Incontro con Agnese Pini, autrice di Un autunno d’agosto, a Lucignana

La presentazione è in programma anche sabato 1° luglio alle ore 18.15 al Museo della resistenza di Sant’Anna di Stazzema

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2023 22:47
Incontro con Agnese Pini, autrice di Un autunno d’agosto, a Lucignana

Venerdì 30 giugno, alle ore 18.30, Agnese Pini è ospite della Libreria sopra La Penna di Lucignana (Lu), per il festival Little Lucy, a cura di Alba Donati e Pierpaolo Orlando, organizzato da Fenysia – Scuola dei linguaggi della culturaL’autrice, autorevole firma del giornalismo italiano, parlerà del suo libro edito da Chiarelettere, in dialogo con Massimo Marsili, “Un autunno d’agosto. L’eccidio nazifascista che ha colpito la mia famiglia. Una storia d’amore mentre la guerra torna a fare paura”.

Lo scenario è quello di una delle peggiori stragi nazifasciste compiute durante la seconda guerra mondiale lungo la Linea gotica, a San Terenzo Monti, una frazione del Comune di Fivizzano, in Lunigiana. In quel piccolo borgo, al confine fra la Toscana e la Liguria, fra il 17 ed il 19 agosto del 1944 vennero trucidati 159 civili, fra cui donne e bambini. Mentre la narrazione del primo romanzo civile della giornalista Agnese Pini prende spunto proprio dalle vicende familiari che sono legate alla storia di quel paesino.

Il volume verrà presentato anche sabato 1° luglio alle ore 18.15 al Museo della Resistenza del Parco nazionale della Pace di Sant’Anna. Dopo i saluti istituzionali da parte del sindaco di Stazzema Maurizio Verona, l’autrice dialogherà con il Procuratore Marco De Paolis, che ha seguito i processi ai responsabili nazisti delle stragi di Sant'Anna e di San Terenzo.

Agnese Pini, da agosto 2019 direttrice de “La Nazione”, è la prima donna ad aver ricoperto questo ruolo in oltre 160 anni di storia del quotidiano. Da un anno ha assunto anche la direzione de “Il Resto del Carlino”, “Il Giorno” e “Quotidiano Nazionale”. Ha deciso di ripercorrere quella triste pagina di storia, quella di San Terenzo Monti che è simile a molte altre accadute lungo la Linea verde, come appunto quella di Sant’Anna, partendo dalle vicende della sua famiglia, con taglio fortemente narrativo e personale, e una galleria di personaggi che diventano romanzeschi per la forza e l’umanità della narrazione.

La strage di San Terenzo Monti è strettamente e dolorosamente legata a quella compiuta il 12 agosto a Sant'Anna di Stazzema. Delle 159 vittime, 53 uomini adulti erano stati rastrellati dalla stessa "Reichsführer" una settimana prima a Valdicastello, nel corso dell'operazione culminata nella strage di Sant'Anna. Agnese Pini ne aveva parlato il 18 marzo dello scorso anno a Fucecchio, insieme a Stefano Massini, in un incontro organizzato dal Parco della pace di Sant'Anna sulla democrazia.

«È una storia di umanità e di amore – spiega del suo libro l’autrice Agnese Pini - perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l’umanità e l’amore escono più forti che mai. L’ho sentita raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia (nella foto di copertina), ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d’Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito invece che quel capitolo era tutt’altro che chiuso, che lì si nascondono gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere. L’ho capito con la guerra in Ucraina, vedendo come certi orrori si perpetuino sempre identici al di là delle latitudini e degli anni».

Agnese Pini dialogherà proprio con Marco De Paolis, oggi Procuratore Generale Militare presso la Corte d'Appello di Roma, che per molti anni è stato impegnato in un enorme lavoro investigativo e di ricerca storica sui più gravi crimini nazifascisti compiuti in Italia durante il secondo conflitto mondiale, fra cui le stragi di Sant’Anna di Stazzema, San Terenzo, Marzabotto, Civitella in Val di Chiana, Vinca, e Padule di Fucecchio.

«Sono felice di presentare il libro della direttrice Agnese Pini – ha affermato il procuratore generale Marco De Paolis -. È molto bello e tratta un tema importante e spesso trascurato. Lei è riuscita a cogliere gli aspetti più significativi di una tragedia di questa portata che abbraccia varie generazioni, proiettandosi tutt’oggi in quelle successive che continuano a portare i segni di quella strage. Il suo non è stato un retorico esercizio di storiografia ma una sana lezione di umanità».

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