Il 45° Festival La Versiliana ospita Paolo Crepet

Lo spettacolo “Mordere il cielo” mercoledì 7 agosto a Pietrasanta. Giovedì 8 alla Fortezza di Mont’Alfonso in Garfagnana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2024 14:54
Il 45° Festival La Versiliana ospita Paolo Crepet

Marina di Pietrasanta (LU)_ La lunga estate della Versiliana prosegue con un susseguirsi di eventi e spettacoli di richiamo, importanti artisti e personalità che si alternano sul palcoscenico del grande teatro all'aperto immerso nella pineta di Marina di Pietrasanta. Per la serata di mercoledì 7 agosto alle 21.30 il sipario blu si aprirà per dare la parola a Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano, che porterà in scena la sua nuova conferenza spettacolo ‘Mordere il Cielo” dedicata al suo ultimo libro, nell'ambito della 45° edizione del Festival promosso e organizzato dalla Fondazione Versiliana con la consulenza artistica di Massimo Martini.

Paolo Crepet sarà poi in scena giovedì 8 agosto alla Fortezza di Mont’Alfonso di Castelnuovo di Garfagnana, nell’ambito di Mont’Alfonso sotto le stelle, il festival che, tra luglio e agosto, ospita concerti, eventi e spettacoli in antiche fortezze e scenari naturali delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Dopo il successo di “Prendetevi la luna” nella passata stagione teatrale, con sold out in tutte le tappe, Paolo Crepet torna sul palco con la conferenza spettacolo dedicata al suo ultimo libro, “Mordere il cielo”.

Inutile negarlo, girarci attorno. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano insuete espressività. Come se un’antica cicatrice interiore fosse tornata a condizionare il tempo presente. Eppure molti continuano a cercare, forse proprio perché l’eclissi della ragione coglie un’umanità sempre più smarrita.

Proprio adesso che una parte del pianeta pensava di aver conosciuto benessere e allungamento della vita, mi chiedo dove siano andate a finire le nostre emozioni, perché in tanti tendono a relegarsi in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all’età dell’insensibilità? Il rischio c’è ed è sempre più forte. Occorre parlare di questa potenziale eclissi di una parte della nostra sfera emotiva, le complicità e le omissioni che tendono a tradire l’identità più profonda di ogni essere umano. Per tornare a mordere il cielo occorre ritrovare il coraggio di nuove eresie, rinnovare ribellioni per inseguire le nostre unicità, diffidando di quella grigia normalità dietro la quale si nasconde il sinistro rumore della neutralizzazione dell’anima’.

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