Firenze, 26 giu. - Gli Uffizi più l'Accademia di Firenze, in un unico maxi polo museale. E' la strada tracciata dal ministro dei Beni Culturali Albero Bonisoli al termine di un convegno organizzato dal Club Ambrosetti proprio all'interno degli Uffizi. "Di due direzioni se ne farà una. L'Accademia manterrà l'autonomia scientifica, ci sarà quindi un comitato scientifico che si occuperà specificatamente del museo, e ci sarà una regia generale di quello che sarà" un polo composto "dagli Uffizi più l'Accademia".
Una regia generale, quindi con "un unico direttore". Sarà Eike Schmidt, l'attuale vertice degli Uffizi in scadenza il prossimo autunno? "Avremo un posto da direttore, dobbiamo trovarlo", risponde ai giornalisti glissando sulla domanda. Lo stesso Schmidt, interpellato sull'argomento, risponde: "Non stiamo giocando a carte", si affretta a dire il diretto interessato ai giornalisti. Queste, spiega, "sono decisioni strategiche. Chiederlo a me sarebbe come chiedere ad un generale territoriale dei carabinieri un commento su una decisione strategica del comando generale". Per Schmidt "i colonnelli, ovvero i direttori di seconda fascia, e i generali, quelli di prima, sentono quello che gli viene comandato ma non è certo nostro compito inserirci in decisioni strategiche, quantomeno quando sono solo questioni ipotetiche", conclude.
A Nardella, sindaco di Firenze, che ha espresso tutto il suo disappunto per la riforma che sta venendo fuori, il ministro Bonisoli fa sapere: "Nardella mi scrive. Bene, prima di commentare dovrò leggere" la lettera annunciata dal coordinatore Anci delle metrocittà. Bonisoli al sindaco di Firenze manda un messaggio inequivocabile: "La riforma va avanti", anche perché "alcune reazioni sono state fatte un po' troppo alla leggera.
Prima di parlare, almeno io, cerco di documentarmi", visto che ai primi provvedimenti fatti "ne seguiranno altri.Secondo me, quindi, la valutazione deve esser fatta complessivamente". Detto questo, spiega il ministro al termine del convegno organizzato agli Uffizi dal club Ambrosetti, "sono molto favorevole all'autonomia dei musei: per quanto mi riguarda, in futuro ci saranno più musei autonomi rispetto ad oggi. Questo non vuol dire, però, che autonomia significhi anarchia e casino.Ci vuole un minimo di armonizzazione ed è la ragione per cui, come tutte le aziende che hanno un'articolazione sul territorio, ci sarà una regia centrale su come girano i soldi e su come vengono prese le decisioni".
Questa, spiega Bonisoli, è una delle due criticità più importanti emerse nel confronto con tutte le parti interne al ministero. L'altra, spiega, "è la difficoltà a spendere". Il ministero, in pratica, "non riesce a spendere", perché "non abbiamo abbastanza persone nei reparti amministrativi e soprattutto non c'è una gestione centralizzata di alcune grandi gare. Di fatto, quando ci capitano, dobbiamo darle ad Invitalia.Questo vuol dire che non c'è accumulo di esperienza all'interno del ministero, ed e' questa la ragione per cui vogliamo avere una direzione generale che si occupi di questo".
L'organico, conclude, "verrà aumentato. Abbiamo diverse migliaia di posti che stanno per essere banditi: 1.250 adesso e alcune migliaia il prossimo autunno".
"Ogni giorno il ministro ne inventa una" ma "non si possono utilizzare i musei del Paese come fossero Lego", replica Nardella che soprattutto torna a chiedere "un confronto reale con i sindaci delle grandi città, a cominciare dalle città d'arte".Così, come annunciato in mattinata, "oggi partirà una lettera mia e del presidente dell'Anci Decaro nella quale, con il massimo rispetto, chiediamo al ministro un confronto sospendendo l'iter della riforma". Per il primo cittadino "indebolire l'autonomia dei musei statali è negativo, cosi' come il declassamento dell'Appia Antica, villa Giulia e l'Accademia. Inoltre la centralizzazione eccessiva, unita ad una forte burocratizzazione dei procedimenti su prestiti, vincoli ma anche su appalti e contratti, sono elementi che rallentano l'azione complessiva del ministero".
Per il Partito Democratico, quella di accorpare l'Accademia di Firenze agli Uffizi "è una scelta incomprensibile, schizofrenica, dettata solo dalla volontà di aumentare qualche direttore al Collegio romano. Quella del ministro Bonisoli si conferma una riforma sbagliata e centralista che mina l'autonomia anche scientifica dei musei italiani". E' questo il commento del Partito democratico alla notizia data oggi a Firenze dal ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, di unire l'Accademia di Firenze, che con la riforma del Mibac ha perso la sua autonomia, agli Uffizi.
"Costituire un polo unico fra Uffizi e Accademia, mettendo insieme due musei che attraggono oltre 4 milioni di turisti ogni anno non ha senso. E' solo una mania elefantiaca che svilisce le peculiarità delle due offerte culturali e le consegna alla indistinta gestione accentrata di un capo unico che ne svuoterà autonomia e caratteristiche". Cosi' il deputato Gabriele Toccafondi boccia la scelta che il ministro ai Beni Culturali Alberto Bonisoli ha annunciato a Firenze. "Unire il primo è il secondo museo d'Italia per numero di visitatori - aggiunge- ha solo una ragione: punire Firenze per motivi politici.
Dovevano dare un segnale politico contro la città e ci sono riusciti". Per Toccafondi "la controriforma di Bonisoli è contro le autonomie, contro i prestiti, crea una figura di un super dirigente con piu' poteri del ministro, per centralizzare tutto. E Bonisoli per di più sta facendo tutto questo senza sentire nessuno ad iniziare dal Parlamento".Sull'Accademia, intanto, Rosa Maria Di Giorgi del Pd annuncia un'interrogazione alla Camera "per chiedere quali siano i criteri e i parametri utilizzati per l'avvio del processo di declassamento" del museo e se il ministro "non intenda avviare un confronto con il settore".
Ma anche in che modo intenda "garantire i lavori di ristrutturazione dell'Accademia".