Continua l’intensa attività di controllo della Guardia Costiera di Livorno sull’intera filiera della pesca. Soltanto negli ultimi 7 giorni, sono 16 gli illeciti contestati, di cui 3 a carattere penale. Oltre 12.000 euro l’importo complessivo delle sanzioni amministrative accertate. 250 i chilogrammi di prodotti sequestrati, cui si aggiungono due reti da posta di oltre 300 metri ed un palangaro lungo quasi due chilometri.
I controlli interessano tutto il comparto della pesca. Una particolare attenzione, in questo periodo, è riservata ai ristoranti ubicati all’interno degli stabilimenti balneari.
Due gli esercizi sanzionati a Marina di Pisa: il primo per la detenzione di telline sottomisura, il secondo per la somministrazione di prodotti ittici privi della documentazione atta a dimostrarne la provenienza e quindi, con ogni probabilità, frutto di attività di pesca illegale. Un terzo ristorante, presso uno stabilimento di Rosignano Solvay, è stato multato perché trovato in possesso di tranci di tonno decongelati e scaduti, posti immediatamente sotto sequestro.
Passata al setaccio anche la vendita all’ingrosso e al dettaglio.
Il titolare di una pescheria di Prato è stato denunciato dagli ispettori della Capitaneria di porto di Livorno, in collaborazione con quelli dalla USL Toscana Centro, per la detenzione di 160 chilogrammi di prodotti in cattivo stato di conservazione. Oltre alla violazione penale, sono stati accertati anche illeciti amministrativi per un totale di 4.600 Euro, per irregolarità in materia di tracciabilità e adempimenti legati all’importazione di prodotti di origine animale.
A Livorno, invece, al titolare di un magazzino, è stata contestata la commercializzazione di pregiate cernie, al di sotto della taglia minima prevista dalla normativa. Gli uomini della Guardia Costiera con accurate indagini sono anche riusciti a risalire al comandante del peschereccio responsabile della cattura, punito con una sanzione amministrativa e con l’assegnazione di 5 punti di penalità sulla licenza di pesca e sul titolo di capo barca, per la grave infrazione commessa.
Controlli a tappeto anche a mare lungo il litorale.
Una rete da posta di 400 metri di lunghezza è stata sequestrata nelle acque riservate alla balneazione davanti al Calambrone: contestate sanzioni amministrative per un totale di oltre 3.000 Euro al comandante del peschereccio che l’aveva calata. Poco più a sud, alla foce dello Scolmatore d’Arno, sono state multate due unità da diporto, intente nell’attività di pesca in zona interdetta.
Nell’area portuale di Livorno, invece, è stata sequestrata una rete da posta abusiva di 300 metri, che aveva già catturato 60 chilogrammi di pescato, di cui circa la metà, ancora vivo, è stata rigettata in mare. Infine, un’altra rete da posta, anch’essa lunga 300 metri, ed un palangaro lungo quasi due chilometri, sono stati rimossi all’imboccatura del porto livornese.
Le verifiche proseguiranno senza sosta, allo scopo di reprimere qualsiasi comportamento fraudolento a danno del consumatore, della salute pubblica e della risorsa ittica.