Oggi durante il presidio-corteo pro Palestina, ci sono state cariche di contenimento da parte delle Forze dell'ordine in piazza Brunelleschi durante la manifestazione, indetta dal Collettivo studentesco dell'Universita'. Secondo una prima ricostruzione della Questura, l'intervento sarebbe stato necessario perché i manifestanti si sarebbero mossi all'improvviso in corteo dopo che era stato indetto solo un presidio davanti al Rettorato dell'Università in piazza San Marco. Per prevenire il raggiungimento di obiettivi sensibili presenti nella zona, come la Sinagoga in via Farini, sono state effettuate alcune cariche di contenimento.
"Ancora una volta certi personaggi violenti esercitano ed attuano la loro mentalità fuori dalle regole e contro la libertà di pensiero altrui dimostrando loro per primi razzismo ed intolleranza politica" dichiarano il Capogruppo Lega in Palazzo Vecchio, Federico Bussolin, il Segretario di Firenze Barbara Nannucci e il Responsabile Giovani Firenze, Glenda Gufoni "Per una Palestina libera, fermiamo il genocidio". Questo il folle slogan dei Collettivi che invitava alla mobilitazione odierna.
Oggi mentre era in corso la seduta di Senato Accademico I Collettivi hanno chiesto la scissione degli accordi tra l'Università di Firenze e gli Atenei e le Istituzioni Israeliane. Ennesima richiesta folle e senza senso di questi studenti (se lo sono ancora...).Bene hanno fatto le forze dell'ordine ad intervenire anche a difesa di eventuali problemi per la zona circostante la Sinagoga. Viste le scritte minacciose apparse appena una settimana fa al Polo Universitario di Novoli (Fuori Israele da Unifi.
Palestina libera!) è assolutamente giusto intervenire da parte della Polizia per prevenire ogni possibile pericolo per la città e per difendere il luogo di preghiera della Comunità Ebraica di Firenze. Invitiamo infine il Sindaco Nardella e la sua Giunta a prendere le distanze da questi manifestanti e dalle loro provocazioni politiche, in modo netto e deciso".
Nel corso della seduta odierna del Senato accademico dell’Università di Firenze è stato proposto da un rappresentante degli studenti il testo di una mozione, in cui si chiedeva all’organo di governo, fra l’altro, di riconoscere e condannare la condotta di Israele nell'attuale situazione di conflitto con espressioni che vanno oltre i limiti di una fisiologica critica di carattere politico.
Pertanto, la Rettrice, in quanto Presidente dell'organo, ha riferito dell’inammissibilità di tale mozione, alla luce delle regole che disciplinano il funzionamento del Senato accademico, come di qualsiasi altra assemblea rappresentativa.
Sul tema, nel corso della seduta, la rettrice Alessandra Petrucci ha ricordato che le università sono “sedi primarie della ricerca scientifica” che “operano, per la realizzazione delle proprie finalità istituzionali, nel rispetto della libertà di ricerca dei docenti e dei ricercatori nonché dell'autonomia di ricerca delle strutture scientifiche” e ha dichiarato: “I fatti che si sono affacciati con prepotenza nel panorama internazionale in questo scorcio di anno creano in me e nella comunità che rappresento un sentimento di sbigottimento.
Impossibile non esprimere solidarietà nei confronti delle tante, troppe vittime che si trovano ostaggio delle guerre. Nei loro confronti va la nostra solidarietà, una solidarietà che non deve e non può conoscere confini di appartenenza. Non esistono morti giusti o morti ingiusti esistono morti e basta. Ed è in nome loro che non spetta a noi decidere la scelta dei termini nei quali declinare e indagare il tema della guerra. Le Università – ha aggiunto la rettrice - non sono dei decisori politici ma luogo di formazione e ricerca come chiaramente scritto nelle leggi che le hanno istituite.
Sarebbe un errore imperdonabile se intorno a queste si costruissero barriere; si alzassero muri in nome di chi ha la pretesa di dare una lettura dei fatti in termini di torto o ragione. Non possiamo disattendere il nostro messaggio di pace che costruiamo ogni giorno attraverso l’accoglienza di tutti gli studenti e ricercatori stranieri ai quali offriamo i nostri spazi fisici e relazionali, la nostra vicinanza il nostro sostegno. Anche quando è difficile accettare nel proprio io un fatto, un evento, una guerra il nostro essere istituzione per la formazione e la ricerca non ammette favoritismi a favore di una o di un’altra parte ma impone di rifuggire da quella semplificazione binaria amico/nemico che non può essere l’orizzonte delle democrazie pluraliste.
Nostro compito è, piuttosto, quello di mettere a disposizione gli strumenti di formazione e ricerca, la cultura e la scienza che ci contraddistinguono al fine di comprendere situazioni anche molto complesse per lo sviluppo del pensiero critico di tutti”.
In riferimento alla protesta animata questa mattina da un gruppo di studenti prima in Piazza San Marco e poi in piazza Brunelleschi, l’Università - luogo di accoglienza di pluralità di persone e idee – si richiama al rispetto delle regole di civile convivenza che non possono essere disattese neanche nei momenti di acceso confronto e dibattito.