Giovedì prossimo, 26 agosto, alle 21 al cinema nel chiostro del Museo Novecento di piazza Santa Maria Novella nuovo appuntamento del ciclo di incontri culturali "Firenze per i 50 anni di Medici Senza Frontiere". Sarà proiettato il docufilm di Stéphane Santini e Géraldine André, con voce narrante di Stefano Accorsi, "Egoisti". Guerre, grandi emergenze, carestie: in tutto il mondo il lavoro degli operatori di pace viene raccontato per ricostruire 40 anni di storia nei contesti più estremi e rischiosi.
L'assessore al Terzo Settore Cosimo Guccione porterà i saluti dell'amministrazione comunale. A introdurre la proiezione, la testimonianza di Valentina Burzio e Maria Cristina Manca, operatrici umanitarie. L'ingresso è gratuito. Prenotazione obbligatoria.
Egoistiè un film-documentario realizzato da Aftermedia in collaborazione con MSF in occasione del suo 50esimo anniversario, che raccoglie le testimonianze di medici, infermieri e logisti da ogni parte del mondo, ma anche quelle dei loro cari che vivono di riflesso sulla propria vita l’impatto di una scelta difficile e coraggiosa, tra l’“egoismo” di partire lontano dalla propria famiglia e la vocazione di un’esistenza dedicata agli altri.
“Come operatori umanitari abbiamo sempre l’illusione di riuscire a cambiare qualcosa, a volte succede, e a volte no. Ma le volte “no”, non sono mai abbastanza forti da convincerti a non ripartire” ha dichiarato Maria Cristina Manca, antropologa e operatrice umanitaria di MSF che ha lavorato in Sud Sudan, in un’epidemia di morbillo in Repubblica Democratica del Congo, in numerose missioni sull’emergenza Ebola e nell’intervento di MSF sul Covid-19 in Italia.
“Continui a partire per il rapporto che si instaura con tutte le persone che incontri durante la missione. Partire è facile, il difficile è tornare, dover spiegare quello che hai vissuto e provato agli affetti che ti aspettavano a casa. Come spieghi le epidemie, le guerre, la violenza? Nella mia prima missione durante l’epidemia di Ebola in Guinea, inizialmente non dissi ai miei cari dove sarei andata: ho scelto il silenzio, e credo che questa scelta sia una forma di protezione”.
"In mezzo secolo di storia - ha sottolineato l'assessore al Terzo Settore Cosimo Guccione - Medici Senza Frontiere è intervenuta nelle più grandi emergenze mondiali. Una storia di solidarietà che continua incessante: basta pensare alle crisi ancora in corso e alle popolazioni dimenticate, lontane dai riflettori ma che hanno un disperato bisogno di cure". "Quello di Firenze - ha aggiunto - sarà non solo un momento per fare un bilancio ma anche l'occasione per una riflessione collettiva sul futuro e su come rispondere alle nuove sfide che attendono".
“Da cinque lustri abbiamo notizie della straordinaria azione di Medici Senza Frontiere in ogni luogo dove ci siano sofferenza e dolore, bisogno di cura e intervento umanitario” ha dichiarato Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. “Ne ammiriamo l’indefessa volontà di agire per gli altri in condizioni difficilissime impervie rischiose come messaggeri di pace e di fratellanza. Il Museo Novecento è onorato di ospitare il film Egoisti dedicato a questi eroi semplicemente altruisti che scelgono la via più difficile dell’impegno umanitario”.
Sinossi del film
Un film diverso, nella forma e nella scrittura. La guerra, le grandi emergenze, le pandemie, le carestie. In tutto il mondo, gli operatori umanitari sono abituati alle missioni e ai contesti più estremi e più rischiosi. Rari sono invece gli operatori umanitari che si avventurano nei meandri della propria intimità. 40 operatori umanitari e i loro cari hanno compiuto questo passo, per parlarci del rischio, dell’impegno, della prima volta, dell’impotenza, degli incontri, della passione, del ritorno, dell’inesprimibile, dal profondo dei loro cuori.
In questo film, naturalmente proiettato verso gli altri, la questione dell’egoismo delle donne e degli uomini che hanno deciso di impegnarsi nell’umanitario si è posta, ed imposta, come un’evidenza. Al di fuori di qualsiasi contesto geopolitico e sanitario, ognuno con le proprie parole, il proprio sguardo e la propria esperienza ci porta dove gli operatori umanitari non si avventurano mai. Senza artifici o ipocrisia, i testimoni di questo film ci raccontano chi sono, il loro impegno nei confronti dell’altro, i loro dubbi, le loro debolezze e le immagini che li perseguitano.
Ma gli operatori umanitari non sono gli unici testimoni in questo film. Per la prima volta anche coloro che condividono la loro vita privata e la loro intimità ci parlano di sé. Storie di vita e di doppia vita nel cuore di un mondo iperrealistico, in un documentario inedito, cinematografico e intimo. Il documentario (durata 56’), che è stato distribuito in inglese, francese, italiano e tedesco e premiato in diversi festival internazionali, come il Festival dei Diritti Umani di Lugano, il Berlin Human Rights Festival di Berlino e il Cannes World Film Festival nella categoria “Best Feature Documentary”.