Seconda giornata di lavori per la 5ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile. I lavori sisono aperti a Palazzo Vecchio con i saluti istituzionali del Sindaco di Firenze Dario Nardella e della Vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi.
“Un’economia troppo distante dai bisogni concreti dei cittadini, che guarda gli interessi di pochi, che mette il potere in mano a pochi, è un'economia pericolosa che aumenta le diseguaglianze. Dbbiamo recuperare un’economia sostenibile che metta al centro l’uomo e che dia ai cittadini gli strumenti per comprendere il mondo intorno a loro”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, all’apertura del Festival dell’Economia Civile in corso a Palazzo Vecchio.
“Firenze è da sempre attenta a intercettare il “futuro”, a muoversi su scenari aperti. Naturale quindi la consonanza totale di idee, di valori, di obiettivi con gli organizzatori del Festival Nazionale dell'Economia Civile, che da cinque anni ospitiamo - sottolinea -. Il grande successo della manifestazione conferma che qui siamo nel posto giusto per discutere e promuovere i temi di un'economia nuova, che mette al centro l’essere umano e il bene comune. Dal Festival fiorentino, in questi anni, sono uscite analisi e proposte per inquadrare meglio il presente e immaginare il futuro, sono nate buone pratiche, un manifesto ufficiale (la Carta di Firenze), atti concreti, laboratori istituzionali ed esperienze civiche. Da qui sono passati premi Nobel, economisti, politici, accademici, manager, imprenditori, giovani innovatori”.
“La parola chiave di quest'edizione del Festival è 'impegno', un termine che richiama il concetto di responsabilità, un valore di fondo che dev'essere agito e vissuto da tutti: amministratori, cittadini, imprese - continua -. E forse in misura ancora maggiore dalla politica. Ho incontrato sulla mia strada tanti cittadini, tanti ragazzi che, in modo quasi disarmante, mi hanno chiesto: “davvero la politica si occupa di questi temi?”. Ciascuno di noi amministratori, legislatori, ha una enorme responsabilità nello svolgimento della sua azione politica, e persino nell'evoluzione del lessico culturale della società.
Allo stesso tempo, sono convinto che la capacità di incidere nella realtà, nel quotidiano, si raggiunga solo quando l’idea del singolo diventa patrimonio collettivo, diventa azione, comportamento, in un'ottica di responsabilità condivisa. Tra qualche anno mi piacerebbe che si raccontasse un'economia diversa, più giusta, un mondo nel quale il profitto è un mezzo e non il fine, un nuovo umanesimo civile. Ma basta avere gli occhi aperti per vedere come questo cambiamento sia già in corso, e possa rappresentare la risposta ai problemi economici, ambientali e sociali presenti e futuri”.
All’apertura dei lavori a Palazzo Vecchio ha preso parte anche Joseph Stiglitz, economista e vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2001, che ha toccato i temi della rivoluzione dell’intelligenza artificiale e dei nuovi modelli di business.