Il fallimento di Rimateria era prevedibile, fin dalla sua stessa costituzione nata per derivazione da Asiu, la società dei comuni, che aveva già accumulato milioni di debito. Partendo dei bilanci di ASIU non era facile per Rimateria gestire quella discarica con una VIA ancora non rilasciata e autorizzazioni tutt'altro che scontate. Si tenga conto in più che in città qualcuno avrebbe voluto realizzare altre due grosse discariche di rifiuti speciali, che poi non sono state costruite.
Il fallimento di Rimateria riaccende mille fantasmi della politica piombinese. Ora il PD accusa l’amministrazione comunale di “non aver tutelato abbastanza la sua società”. Ma tecnicamente la società è dei privati a cui il comune l'aveva venduta.
I problemi si sono manifestati quando gli organi competenti hanno cominciato a contestare la conduzione difforme dalle prescrizioni. E poi perché Rimateria ha scatenato le proteste, da cui sono scaturite poi indagini della magistratura.
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Il colpo di grazia è stato il mancato accoglimento dell’AIA decretato dalla Regione Toscana, dovuto alla mancata ottemperanza delle prescrizioni imposte dalla VIA e dal mancato rispetto delle norme ambientali.
Ora si apre un nuovo capitolo per questo martoriato territorio? L'amministrazione comunale è chiamata a mettere in atto tutto quanto sarà necessario sia per la tutela dei lavoratori, sia per evitare ulteriori impatti ambientali. Si apre davvero la strada del risanamento?
"Bene ha fatto quindi questa Amministrazione che ha tenuto fede agli impegni presi in campagna elettorale, servendosi di tutti gli strumenti urbanistici in suo possesso e controllando costantemente, con l’ausilio di Enti preposti come Arpat, il rispetto delle normative di Legge sempre più stringenti a garanzia della tutela del territorio e della cittadinanza" interviene il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia.
"Bene hanno fatto le Istituzioni Regionali a partire dall’Assessore all’Ambiente Monia Monni, che ha visitato il nostro territorio a pochi mesi dal suo insediamento, dimostrando una spiccata sensibilità per le problematiche che attanagliano il nostro territorio e che ha preteso il rispetto delle Leggi. Ma la situazione è precipitata e crediamo che nessuno di noi poteva nemmeno immaginare un epilogo del genere, in così breve tempo. Se venisse confermato il fallimento dal Tribunale ci troveremo di fronte a una nuova sfida".
"Sulle responsabilità di quanto accaduto è scoppiato il dibattito in città e sui social. Quello che dovrebbe veramente interessare a questo punto, quello che interessa al Comitato, non sono le sterili polemiche, ma le strade percorribili. Non quello che si sarebbe dovuto fare, ma quello che saremo in grado di fare. E' fuori dubbio che la discarica non potrà restare così come la lasceranno i soci privati, una volta andati via, andrà messa in sicurezza e gestita. Questo è il compito di cui si dovranno fare carico le Amministrazioni locali e regionali.
Potremo prendere ad esempio altre amministrazioni di altre Regioni che hanno dovuto affrontare problematiche simili su discariche dismesse, presenti nei loro territori. Regioni che hanno stabilito i criteri per finanziare gli interventi degli Enti locali e i criteri tecnici degli interventi medesimi. Di certo, il Comitato Salute Pubblica continuerà a chiedere che vengano effettuati i carotaggi il prima possibile, rimandati ormai per troppo tempo, indispensabili, ora più che mai, per capire quali interventi si renderanno necessari per la messa in sicurezza di Ischia di Crociano".