di Vanna Francesca Bertoncelli
E’ trascorso un mese dalla morte di Antonio Cocchia. L’avviso funebre ancora visibile in viale Matteotti cita Antonio Cocchia - Gioielliere.
In questa frase è racchiusa tutta una vita. E’ così che famigliari ed amici hanno voluto ricordarlo. Gioielliere e amante delle gioie, in senso figurato di tutto ciò che è prezioso, caro alla mente e al cuore. Persone da tenere da conto, luoghi e cose che rapiscono i sensi. Un uomo elegante e dall’animo generoso. Tante le iniziative culturali che hanno avuto come sponsor la Gioielleria Antonio Cocchia. Appassionato della cultura e dei libri che la figlia Giada provvedeva a catalogare.
Amante della bella vita ma soprattutto amante della vita nonostante gli alti ed i bassi che anche nella sua vita non sono mancati. Molte le persone incontrate. Persone semplici e personalità. Un sorriso cordiale per tutti. Numerosi gli amici. Anche su facebook.
Un anima divisa la sua. Tra l’isola d’Elba, la Maremma e Firenze. Originario dell’Isola d’Elba è a Marciana Marina la casa di famiglia che insiste proprio sul lungo mare Regina Margherita. “È una casa antica, forse la più bella del paese. Le stanze hanno pregevoli affreschi neoclassici a tema mitologico”. Il granito bugnato di questa vecchia casa lo ritroverà nei palazzi fiorentini. E’ una famiglia di navigatori e di armatori la sua ed il salmastro del mare ne hanno marchiato l’anima.
La Maremma lo ammalia con le sue bellezze naturali e qui, trovato l’amore di Mirella, decide di mettere su famiglia. E’ a Castiglione della Pescaia che ama trascorrere, da oltre trenta anni, l’ estate. Firenze lo affascina con i suoi preziosi d’arte e di cultura e le personalità via via frequentate ora al Circolo Borghese ora al Cavurotto, antica argenteria in Firenze dal 1919, quasi una bottega artigiana rinascimentale da lui rilevata e gestita per anni. “A Firenze ho avuto casa, lavoro e amici con i quali senza appuntamento ci vedevamo per l’aperitivo al bar dell’Hotel Excelsior” racconta in Immagini pensieri e parole, piccolo diario in cui tratta le cose del piccolo mondo quotidiano e quelle del mondo.
Ora a Grosseto, nella gioielleria in viale Matteotti, le luci sono spente, le serrande abbassate. Mancano il sorriso garbato della sorella Anna, la gentilezza delle collaboratrici di una vita, l’irruenza del figlio Vittorio.
Manca soprattutto lui, Antonio Cocchia.