristiano de Majo condotta da Chiara Mannocci.
Matteo Codignola è scrittore, traduttore ed editor, e lavora da molti anni per la Adelphi. Ha tradotto, tra gli altri, libri di Patrick McGrath, Mordecai Richler, Patrick Dennis e John McPhee. Ha pubblicato Un tentativo di balena (Adelphi, 2008), Mordecai (Adelphi, 2011) e Un tocco di focaccia (Slow Food, 2013). Scrive di tennis e altri passatempi - meno appassionanti - per Rivista 11 e GQ.
Cristiano de Majo, giornalista e scrittore, è caporedattore di Rivista Studio. Ha scritto per la Repubblica, Internazionale, IL Magazine. Ha insegnato scrittura creativa e ideato un corso di scrittura non fiction con la Scuola Holden e Scuola del Libro. È autore di 4 libri, l'ultimo dei quali è Guarigione (Ponte alle Grazie, 2014). I due intellettuali dialogheranno con l’appassionata studiosa pratese Chiara Mannocci, che nel suo percorso di ricerca ha approfondito il legame che unisce Malaparte alla letteratura europea del XX secolo.
Il giorno esatto della morte – ovvero il 19 luglio - un doppio, imperdibile, appuntamento.
Al mattino, si terrà la Passeggiata a Spazzavento: una camminata al mausoleo di Malaparte sul Monte Le Coste, lungo il segnavia CAI n° 10, in collaborazione con il CAI di Prato.
Malaparte morì a Roma ma dopo una vita errabonda e con una sola, vera, seconda patria – Parigi – fece in modo di tornare nella sua città natale con la quale aveva mantenuto un legame, letteralmente, viscerale.
Il ritrovo è a Villa Filicaia alle ore 7 per salire a Spazzavento e partecipare alla tradizionale cerimonia della deposizione della corona sulla tomba di Malaparte. Il rientro a Santa Lucia è previsto per le ore 12 circa.
La camminata è resa possibile dalla manutenzione straordinaria operata sul sentiero nel corso di quest’anno e resa possibile dalla collaborazione fra il CAI ed il Comune. «Un ricordo particolare va a Fiorenzo Gei, il presidente del Cai Prato recentemente scomparso - sottolinea il vicepresidente Lorenzoni - che insieme ai suoi amici dedicava il suo giorno libero dal lavoro alla ripulitura e alla manutenzione del sentiero per Spazzavento, un'opera che prestava gratuitamente e volontariamente. Anche grazie a lui, insieme al Comune di Prato, oggi il percorso è fruibile da parte di tutti».
La sera dello stesso 19 luglio, la produzione originale di Sandro Veronesi per l’anniversario malapartiano: sul palco della Corte delle Sculture della Lazzerini, lo scrittore terrà la sua lectio magistralis sul testamento spirituale di Malaparte, ovvero su Mamma Marcia, uscito postumo, testo privato e pubblico, letterario e politico, immaginifico e sanguigno.
Mamma Marcia è un’incompiuta e proprio questa incompiutezza permette di nuotarci dentro liberamente, per trovarvi le perle che contiene ed estrarle direttamente, senza dover sottostare alle sue condizioni. La lettura ragionata di questo libro è l’oggetto della lectio di Sandro Veronesi, pratese come Malaparte, europeo come Malaparte, che si immedesima nello scrittore mentre assiste impotente a due catastrofi: la vecchia madre pratese che finisce di vivere e la giovane Europa post-bellica che comincia a morire.
Dopo una prima anticipazione della rassegna, che lo scorso venerdì 16 giugno ha visto protagonista a Palazzo Datini Lucrezia Ercoli, docente dell’Accademia di belle Arti dell’Aquila e direttrice del Festival “Popsophia”, con una brillante conferenza dal titolo Libero in prigione. La filosofia di Malaparte, le iniziative dedicate al poliedrico intellettuale pratese proseguono con due conferenze che si terranno sempre a Palazzo Datini, organizzate in collaborazione con la Casa Pia dei Ceppi e la Sezione di Prato della SFI, che hanno lo scopo di stimolare la lettura o rilettura di quei testi di Malaparte che mettono in luce alcuni aspetti del suo percorso culturale come la sua “filosofia” o la sua “estetica implicita” o la sua partecipazione ad alcune vicende significative dell’epoca.
Nei dettagli, venerdì 30 giugno alle ore 21 Giuseppe Panella, docente della Scuola Normale Superiore di Pisa parlerà delle categorie estetiche di Malaparte nell’incontro dal titolo Lo choc, l’orrore, il surreale. Nel suo libro del 2015 dedicato all’estetica dello choc in Malaparte, Panella cerca di dimostrare come al centro della produzione malapartiana vi siano una serie di concetti estetici che non appartengono alla dimensione tradizionale del Bello ma che da essa si distanziano notevolmente.
Partendo dalla categoria centrale del Sublime, si possono infatti rintracciare alcune nozioni come l’Orrore o lo Spaventoso o il Grottesco che da esso derivano attraverso la mediazione di autori e correnti letterarie. L’ultimo incontro a Palazzo Datini si terrà venerdì 14 luglio, sempre alle 21, e vedrà protagonista Walter Bernardi che parlerà di Malaparte fra Coppi e Bartali.
Un mito letterario del Novecento sui pedali. Malaparte amava infatti il ciclismo e considerava la bicicletta un mezzo di locomozione privilegiato. I suoi reportages su Coppi e Bartali rappresentano ancora oggi un modello di ricerca antropologica sul campo. Walter Bernardi, autore di un testo popfilosofico proprio sulla bicicletta e la sua tensione umana e conoscitiva ( La filosofia va in bicicletta, Ediciclo), è la persona più adatta a cogliere Malaparte sotto questa sua inedita angolatura descrittiva e umana. Infine, da oggi e fino al 31 luglio, nelle vetrine espositive della Lazzerini sarà allestita la mostra bibliografica Il profumo dei testi: le prime cento parole delle opere di Curzio Malaparte che si propone di seguire il multiforme percorso creativo dello scrittore pratese, dalle sue prime prove letterarie fino alle più recenti edizioni di inediti e alle ristampe straniere, testimonianza di un successo, non solo nazionale, che appare senza tempo, in maniera quasi inesplicabile se solo si pensa a come siano stati presto dimenticati vari “pezzi forti” del nostro Novecento letterario.
I libri malapartiani, esposti in ordine cronologico, vanno da Viva Caporetto! del 1921 fino a Il compagno di viaggio, progetto di romanzo e poi soggetto per un film che Malaparte non poté girare a causa della malattia, inedito in volume fino al 2007. Molte opere sono esposte nella prima edizione e provengono tutte dalle collezioni della Biblioteca comunale.
Ognuno degli oltre trenta volumi malapartiani è accompagnato dalla trascrizione delle prime cento parole del testo, un modo per entrare subito “dentro” l’opera, scoprendone nello stesso momento l’argomento, il tono, lo stile. La mostra è curata da Stefano Franceschini, con la collaborazione di Marco Calamai, Roberto Poggiolini e Gianna Salemi
Accanto ai libri di Malaparte scorrono le immagini del classico video documentario Prato come me: atmosfere malapartiane, promosso e realizzato nel 2007 dall’Amministrazione comunale, dal Museo del Tessuto e dalla Rai.
Tutte le iniziative sono a ingresso libero