Firenze, 30 gennaio 2022 – Dopo i due concerti di Marc Albrecht e Ingo Metzmacher e l’opera inaugurale La finta semplice andata in scena al Teatro Goldoni, il Festival di Carnevale del Maggio prosegue con un concerto straordinario dedicato a uno dei più celebri figli di Firenze: Giovanni Battista Lulli.
Sul podio della Sala Mehta, domenica 5 febbraio ore 17, alla guida dell’Orchestra del Maggio e del Coro da Camera Ricercare Ensemble, il maestro Federico Maria Sardelli, fra i più autorevoli interpreti a livello internazionale delle opere del musicista fiorentino poi naturalizzato francese.
In cartellone un ricco programma, con ben tre componimenti di Lulli anticipati da una composizione di Sardelli in prima esecuzione mondiale: la Suite composée à la mémoire immortelle de l'incomparable M:r De Lully per orchestra. A questa seguono: Passacaille d'Armide, LWV 71: "Les Plaisirs ont choisi pour asile" per soli, coro e orchestra; Omnes gentes LWV 77/10, petit motet per 2 soprani, basso e basso continuo e, in chiusura, il magnifico Te Deum LWV 55, grand motet per soli, piccolo coro, grande coro e orchestra.
Sei i solisti al fianco di Federico Maria Sardelli nel corso della serata: Elena Bertuzzi, Dessus; Rui Hoshina, Dessus; Emma Alessi Innocenti, Bas-dessus; Aco Bišćević, Haute-contre; Alessio Tosi, Taille; e Mauro Borgioni, Basse.
Il maestro del “Coro da Camera Ricercare Ensemble” è Romano Adami.
Il concerto è svolto in collaborazione con l’Istituto Giovanni Battista Lulli, fondato il 28 novembre scorso in occasione dei 390 anni dalla nascita del grande compositore fiorentino e diretto dallo stesso Federico Maria Sardelli, che festeggia con la serata del 5 febbraio proprio la sua inaugurazione ufficiale.
“Eseguire un concerto davanti al grande pubblico di un autore poco conosciuto come Lulli mette di fronte a una grossa responsabilità, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei brani da eseguire – ha detto il maestro Sardelli parlando del programma del concerto - da ‘pescare’ nel suo repertorio: ho cercato così di ‘suddividere’ il programma in due parti principali. La prima, profana, e la seconda parte dello spettacolo che è invece rivolta alla musica sacra di Lulli.
Dopo il mio ‘piccolo omaggio’, che non rientra naturalmente nei criteri di selezione del cartellone, c’è un esempio di opera con la grande Passacaille d'Armide, un pezzo breve ma ricco di forza ed estremamente commovente, rappresentativa delle classiche tragédie lyrique lulliane, davvero rappresentativa del musicista. Poi la seconda parte dello spettacolo volgerà verso il Lulli ‘sacro’, un capitolo importante nella sua produzione rappresentato con i due ‘poli’, ossia il petit motet e il grand motet.
Sono davvero deliziosi, microcosmi di affetti con dei testi para-liturgici in cui le voci cantano prima insieme, salvo poi avere il solo piccolo recit finale come se fossero dei personaggi di un ‘micro-dramma’ per musica. Infine, il Te deum meraviglioso, canto del cigno per Lulli che fa perfettamente intendere come fosse bello il grand motet lulliano, anche nella sua struttura stessa, oltre alla gloria fastosa e tracotante sfumata da momenti di enorme intimità, che fanno capire la grandezza compositiva di questo musicista.”
Federico Maria Sardelli ha continuato per poi chiosare sul Te Deum: “Eseguiremo dunque delle pagine musicali di una bellezza straordinaria; anche se so di essere ‘partigiano’ nel dirlo. Giovanni Battista Lulli è un compositore fiorentinissimo ma di cui in Italia ci siamo quasi dimenticati: fra i brani del concerto del 5 febbraio spicca il grandioso Te Deum, forse il momento clou della serata e composto nel 1677 per solennizzare il compleanno di Re Luigi XIV, per solisti piccolo e grande coro e orchestra e che costituì in parte l’evento ‘funesto’ della vita del compositore che, colpendosi sul piede con il grande bastone con cui dirigeva, durante un concerto celebrativo per una guarigione quasi miracolosa da una malattia di Luigi XIV, si causò una brutta ferita, che in breve tempo s’infetterà, portandolo alla morte nel 1687.”
Tornano dunque dopo pochi mesi al Maggio il maestro Sardelli e Giovanni Battista Lulli (o Jean Baptiste-Lully nel suo nome francese), di nuovo ‘insieme’ dopo le applaudite recite di Acis et Galatée, opera conclusiva dell’84º Festival del Maggio Musicale andata in scena lo scorso luglio con la regia di Benjamin Lazar.
Federico Maria Sardelli è inoltre fra i più autorevoli interpreti italiani del repertorio barocco: ha fondato nel 1984 l'orchestra barocca “Modo Antiquo” con cui svolge attività concertistica in tutta Europa sia in veste di solista che di direttore nei maggiori festival di musica antica. Direttore principale ospite dell'Orchestra Filarmonica di Torino, il maestro Sardelli ha diretto in alcuni dei principali teatri d’Europa come il Concertgebouw di Amsterdam, il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Real Filarmonia de Galicia e l'orchestra della Fondazione arena di Verona.
Ha inciso numerosi dischi per etichette come Naïve e Deutsche Grammophon. Ha al suo attivo più di quaranta pubblicazioni discografiche, sempre in veste direttore e di solista; importantissima la sua ricostruzione e prima incisione dei Concerti Grossi op. VI di Corelli. Nel Febbraio del 1997 ha ricevuto a New York, per il suo disco “Vivaldi, Concerti per molti Stromenti”, la nomination ai Grammy Awards, il massimo riconoscimento per l'attività discografica; nel 2000 una seconda nomination è giunta a premiare la sua ricostruzione dei Concerti Grossi di Corelli.
Il concerto è in collaborazione con l’Istituto Giovanni Battista Lulli, fondato il 28 novembre scorso in occasione dei 390 anni dalla nascita del grande compositore fiorentino e diretto dallo stesso Federico Maria Sardelli, che festeggia con la serata del 5 febbraio proprio la sua inaugurazione ufficiale. A questo proposito Sardelli ha detto: “Insieme al mio amico e ‘discepolo’ Samuele Lastrucci, abbiamo deciso di fondare l’Istituto Giovanni Battista Lulli per promuovere la conoscenza e la musica di questo grande musicista.
Fondando questo Istituto ho voluto in parte accelerare i tempi sulla riscoperta di Lulli, anche perché ancora i documenti fiorentini sulla prima parte della sua vita, qui a Firenze, sono ancora molto laconici. Questo concerto del 5 febbraio, dopo lo spettacolo estivo di Acis et Galatée andata in scena a luglio, rappresenta la seconda tappa di questa nuova rinascita di Lulli. Abbiamo già un contatto con l'Ensemble musique baroque de Versailles, che già ci sostengono fornendoci le loro partiture delle edizioni critiche e verranno qui a fare delle masterclass.
Abbiamo inoltre un bel legame con l’Istituto Francese di Firenze, e domenica avremo il piacere di ospitare al concerto il nuovo console.”