Giovanni Fittante: 'Un ente parco per le Cascine'

Intervista all'ex consigliere comunale a quattro mesi dalle elezioni

Nicola
Nicola Novelli
05 novembre 2024 07:50
Giovanni Fittante: 'Un ente parco per le Cascine'

FIRENZE- Da giugno in poi la sindaca di Firenze, Sara Funaro, sembra essere meno presente sulle copertine dei giornali e nelle manifestazioni pubbliche rispetto a quanto eravamo abituati a vederla durante la campagna elettorale. Del perché di questo “ritiro dalle scene” Nove da Firenze ha chiesto un’opinione a Giovanni Fittante, Presidente di “Anima Firenze 2030” già candidato a Sindaco di Firenze e poi ritiratosi per appoggiare La Sindaca Funaro e l’attuale maggioranza che governa a Palazzo Vecchio da giugno scorso.

“Credo che stia semplicemente lavorando con un impegno speciale per gestire la città di concerto con la nuova giunta” risponde Fittante.

La sensazione sarà dovuta anche al cambio di toni rispetto a una campagna elettorale eclatante e sopra tono?

“Sono state settimane in cui spesso i contenuti sono finiti in secondo piano nella polemica tra i partiti. Anima Firenze si caratterizzava proprio per la proposta di soluzioni concrete e innovative, messe a disposizione della maggioranza e della sindaca. Temi poi presi in considerazione dalla giunta, penso ad esempio al progetto di un ente parco per le Cascine”.

Mi preoccupo quando sento parlare di fondazione come panacea di tutti i mali…

“No, ho detto appunto ente pubblico, soggetto autonomo titolato di una gestione completa, dal quale si dovrebbe passare per realizzare qualunque cosa nell’area. L’autonomia finanziaria potrebbe derivare da una dotazione trasferita con parte della tassa di soggiorno. L’obiettivo sarebbe di coordinare la gestione in modo compatibile con la difesa del patrimonio ambientale e il rispetto dei luoghi monumentali, cancellando le contraddizioni e il degrado attuali. Il parco rinascerebbe grazie a iniziative differenti, cacciando via la microcriminalità. Proprio lo stato di abbandono attuale è l’attrattore del crimine: ha presente la teoria della finestra rotta? Pensi allo stato di abbandono dell’ippodromo del trotto, un luogo che un tempo era un importante spazio di aggregazione pubblica” risponde il Presidente di Anima Firenze 2030 Giovanni Fittante, già consigliere comunale a suo tempo.

Lei che ci farebbe?

“Lo abbiamo proposto: un centro di arte moderna, stile Guggenheim Museum. I volumi ci sono, gli spazi verdi pure e scommetto che qualcuno si farebbe avanti per la gestione di un complesso simile in una città come la nostra. Comunque non possiamo continuare a lasciare grandi aree come quella senza una funzione”.

I soldi che chiede per realizzare il progetto, però sarebbero molti…

“Badi, i proventi annuali dalla tassa di soggiorno ammontano a 77 milioni di euro, una somma da cui potrebbe essere dirottata una parte. Comunque la costituzione di un nuovo ente richiederebbe la destinazione di risorse per consentirgli di operare. Con un’idea è valida le dotazioni economiche si trovano”.

Cambiamo argomento: la mobilità. Su questo tema la polemica continua a essere aspra come in campagna elettorale. Penso al blocco del traffico dei giorni scorsi in via delle Panche.

“Anche su questo tema noi proponiamo un’agenzia di coordinamento dei lavori stradali, un tavolo permanente a cui convocare i soggetti interessati dai lavori di sotto-servizi insieme alla polizia municipale e agli assessorati competenti. Una pianificazione settimanale consentirebbe di evitare collassi improvvisi e che certe strade siano interessate da lavori intermittenti che ne alterano la circolazione per mesi. Siamo convinti che questo sia il momento giusto, con un assessore giovane come Giorgio per introdurre in città una nuova visione delle cose e segnare la differenza” rassicura il fondatore di Anima Firenze.

Invece si continua a discutere di tranvia sì, tranvia no.

“La destra fiorentina ha sbandierato per venti anni il progetto della micro-metro, quando dal 2003 bastava andare a Strasburgo per vedere gli effetti positivi di una tranvia in esercizio. Noi pensiamo che il progetto vada completato anche nei tracciati extraurbani, persino arrivando a Prato, con una cintura di parcheggi scambiatori che consentano di lasciare le auto fuori città, e abbonamenti che consentano accessibilità quotidiana a tutti”.

Firenze dovrebbe diventare a trazione elettrica?

“Io lo chiedevo già nel 1999: fuori le auto dalla città, parcheggi esterni quasi gratuiti e stop ai mezzi a motore a scoppio e mobilità solo con mezzi pubblici”.

In questa interconnessione modale, nessuno parla della nuova stazione alta velocità che viene realizzata a quasi un chilometro di distanza da Santa Maria Novella: come la raggiungeremo?

“In passato si era parlato di progetti di collegamento diretto con l’attuale stazione. Si sbaglia che ritiene che basti la tranvia. Hanno commesso lo stesso errore a Pisa, ne abbiamo evidenza. Mi rifiuto di credere che uscendo dalla stazione Tav in superficie si debba andare a prendere la tranvia in viale Redi. Dobbiamo proporre alternative, tra cui un grande parcheggio per le biciclette”.

È calato un sipario di silenzio anche sull’allungamento della pista aeroportuale?

“Diciamo che il dibattito assume talvolta toni surreali, quasi il simbolo di una politica incapace di trovare una sintesi. Eppure l’infrastruttura va messa in sicurezza. Come? Cambiando orientamento? Bene, ma il nuovo assetto non può consentire la realizzazione di una pista più lunga di due chilometri. Firenze deve continuare ad avere un city airport, non un aeroporto internazionale. Quello ce lo abbiamo già: è a Pisa, con cui dobbiamo invece potenziare il servizio ferroviario. È una concezione costosa? Ma se l’Unione europea sforna bandi in continuazione per sostenere progetti di sviluppo infrastrutturale?”.

Più complessivamente questa città non sembra aver mai avuto una visione urbanistica unitaria, vivendo piuttosto di singoli progetti di trasformazione.

“Giusto, deve prevalere un’idea di insieme, con la capacità di intervenire in modo coordinato e consapevole sulle aree degradate. Ci sono storie che si trascinano da decenni senza trovar pace. Pensi a via Mariti: venti anni fa si parlava della destinazione dell’ex panificio militare dismesso. E fu un clamoroso errore dell’amministrazione comunale del tempo non aver esercitato il diritto di prelazione sul Ministero del Tesoro, che lasciò ai privati il boccino delle proposte di sviluppo. Dopo il crollo del cantiere edile dell’Esselunga la vicenda di è incancrenita tragicamente. Sto per scrivere una lettera aperta alla proprietà della catena di supermercati per chiedergli di valutare un gesto di generosità nei confronti di Firenze, restituendo ad area verde questo spazio sinora così sfortunato. Un parco pubblico, con parcheggi, intitolato alla memoria del fondatore, Bernardo Caprotti”.

Quanti progetti! Riuscirà la Giunta Funaro a realizzarli tutti?

“Ho fiducia in Sara. È una persona esperta e competente che intende lasciare un segno sulla città. Con la stessa responsabilità di suo nonno, che dopo l’alluvione dette il suo nome all’intensa stagione della rinascita. Una grande occasione per Firenze” conclude Giovanni Fittante.

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