(DIRE) Firenze, 26 mar. - Centoventi appuntamenti, tra cui sei opere, e oltre due mesi di programmazione ininterrotta grazie anche al coinvolgimento di 70 istituzioni culturali. Sono i numeri piu' significativi dell'81° festival del Maggio musicale fiorentino (dal 5 maggio al 13 luglio), presentato a Palazzo Vecchio. "Un festival diffuso, lungo", spiega il sovrintendente del teatro Cristiano Chiarot. Si va, partendo dalla coda del cartellone, dal Macbeth di Verdi diretto da Riccardo Muti in forma di concerto per celebrare il cinquantesimo anniversario del suo debutto a Firenze (dall'11 al 13 di luglio), alla Dafne di Marco da Gagliano diretta da Federico Maria Sardelli (25, 27, 29 giugno) con la regia di Gianmaria Aliverta nella grotta del Buontalenti all'interno del giardino di Boboli.
"Emblema" della rassegna, sottolinea Chiarot, sara' anche la giornata inaugurale, costellata di eventi in piu' zone della citta'. Si parte a mezzogiorno con l'esibizione di ottoni sotto la loggia dei Lanzi in piazza Signoria, un concerto alla fondazione Zeffirelli, una maxi coreografia con 180 di ballerini anche non professionisti, 'Firenze ballo 1944 - Grande adagio popolare', creata da Virgilio Sieni in piazza Gui, davanti al teatro del Maggio.
Uno spettacolo che accompagnera' la prima, Cardillac di Hindemith. La giornata inaugurale si chiudera' con i fuochi di artificio, scoppiati sempre in piazza Gui. Nella girandola di appuntamenti della prima giornata anche una lectio magistralis del giornalista Bernardo Valli su "Tragedie e progressi del Novecento" nell'aula magna dell'universita'. Titolo dell'81^ edizione del festival del Maggio sara' "Dialoghi ai confini della liberta'" e nell'occasione il manifesto e' stato realizzato dall'artista Mimmo Paladino.
Perche', spiega il sovrintendente Cristiano Chiarot, sara' una manifestazione che avra' "grande attenzione anche alla danza e alla musica contemporanea". Quello del Maggio, sottolinea il sindaco Dario Nardella, presidente dell'ente lirico, "e' un nuovo corso, perche' presentiamo un festival concentrato, senza interruzioni, inedito e fatto con un gran gioco di squadra. Una sorta di sinfonia delle istituzioni culturali fiorentine".
Per Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, "la cifra piu' importante del festival e' rappresentata dall'elenco delle collaborazioni". Una lista "lunghissima che mira a costruire una rete della cultura, di soggetti e di persone". Anche per questo la Regione "continuera' a dare il proprio contributo e il sostegno". Durante la presentazione del cartellone e' stato letto anche un messaggio di Zubin Mehta, assente per motivi di salute, in cui promette: "Ci vediamo in giugno", quando salira' sul podio per dirigere 'Il Prigioniero' di Luigi Dallapiccola.
Il maestro, lo saluta Chiarot, "si prenda tutto il tempo per poter guarire. Noi siamo qui che l'aspettiamo perche' il Maggio e' la sua casa".
Nei rapporti con il nuovo governo "dico che l'obiettivo e' salvaguardare il comparto, fondamentale per economia italiana: rappresentiamo un segmento di Pil, soprattutto per alcune citta'". Lo sottolinea Cristiano Chiarot, il sovrintendente del Maggio musicale fiorentino e presidente dell'associazione nazionale fondazioni lirico sinfoniche, a margine delle presentazione dell'81° festival del teatro. "Ci batteremo per avere risorse per la cultura. In Italia abbiamo i contributi piu' bassi d'Europa e la lirica italiana e' un simbolo del nostro Paese nel mondo".
Sia nel 2017 che per il 2018 "siamo riusciti a mettere in equilibrio i conti senza poste straordinarie, e questo e' importante". Tuttavia "come piu' volte osservato, abbiamo bisogno di ripatrimonializzare la fondazione per far fronte non alla spesa corrente, che e' sotto controllo, ma al pagamento dei debiti", tra questi i circa 8,5 milioni di forniture, oltre 2,8 milioni agli artisti. Lo spiega il sovrintendente del Maggio musicale Cristiano Chiarot a margine della presentazione.
E' necessario "mettere in sicurezza il patrimonio, con una ricapitalizzazione su cui stiamo ragionando con Comune e Regione". Cosi', per il fabbisogno, "servono 5 o 6 milioni di euro e non a conto economico, ma in conto capitale". Va in questa direzione, svela Chiarot, "la colonica in collina che ci assegnera' il Comune" e che la fondazione stima di vendere per 2-3 milioni. La Regione, poi, "ci sta assegnando altri fondi". Anche per il sindaco di Firenze Dario Nardella, presidente della fondazione lirica, "la fase di risanamento si e' stabilmente incardinata" e ora resta da attendere "il via libera all'ultima versione del piano" triennale "da parte del ministero dei Beni e le attivita' culturali".
Su questo fronte, quindi, "siamo ottimisti. Questo grazie ad un attento controllo dei conti, ma anche al contributo che dall'anno scorso arriva dalla Citta' metropolitana: 1,5 milioni in piu'" che si aggiungono agli stanziamenti pubblici gia' in essere: 4,5 milioni all'anno del Comune e 3,2 dalla Regione.
(Dig/ Dire)