[Campi Bisenzio, 29 aprile 2022] - Dopo il nulla di fatto della riunione del Comitato di proposta e verifica dello scorso 27 aprile, l'RSU ex Gkn si rivolge alla proprietà, ma soprattutto alle istituzioni per un deciso cambio di passo verso un processo serio di reindustrializzazione del sito produttivo di Campi Bisenzio.
"Il fatto che il MISE sia stato riconvocato il 20 aprile in assenza delgi investitori" sottolinea l'RSU, "costituisce un venire meno dell'affidamento che collettivamente ci eravamo dati il 31 marzo. E porta con sé il rischio che il comitato di proposta e verifica perda di credibilità".Secondo l'RSU le slide dela bozza di progetto industriale presentata da QF "non costituisce un piano industriale sufficientemente dettagliato" e quindi non può essere la base su cui apporre la firma per cassa di transizione.
Una situazione sulla quale sebbene siano state ampiamente sollecitate, le istituzioni nazionali e locali non si sono espresse. La domanda che emerge è quindi chiara: per le istituzioni coinvolte la bozza di proposta di QF è adeguata e sufficiente?"Il fatto incontrovertibile" - rimarca la rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici ex Gkn - "è che il 21 era fissato un incontro per la cassa di transizione che è saltato non per responsabilità dell'RSU" che al contrario aveva sollecitato un ampio incontro preparatorio prima dell'incontro del MISE del 20 aprile.
Che significa un approfondimento concreto sulle specifiche di un piano industriale "che dovrebbe avere la capacità di entrare in quote di mercato, volumi produttivi effettivi e previsionali, tempi di messa a terra delle linee produttive, di una loro certificazione e implementazione, piani di nuova formazione legati al prodotto e composizione del bacino di reclutamento, dettaglio delle competenze richieste per nuove assunzioni, previsione occupazionale legata a singole linee e tipologie di prodotto, lavori edili e di ammodernamento dello stabilimento" anche in senso ecosostenibile.Un quadro quindi chiaro e definito, che dovrebbe prevedere anche l'intervento pubblico di Invitalia e "meglio ancora della Cassa Depositi e Prestiti, perchè il pubblico giochi un ruolo qualificante e autorevole".Inoltre, ribadisce la Rsu, "vi è la necessità di conoscere il nome dei partner e di un meccanismo che ufficializzi il loro coinvolgimento: dalla bozza di piano industriale infatti emerge che tali partner possiedono il prodotto, i brevetti, il mercato, il know how per la realizzazione del progetto stesso.
Per cui la presenza stessa dei partner o l’ufficializzazione del loro grado di coinvolgimento è l’unica effettiva garanzia di realizzazione del progetto e di possibilità di approfondirlo."Tutto ciò dovrebbe essere discusso al prossimo tavolo MISE che l'RSU chiede ufficialmente venga fatto a Firenze presso la sede istituzionale ritenuta più adeguata, anche spostando la discussione tecnica in stabilimento. Una seduta che "dovrà essere anticipata da materiale scritto e da valutare in tempi congrui, sapendo con anticipo l'eventuale assenza o presenza dei partner industriali al tavolo".
"Non sarà accettata nessuna discussione sull'ammortizzatore sociale fatta all'ultimo" per evitare di mettere in condizioni i lavoratori di dover decidere sotto pressione su un prendere o lasciare.Condizioni necessarie, senza le quali l'RSU si riserverà di valutare la partecipazione stessa al prossimo incontro.