La febbre del Caravaggio contagia anche Firenze

Mentre è in corso a Roma la mostra maggiore, sino 6 luglio a Palazzo Barberini, si annuncia quella a Villa Bardini

Redazione Nove da Firenze
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11 Marzo 2025 06:25
La febbre del Caravaggio contagia anche Firenze

Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti”, dal 27 marzo al 20 luglio a Villa Bardini a Firenze, a cura di Cristina Acidini e Claudio Paolini, è un affascinante viaggio alla riscoperta di una coppia - lui storico dell'arte, lei scrittrice e traduttrice - che riunì un cenacolo di artisti e intellettuali che hanno plasmato il 900 italiano. La mostra viene proposta dalla Fondazione CR Firenze in collaborazione con la Fondazione Longhi per ammirare capolavori come “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio, gli “Apostoli” di Jusepe de Ribera o l’emozionante sequenza di 10 Morandi intimi, creati dall'artista bolognese, regalati in occasioni diverse a Roberto Longhi e alla fortunata padrona di casa.

La mostra, oltre a essi riunisce 40 dipinti, tra disegni e acquarelli, nuclei rilevanti di fotografie originali e di documenti d’archivio che testimoniano la frequentazione della coppia con Ungaretti, Bassani, Pratolini, Gadda, Pea, Bigongiari, Pasolini, tra i molti amici letterati e scrittori, o con de Pisis, Socrate, Guttuso, Mafai, oltre al già citato Morandi, tra i tanti artisti.

In queste stanze è stata “rivoluzionata” la storia dell’arte, con la riscoperta del nostro Seicento, grazie al lavoro di Longhi su Caravaggio e altri, e di Lucia Lopresti, che, come nome de plume, aveva assunto quello di Anna Banti, su Artemisia. Memorabile la mostra che nel 1951 a Palazzo Reale di Milano, Longhi dedicò a Caravaggio, accendendo i riflettori su un pittore caduto nell’oblio. Fu un successo storico, sancito da più di 400 mila visitatori.

Ma la febbre del pittore maledetto si estende a tutta la città, a teatro e al cinema.

Approfondimenti

Il balletto “Caravaggio” è atteso come evento speciale del Festival del Maggio, per la prima volta in Italia dopo il debutto nel 2008 in Germania. Nell’ambito della 87^ edizione, lo spettacolo di Mauro Bigonzetti con Roberto Bolle, è una produzione della fondazione musicalecon il supporto del Ministero della Cultura. Le recite sono in cartellone il 9 e il 10 alle 20 e l’11 maggio.

Intanto a Roma è iniziata nei giorni scorsi e sarà visitabile sino al 6 luglio 2025 Palazzo Barberini la grande mostra che racconta la forza innovatrice di Caravaggio nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo,, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon.

E' uno dei progetti più ambiziosi mai dedicati alla pittura di Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610): con ventiquattro dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali la mostra di Palazzo Barberini offre un percorso tra opere difficilmente visibili e nuovi accostamenti,in uno dei luoghi simbolo della connessione tra l’artista e i suoi mecenati.

Riunendo alcuni dei dipinti più celebri, la mostra di Roma propone una nuova e approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale operata dal Maestro lombardo, esplorando, in un contesto senza precedenti per ampiezza e straordinarietà, l'innovazione che introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo. L’esposizione rappresenta un’opportunità unica per riscoprire l'arte di Caravaggio in chiave nuova, in un percorso espositivo che integra scoperte, riflessioni critiche e un confronto ravvicinato tra i suoi capolavori: non solo un tributo al genio dell’artista, ma una vera occasione di indagine sulla profonda influenza che ha esercitato sull'arte coeva e successiva e sull’immaginario collettivo contemporaneo.

Tra le opere in esposizione un posto speciale è senz’altro occupato dal Ritratto di Maffeo Barberini, pubblicato da Roberto Longhi nel 1963 e mai esposto al pubblico fino a pochi mesi fa, dall’Ecce Homo recentemente riscoperto (2021), che torna in Italia dopo quattro secoli, e dalla prima versione della Conversione di Saulo della cappella Cerasi, difficilmente accessibile poiché conservata in una dimora privata.

Accanto al San Francesco in meditazione, al San Giovanni Battista, alla Giuditta e Oloferne e al Narciso, parte della collezione permanente delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, troviamo alcuni capolavori che “tornano a casa”: i Bari, i Musici e la Santa Caterina d’Alessandria, che Antonio Barberini acquistò nel 1628 dalla collezione del cardinal del Monte.

Il percorso, articolato in quattro sezioni, guida il pubblico alla scoperta dell’intera parabola artistica del Merisi, coprendo un arco cronologico di circa quindici anni, dall’arrivo a Roma intorno al 1595 alla morte a Porto Ercole nel 1610.

Tornando a Firenze, proprio in questi giorni, è in programmazione al cinema Astra (martedì 11 marzo ore 15.30, mercoledì 12 marzo ore 17.30, giovedì 13 marzo ore 19.00) “Il Caravaggio perduto” del regista Alvaro Longoria, la storia di un quadro che, appeso per tanti anni in un salotto di Madrid, si rivela essere una delle opere dormienti più ricercate al mondo. Il film è un viaggio, attraverso diverse città europee e italiane, che illustra alcune delle meravigliose opere di Michelangelo Merisi e ci aiuta a comprendere quelle particolarità che lo hanno reso uno dei pittori più importanti e rivoluzionari della storia. Il documentario racconta anche l'affascinante e misterioso mondo dei "dormienti", ovvero quelle opere d'arte di enorme valore che restano nascoste o erroneamente non classificate come tali.

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