Firenze– Liste d’attesa bloccate da parte di alcune aziende sanitarie della Regione e mancata comunicazione al cittadino sul risarcimento di 25 euro per non rispetto dei tempi. Su questi punti verte l’interrogazione della consigliera regionale Monica Sgherri, capogruppo Rc-Ci all’assessore regionale alla sanità Luigi Marroni. “Sono fatti gravi – ha detto Sgherri – chiedo che la Regione agisca con urgenza presso le Asl interessate per interrompere questa pratica.
Sono venuta a conoscenza di questo stato di cose, da tre segnalazioni di persone di fiducia. Si impone ai pazienti di ritornare nuovamente per chiedere la prenotazione di visite specialistiche ed esami diagnostici”. Sgherri ha precisato che si deve ricordare che norme precise impongono tetti massimi per i tempi d’attesa da parte del pubblico che effettua il servizio, superati i quali il paziente deve essere indennizzato. “Sono stati messi in atto – ha precisato Marroni – una serie di interventi per garantire la continuità delle agende di prenotazione a scorrimento così come previsto dalla legge”.
“In particolare, – ha aggiunto l’assessore regionale – gli interventi si concretizzano nel richiamo periodico alle direzioni aziendali delle aziende sanitarie e ospedaliere per il mantenimento dello scorrimento delle agende di prenotazione e in un monitoraggio costante delle chiusure di eventuali unità eroganti”. Alla richiesta di Sgherri di informare i cittadini, attraverso avvisi pubblici presso i CUP, sulle modalità del rimborso di 25 euro in caso di non rispetto dei tempi di attesa, l’assessore precisa che “in molte aziende, la comunicazione del bonum di 25 euro avviene in forma automatica all’atto della prenotazione, con comunicazione diretta ed immediata al cittadino”.
“La Giunta ha dato impulso alla revisione degli accordi del 2005 per rispondere agli interessi di tutti i cittadini toscani e provvedere alla risistemazione delle aree dismesse. Un nuovo accordo è stato siglato e prevede un contributo regionale di 23 milioni per il riequilibrio finanziario di quello del 2005 che prevedeva, tra le fonti di finanziamento per la realizzazione del nuovo ospedale, 43,3 milioni da ricavare dalla vendita del Misericordia e Dolce. La Regione metterà inoltre a disposizione della Asl 4 le risorse necessarie per i lavori di demolizione e bonifica, oltre ad attivarsi per reperire le risorse necessarie alla riqualificazione complessiva”.
Così l’assessore alla Sanità della Toscana Luigi Marroni ha risposto a due interrogazioni sul futuro dell’ex ospedale di Parto, presentate dal gruppo Fratelli d’Italia in Consiglio e dal consigliere del gruppo Misto Gabriele Chiurli. Secondo quanto riferito in Aula da Marroni, in “quasi dieci anni, dal 2005 al 2014, le condizioni socio-economiche generali sono profondamente mutate ed in particolare il mercato immobiliare ha avuto una notevole contrazione, oggi non ancora terminata”.
Marroni ha inoltre rilevato che l’attività istituzionale condotta dagli uffici regionali e comunali è “sempre stata proficua e di reciproca collaborazione”. Insoddisfatto della risposta si è dichiarato il capogruppo FdI Giovanni Donzelli: “Resta l’imbarazzo politico per non aver voluto rivedere il prezzo quando la giunta pratese era guidata dal centrodestra” ha detto il consigliere. “È immorale – ha stigmatizzato – usare le strutture pubbliche per fare propaganda politica.
È un pessimo utilizzo del bene comune”. Insoddisfatto anche il consigliere Chiurli che ha rilevato come “è ormai prassi che a quesiti precisi non corrispondano risposte chiare. La cosa un po’ mi annoia” ha commentato.«Il presidente Rossi immola la sanità toscana sull’altare della sua ricandidatura, andando a penalizzare un’ampia fascia di famiglie che con le loro tasse già contribuiscono a finanziare i servizi sanitari. Ingiusto e insensato che cittadini e cittadine che già nel corso di questi anni hanno dovuto sobbarcarsi il ticket la diagnostica siano oggi costretti a pagarne uno per le attività chirurgiche, comprese quelle per patologie oncologiche». Il gruppo consiliare di Forza Italia ribadisce il suo no al superticket sulla chirurgia annunciato nei giorni scorsi dal presidente della Giunta regionale Enrico Rossi.
Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi a cui hanno partecipato il capogruppo Giovanni Santini, il vicepresidente della commissione Sanità Stefano Mugnai assieme agli altri consiglieri azzurri. «Una misura che oltre a penalizzare oltremisura centinaia di migliaia di toscani rischia di innescare un circolo vizioso che spingerà coloro che se lo possono permettere verso la stipula di polizze private, svilendo l’attività chirurgica pubblica e depauperando progressivamente la struttura sanitaria, poiché più sono i cittadini che si rivolgono al privato, meno è il gettito derivato dai ticket delle prestazioni presso le strutture pubbliche.
E vale la pena ricordare che già oggi, a causa dell’inadeguatezza di alcune misure introdotte dalla giunta, i ticket per alcuni esami diagnostici sono maggiori del costo richiesto da strutture private, che peraltro garantiscono tempi d’attesa minori», ricordano Mugnai, Santini. «Se oggi la Regione Toscana è costretta è far fronte a misure drastiche è perché nel corso di questi anni non ha avuto l’umiltà di raccogliere le proposte di buon senso che le giungevano dall’opposizione, a partire dalla riorganizzazione dell’elefantiaca struttura burocratica della sanità toscana.
Il primo giugno del 2012 presentammo una mozione finalizzata al recupero di risorse da impiegare nel potenziamento dei servizi, che, tra le altre cose, prevedeva la revisione del numero delle Asl, il superamento delle SdS, l’accorpamento degli Estav e la specializzazione delle strutture ospedaliere. Oggi, a oltre due anni di distanza Rossi si accorge che la nostra proposta era ragionevole e apre all’accorpamento delle Asl. Quanti milioni avremmo risparmiato in questi anni se avessero dato seguito alla nostra mozione? Oggi che lo fanno e lanciano la sfida Forza Italia è pronta a raccoglierla, purché agli annunci facciano seguito atti concreti ed immediati, e che non sia la solita boutade pre-elettorale.
Dubbio più che lecito è bastata un’intervista di Renzi per far cambiare radicalmente opinione a Rossi, trasformandolo in un pomeriggio di domenica da incendiario a pompiere. Per dirla con la Mannoia “Come si cambia per non morire”», concludono i consiglieri azzurri, facendo notare che quale che sia l’ammontare esatto del taglio operato dal Governo, questo sarà comunque nettamente inferiore ai 420 milioni di euro del buco di bilancio della Asl di Massa.
Questo l'intervento del consigliere regionale Pd Enzo Brogi sulla sanità toscana: "La sanità italiana è tra le migliori del mondo e garantisce tutti, poveri e ricchi e la Toscana è tra le prime nel Paese (http://www.west-info.eu/it/in-italia-la-toscana-e-la-migliore-regione-per-curarsi/).
Questo per mettere un punto. Poi parliamo di sprechi e di possibili tagli, quindi avanti con la razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi ed anche la Toscana non è immune. Ma francamente però sono stufo, e credo che lo siano anche i cittadini, dei tagli lineari, che colpiscono la nostra Regione al pari di altre che invece non brillanno affatto. Insomma, un po' come quando a scuola la maestra, tenta di rimettere ordine punendo l'intera classe. La sanità pubblica toscana, che comunque può e deve migliorare ancora, è un esempio di come nel nostro Paese si possano prevedere ticket modulati sulla situazione economica, perché chi ha di più è giusto che contribuisca in misura maggiore aiutando chi ha di meno, e fornire cure ospedaliere di alto livello gratuite per tutti, che tali credo che debbano restare senza eccezioni. Ma sono anche stufo delle battaglie campanilistiche per avere un primariato o un direttore in più.
Sono convinto che la ridefinizione e la riduzione a tre Asl per la Toscana sia un processo che permetterà di risparmiare e gestire meglio i servizi. La Toscana del resto deve dare assistenza sanitaria a 3,7 milioni di abitanti, più o meno quanti ne ha Pune o Yokohama o Berlino o se vogliamo quanto un quartiere di Shangai. E poi quando si tratta di salute, lo sappiamo tutti che non ci importerà di avere un medico di Arezzo, oppure di trovarlo a Siena, così come non ci importerà che sia alto o basso, rosso o bianco, di sinistra o di destra, ma per tutti sarà importante la competenza sua, dell’equipe e la qualità della struttura, tempi d'attesa ragionevoli e cure efficaci, e anche in vista dei nuovi tagli, questa resterà l'unica cosa che conta davvero per tutti i cittadini toscani".«La scelta di ridurre le Asl presentata dal governatore Enrico Rossi è ineludibile e opportuna: meglio chiudere le direzioni generali delle aziende sanitarie che i servizi ai cittadini o i piccoli ospedali della Toscana.
La politica regionale, in primis, ha già battuto un importante colpo riducendo nel 2013 il numero dei consiglieri regionali da 54 a 40. Il percorso di dimagrimento adesso deve estendersi a tutta la macchina regionale e ognuno deve fare la propria parte: nessuno escluso. Per questo il mio sostegno sul provvedimento è assicurato». Lo dichiara il consigliere regionale di Più Toscana, membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri. «Nel 2013 il nostro Gruppo ipotizzò i possibili risparmi della manovra, stimando una spesa minore di circa 150.000.000 di euro in 5 anni. Capisco – conclude – le resistenze dei sindaci e del personale sanitario su problemi reali che saranno comunque affrontati.
Ma la strategia di fondo è segnata già da tempo e ritengo che in Consiglio Regionale Rossi otterrà consenso da parti che vanno ben oltre l’attuale maggioranza. Il problema sarà più articolato invece per quanto riguarda il superticket ma è già emersa da parte del Governatore, una chiara disponibilità al confronto»
Approfondimenti
«Lo so: gli ultimi bilanci consuntivi delle Aziende sanitarie e ospedaliere approvati in Toscana sono quelli relativi al 2012. Lo so, le ripartizioni Aifa sui payback per la farmaceutica sono in ritardo. Ma non basta come scusa dato che, a fronte di questa carenza che è nazionale, altre Regioni hanno evidentemente risolto. E' il caso dell'Emilia Romagna che i bilanci di esercizio 2013, Aifa o non Aifa, li ha adottati e approvati nei tempi di legge. Cliccare sul link http://www.saluter.it/bilanci-aziende-sanitarie/bilanci per credere.
Questo in Giunta regionale lo sanno, nel momento in cui accampano l'ennesima scusa nel vano tentativo di mascherare lo stato confusionale della sanità toscana?» Così il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI) ribatte alle dichiarazioni sullo stato dei bilanci delle Asl e delle Aou toscane rilasciate a margine di una conferenza stampa della giunta regionale."I superticket paventati dal presidente Rossi sui ricoveri e le prestazioni ospedaliere non possono essere la risposta ai tagli lineari del Governo.
E' giusto prevedere forme di partecipazione alla spesa sanitaria in ragione del proprio reddito, ma andare a toccare l'ospedalità gratuita apre di fatto la strada allo smantellamento del sistema sanitario toscano, un punto di riferimento a livello nazionale, in favore di un modello di sanità di stampo statunitense, sempre meno pubblica e sempre più privata".
Lo affermano le parlamentari toscane di Sinistra Ecologia Libertà Alessia Petraglia e Marisa Nicchi. "Cure di alta qualità devono essere disponibili per tutti all'interno delle strutture pubbliche - proseguono - Si lavori, quindi, sulla riduzione e razionalizzazione dei costi, ma senza mettere mai in discussione i capisaldi che permettono di garantire il diritto alla salute senza distinzioni di censo. Rossi riveda quindi le sue affermazioni, ma soprattutto si dimostri intransigente con il Governo guidato dal segretario del suo stesso partito: non è riducendo indiscriminatamente i servizi ai cittadini che si possono far quadrare i conti, tantomeno inseguendo la facile demagogia con cui sono stati fino a qui presentati i tagli".
«Il verdetto dell’Agenas relativo al volume dei parti dell’ospedale pediatrico Meyer rischia di non rendere merito alle eccellenze che operano in questa struttura: i 13 parti l’anno registrati nel punto nascita del Meyer, per il Ministero della Salute rappresentano una soglia di gran lunga al di sotto del limite di 500 parti l’anno previsto dagli standard nazionali per considerare una struttura “sicura”.
Peccato che si tratti di un grande paradosso statistico che è bene portare alla luce. I piccoli che nascono al Meyer infatti sono affetti da gravi malformazioni congenite che richiedono una specializzazione di altissimo livello. In poche parole si partorisce al Meyer solo in casi altamente delicati. Questo spiega il basso numero di parti: una contestualizzazione purtroppo non permessa dai soli numeri». Lo dichiara il consigliere regionale di Più Toscana, membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri che commenta i risultati del Programma Nazionale Esiti 2014 curato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari. «I dati forniti dall’Agenzia – sottolinea – non devono essere visti nell’ottica di una classifica fra strutture, tuttavia è bene precisare che alcune letture potrebbero offrire una visione distorta su alcuni ospedali come nel caso del volume di parti al Meyer che rischia di uscire “sacrificato” da una lettura puramente statistica.
L’ospedale rappresenta un’eccellenza nazionale che nel 2013 ha attratto quasi 6.000 pazienti da fuori regione con una mole di accessi al pronto soccorso di 40.490 unità nello stesso anno. Negli ultimi 4 anni inoltre la ricerca scientifica del Meyer è cresciuta del 30% portandoci molto vicini al livello di ricerca scientifica del Bambino Gesù di Roma e del Gaslini di Genova.Prendendo a riferimento la maternità sono ancora molte le strutture che non raggiungono i volumi d’intervento minimi prefissati.
Questo dato deve però essere contestualizzato come nel caso dell’ospedale di Portoferraio sull’Isola d’Elba con 210 partil’anno scorso, anche qui il numero deve tenere in considerazione la condizione di insularità del presidio. Il dato toscano è in linea con quello nazionale emerso dall’analisi Agenas: nel 2013 in Italia i punti nascita che effettuano meno di 500 parti l'anno sono stati 133, su un totale di 521 ospedali presi in considerazione, di cui 8 nella nostra regione: Istituto Ortopedico Toscano, Casentino, Piombino, Portoferraio, San Francesco di Barga, San Rossore, villa Donatello ed il Meyer di Firenze.
Una presenza, quest’ultima, che ci ricorda i versi illuminanti di Trilussa a proposito delle leggi statistiche che, parafrasando, recitava: “la legge statistica è quella per cui se qualcuno mangia un pollo, e qualcun altro no, in media hanno mangiato mezzo pollo a testa”».
Regione Toscana, Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica) e le associazioni Europa Donna Italia ed Europa Uomo Italia firmeranno venerdì 24 una dichiarazione d'intenti per la tutela dei diritti dei pazienti con tumore. Nel corso dell'incontro, che si terrà nell'auditorium dell'assessorato al diritto alla salute, si parlerà anche delle Breast Unit (centri di senologia specializzata), che in Toscana sono già una realtà, e delle Prostate Cancer Unit (centri specializzati per il trattamento del tumore alla prostata), alla cui realizzazione si sta lavorando.
Le donne, dunque, passano il testimone agli uomini nella lotta contro il tumore.Il parto è uno degli eventi più belli nella vita di una donna ma può comportare anche dei rischi. Proprio su questo tema, la Regione Toscana, che è stata tra le prime in Italia ad attivare un Centro di gestione per il rischio clinico, diretto da Riccardo Tartaglia, ha organizzato a Siena, il 23 e 24 ottobre, il congresso nazionale dal titolo "Rischio Clinico in ostetricia: come prevenire e gestire gli eventi avversi", che si terrà nell'Aula magna del Centro didattico delle Scotte.
L'evento è organizzato in collaborazione con Felice Petraglia, direttore dell'Ostetricia e Ginecologia dell'AOU Senese, Mariarosaria Di Tommaso, della Medicina Prenatale dell'AOU Careggi, Giovanna Salerno, direttore dell'Ostetricia e Ginecologia dell'AOU Pisana, l'Ordine dei Medici di Siena e Maria Serena Verzuri, responsabile Gestione Rischio Clinico dell'ospedale senese. Il congresso di Siena sarà un'importante occasione di incontro tra i maggiori specialisti italiani e stranieri, per mettere a punto le strategie per rendere sempre più sicuri gravidanza e parto.
Gli esperti si confronteranno su sette temi caldi, presentando casi concreti, analizzando in dettaglio gli audit clinici su come prevenire l'evento avverso, e valutando come deve essere organizzato l'intero Ospedale per prevenire e risolvere i casi critici. Si parlerà quindi di emorragia postpartum, malattia tromboembolica, ipertensione e preeclampsia, complicanze derivanti dalla procreazione medicalmente assistita legate soprattutto ai parti gemellari o all'età avanzata delle partorienti, complicanze anestesiologiche, sepsi e acidosi metabolica nel neonato.
Parteciperà all'evento anche Sabaratnam Arulkumaran, presidente mondiale della FIGO – Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia. "L'approccio del congresso – spiega Petraglia – vuole essere molto pratico perchè il nostro obiettivo è fare il punto su come si assiste, nel migliore dei modi e in piena sicurezza, la donna in gravidanza, soprattutto nei casi ad alto rischio, in un contesto ospedaliero adeguato a risolvere le possibili complicanze. Un'ottima assistenza parte proprio dalla possibilità di prevenire i possibili rischi e gli eventi avversi, sia per la futura mamma che per il nascituro". "L'ostetricia rappresenta un settore della medicina particolarmente delicato per la gestione del rischio clinico - dice Riccardo Tartaglia, responsabile del centro Gestione Rischio Clinico della Regione - Sulla base degli studi disponibili, si stima che il 4,4% degli eventi avversi riguarda le donne ricoverate in ostetricia.
Non si tratta di incidenti frequenti, ma talvolta, per fortuna molto raramente, di estrema gravità per le conseguenze che possono avere sulla madre e sul neonato". Il Centro GRC della Regione Toscana ha messo a punto alcune buone pratiche per la gestione dell'emorragia post partum, della distocia di spalla e per la corretta comunicazione tra gli operatori.
Ha inoltre iniziato la sperimentazione di una specifica check list di sala parto, per ridurre al minimo le dimenticanze in un lavoro sempre più complesso e con numerose variabili da tenere sotto controllo.