Firenze 23.6.2020- Una richiesta di comunicazione alla Giunta regionale a prima firma di Andrea Quartini, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle sulla vicenda del licenziamento da parte della ASL Toscana Centro di un suo dipendente, sindacalista della Cisl. Colpevole, a detta della ASL, di aver pronunciato frasi lesive del decoro e del prestigio aziendale in un'intervista al Tg2 sulla gestione dell’emergenza Covid all’ospedale San Giovanni di Dio di Torregali.
"Il livello di gestione dell’emergenza Covid - afferma Quartini - ha mostrato, dappertutto, anche in Toscana, lacune incredibili. Ritardi e mancanza di DPI intollerabili, con i vertici preoccupati solo di se stessi incapaci di ammettere i ritardi nell’approvvigionamento dei presidi necessari a tutelare malati e operatori sanitari. Ne sono prova, anche in Toscana, le inchieste della magistratura sulle RSA, ne sono prova le centinaia di segnalazioni giunte al sottoscritto. Se fosse vero che il sindacalista licenziato ha rilasciato l’intervista, cosa che deve essere dimostrato, ha fatto bene, perché non esiste che l’immagine di un’azienda sia più importante della sicurezza dei lavoratori e, in questo caso, anche dei pazienti.
E' intollerabile l’atteggiamento arrogantemente intimidatorio dell’azienda sanitaria. E non è la prima volta che succede. Già in passato le Asl toscane hanno preso provvedimenti disciplinari contro chi denunciava e contestava mancanze nell’organizzazione aziendale. Chiediamo che Rossi venga a riferire in aula consiliare e chiediamo che il consiglio si pronunci su tali comportamenti del tutto inopportuni".
"Quella del licenziamento del dipendente della Asl Centro, operatore socio sanitario presso l'Ospedale fiorentino San Giovanni di Dio di Torregalli e delegato sindacale della Cisl, licenziato perché riconosciuto come la persona che ha rilasciato un'intervista al Tg2 in forma anonima, di spalle, incappucciato e con la voce camuffata, nella quale sono state sollevate critiche rispetto alla gestione dei protocolli di sicurezza Covid-19, è una vicenda che necessita approfondimenti e deve essere chiarita". E' quanto dichiara la consigliera regionale Serena Spinelli in merito alla vicenda del licenziamento del dipendente della Asl Centro rappresentante sindacale della Cisl.
"Per questo - prosegue Spinelli - ho presentato un'interrogazione alla Giunta regionale. Il lavoratore nega di essere lui ad aver rilasciato l'intervista, ma ogni caso nessuno, a maggior ragione come sindacalista, se rilascia dichiarazioni veritiere e in buona fede, deve aver niente da temere nell'esprimere valutazioni critiche. Le eventuali responsabilità disciplinari, tali da giustificare un provvedimento così pesante come il licenziamento in tronco, devono essere verificate con la massima attenzione.
Per questo ritengo che la prima cosa da fare sia procedere con il reintegro del lavoratore e avviare subito gli opportuni approfondimenti sulla decisione della direzione aziendale. In attesa che ad esprimersi sia anche il Giudice del Lavoro presso il quale il lavoratore ha presentato ricorso. Voglio poi aggiungere l'auspicio che, a prescindere da questa vicenda, un delegato sindacale non debba mai dover rilasciare dichiarazioni relative alla sicurezza sul posto di lavoro temendo di mostrare la propria identità.
Da parte della destra, che in questo frangente si erge a paladina dei diritti sindacali e dei lavoratori, mi pare che sia in atto un'operazione politica strumentale. Da parte mia chiedo alla Regione di verificare ogni aspetto della vicenda con l'Asl Centro. Su una questione così delicata, infatti, la Regione deve fugare ogni dubbio e dimostrare che ad essere tutelato, oltre all'immagine della aziende sanitarie, debba essere prima di tutto il diritto dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali", conclude Spinelli.
"In relazione alle notizie di stampa riguardo il licenziamento ai danni di un delegato sindacale della Fp Cisl Firenze - Prato presso l’Azienda USL Toscana Centro, riteniamo sbagliata la scelta del licenziamento decisa dall’Azienda -intervengono con un comunicato condiviso FP UIL FIRENZE - TOSCANA, FP CGIL- Come sigle sindacali, che hanno sempre fatto le loro battaglie in trasparenza e assumendosene sempre le responsabilità, riteniamo che vada salvaguardata la libertà critica e di espressione delle persone, soprattutto di un delegato sindacale. Sperando in una conclusione positiva di questa vicenda, esprimiamo solidarietà alle amiche e agli amici della Cisl con i quali condividiamo percorsi unitari dentro la Usl Toscana Centro e molti altri Enti".
“Il licenziamento da parte della Asl Toscana Centro di un dipendente del sistema sanitario regionale sospettato di aver rilasciato un'intervista televisiva sulla gestione dell'emergenza coronavirus nei nostri ospedali è un fatto gravissimo su cui la Giunta toscana non può restare indifferente”. Ad affermarlo è il candidato presidente della Regione per Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, il quale chiede all’azienda sanitaria di ritirare immediatamente il provvedimento facendo reintegrare il lavoratore.
“Usare il licenziamento come forma di vendetta per le critiche dei dipendenti è un ritorno all’Ottocento”, ha aggiunto Fattori. “Le critiche, soprattutto in una situazione di emergenza, sono fondamentali per migliorare un servizio. Invece pare che la principale preoccupazione dei dirigenti sanitari e dei vertici politici sia quella di tutelare l’immagine dell’azienda, quasi fossimo in un regime privatistico e la priorità sia quella di pubblicizzare un ‘brand’ sul mercato”. “Se il lavoratore intervistato dal Tg2 fosse o meno il delegato sindacala è persino una questione secondaria: va difeso il diritto di qualsiasi lavoratore dell’ASl Toscana Centro a rilasciare interviste con contenuti critici.
Figuriamoci di un delegato sindacale”. “Saremo sempre dalla parte di quei pochi operatori sanitari disposti ad esporre le loro opinioni e a raccontare le loro esperienze anche a microfono acceso – ha concluso Fattori -, visto che questo sistema non solo è poco propenso a discutere ma è anche vendicativo e minaccioso. Gli ospedali, come le scuole, non sono aziende private, sono servizi pubblici pagati dai cittadini e la critica costruttiva da parte di chi lavora è una ricchezza, non una coltellata alle spalle”.