Italian Brass Week è un festival che da ventidue anni riesce a far sognare ragazze e ragazzi di ogni angolo del pianeta. E per questo riparte scegliendo di coniugare la preziosa eredità lasciata da Dante Alighieri, con la sua ritmica e le sue descrizioni, per insegnare che il Paradiso non è solo un punto di arrivo, ma un punto di appoggio per il salto verso l’eccellenza.
“Essere musicisti, artisti, ma anche semplici testimoni di questo periodo difficile, è un impegno importante -spiega Luca Benucci, direttore artistico dell'Associazione culturale Italian Brass Network- Tantissime sono le eredità scritte, musicate o dipinte che oggi ci danno una chiave ulteriore di lettura della nostra storia. Perché noi, oggi, siamo la storia”.
“Tutti noi: lavoratori, artisti, imprenditori, sognatori, tutti motivati e speranzosi di riprendere in mano il nostro futuro da dove l’abbiamo sospeso, dando spazio alla creatività ed ai sentimenti che ci distinguono in quanto esseri umani”.
“Sono proprio le disavventure dell’umanità che, poi, danno il LA per ricominciare; ricominciare insieme, in modo migliore. Ed il nostro LA è fatto di speranza per gli studenti che arriveranno da tutto il mondo, per i professori che, più che mai, si sentiranno in dovere di trasmettere tutto il loro sapere e la loro volontà di raccontare la nostra epoca attraverso la passione”.
“Dante Alighieri ci ha raccontato la Peste nel XXVIV canto dell’Inferno, il Manzoni ha descritto nei dettagli la vita durante l’epidemia nella Milano del 1630. Ed ancora oggi la parola untori si ricollega alle minuziose descrizioni che tutti noi abbiamo studiato a scuola, che abbiamo letto nei Promessi Sposi. Aleksandr Sergeevic Puskin ci ha regato l’opera Il Banchetto durante la Peste. Grazie a loro, a tutti gli artisti che hanno reso le testimonianze storiche più vicine a noi, possiamo vedere oltre le difficoltà ed accendere il fuoco della speranza, il motore della ripartenza, della risalita”.