Si tratta di una riproduzione perfetta dell’originale, realizzata grazie alle nuove tecnologie nell’ambito del progetto “The Million Image Database” per la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale mondiale, promosso da The Institute for Digital Archaeology in collaborazione con UNESCO, Università di Oxford, Museo del Futuro di Dubai e governo degli Emirati Arabi Uniti.
Nel corso del 2015 i miliziani dell’ISIS hanno preso possesso del sito archeologico di Palmira, in Siria, e con una serie di azioni successive hanno sfogato il loro odio contro la cultura occidentale: hanno decapitato l’archeologo Khaled Assad, responsabile del sito archeologico, e hanno distrutto opere d’arte e reperti di valore inestimabile. Hanno fatto saltare in aria i templi di Baal e di Baalshamin e, nell’ottobre del 2015, hanno raso al suolo l’Arco di Palmira, un arco di Trionfo costruito tra il secondo e il terzo secolo dopo Cristo e dedicato all’imperatore romano Settimio Severo.
Palmira è un sito dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco e il suo arco distrutto è diventato il simbolo della rinascita, della ricostruzione e della conservazione delle opere appartenenti al patrimonio dell’umanità e alla storia della civiltà che altrimenti andrebbero persi e dimenticati.“Per la prima volta in Italia – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella svelando l’opera – ospitiamo a Firenze la riproduzione dell’arco di Palmira come simbolo della cultura e dell’umanità colpite dal terrorismo, per ricordare che l’unico modo vero, profondo e duraturo per rispondere, resistere e combattere contro il terrorismo è la cultura.
Non è un caso che i terroristi colpiscano sia vite umane che i simboli dei cultura. Se hanno colpito Palmira, devono sapere che tutto il mondo è dalla parte della resistenza. Con questo arco e con questo messaggio daremo il benvenuto alle delegazioni dei ministri del G7 della cultura che saranno in città il 30 e 31 marzo”.Un’operazione di rilievo internazionale che nasce in Toscana: la copia dell’Arco di Palmira è stata realizzata da Torart, un’azienda di Carrara guidata da due giovani imprenditori, Giacomo Massari e Filippo Tincolini, e specializzata in scultura, arte contemporanea e design, nell’applicazione delle nuove tecnologie nella lavorazione del marmo, in pietre e materiali duri di diversa natura.
Attraverso un approccio non invasivo, la tecnologia usata da Torart può essere applicata al mondo del restauro, offrendo la possibilità di riprodurre delle opere fino nei minimi dettagli e in modo che la lavorazione rimanga sostenibile e rispettosa nei confronti del materiale originario, del valore storico e del patrimonio culturale a cui appartiene.La riproduzione dell’Arco di Palmira è stata esposta a Londra e a New York ed arriva per la prima volta in Italia, proprio a Firenze, in un simbolico tour che ha l’obiettivo di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sull’importanza di prendersi cura del patrimonio artistico e culturale dell’umanità.