La Lunigiana sta affrontando una crisi idrica senza precedenti. Tra maggio e luglio di quest'anno le piogge si sono ridotte anche del 75% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A Parana, nel comune di Mulazzo (MS), sono caduti 82 mm di pioggia contro i 368 del 2021. Numeri che in Lunigiana si registrano in tutte le stazioni pluviometriche e che certificano una situazione che, giorno dopo giorno, si fa sempre più difficile.
«Quella che stiamo attraversando – afferma Gianluigi Giannetti, presidente dell'Unione dei Comuni Montana Lunigiana e sindaco di Fivizzano – è una stagione estremamente difficile, caratterizzata da pochissime piogge e da una forte calura. Una situazione davvero straordinaria che – continua il presidente – necessita della massima attenzione, soprattutto per quanto riguarda le aziende agricole del territorio».
Un allarme condiviso da Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio 1 Toscana Nord, che questa mattina, assieme al presidente dell'Unione dei Comuni, ha partecipato a un incontro con gli agricoltori della zona: «I dati – dice Ismaele Ridolfi – parlano chiaro: se nei prossimi quindici, venti giorni non dovesse piovere la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente. Noi – prosegue Ridolfi – siamo molto preoccupati perché il livello degli invasi è al minimo e il tempo di ricarica della vasche è molto lento. Se a breve il quadro non dovesse cambiare, saremo costretti a ulteriori razionamenti della risorsa idrica».
A preoccupare non è solo la mancanza d'acqua. La rete irrigua della Lunigiana è infatti un'infrastruttura obsoleta, caratterizzata da impianti estremamente vetusti. «La rete che abbiamo ereditato – sottolinea Ridolfi – è molto vecchia e necessita di continue riparazioni: questo dato, unito alla siccità, ci costringe a continue interruzioni del servizio. Per ammodernare gli impianti – conclude il presidente – il Consorzio ha già predisposto progetti esecutivi per oltre 14 milioni di euro, progetti che nei prossimi giorni presenteremo ufficialmente su tutte le linee di finanziamento disponibili, a cominciare da quelle previste dal PNRR».
Un'impostazione, quella del Consorzio di Bonifica, condivisa anche dall'Unione Comuni Montana Lunigiana. «La scorsa settimana – dice Gianluigi Giannetti – come Unione dei Comuni abbiamo approvato una delibera per supportare l'azione del Consorzio di Bonifica, in particolare nel reperimento delle risorse straordinarie necessarie ad ammodernare l'intera rete irrigua. A livello statale le linee di finanziamento ci sono, ora è fondamentale che la Regione Toscana ci ascolti e ci aiuti nell'ottenere gli stanziamenti necessari. Noi – sottolinea il presidente dell'Unione Comuni – siamo vicini al Consorzio di Bonifica e continueremo a fare tutto il possibile per ottenere i fondi necessari a mettere in sicurezza gli impianti della Lunigiana. Al presidente Ridolfi, che ringrazio, ho chiesto di venire incontro agli utenti, prevedendo – conclude Giannetti – anche delle riduzioni nella bollettazione».
La siccità prolungata del periodo ha portato praticamente in secca un tratto del fosso Ranocchiaio nella zona del Lago di Porta, lasciando un sola pozza d’acqua di circa 30 metri quadrati nel punto più basso di tutto il corso d'acqua, dove sono alloggiate le pompe idrovore. Uno spazio ristretto dove si erano radunati i pesci scampati dalla calura e destinati però a morte certa. La situazione era tenuta sotto controllo da giorni dagli uomini del Consorzio di bonifica Toscana Nord che sono intervenuti quando hanno capito che non si sarebbe potuto aspettare oltre: i livelli d’acqua all’interno del canale stavano vistosamente calando e le piogge attese sono rimaste solo annunciate.Gli esemplari, circa 100 tra carpe, carassi e anguille, rimasti praticamente intrappolati all’interno della pozza d’acqua, sono stati portati in salvo dal personale del Consorzio che li ha rilasciati nel vicino fiume Versilia.
L’operazione si è svolta adottando tutte le attenzioni necessarie per non stressare gli animali che iniziavano a mostrare cenni di sofferenza per il caldo e la carenza di ossigeno.
“Abbiamo avvisato gli uffici regionali competenti e ci siamo adoperati per portare in salvo animali in difficoltà fra cui esemplari di anguilla, specie pregiata, tipica della zona protetta del Lago di Porta. - Spiega il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi - Quella verificatasi al Ranocchiaio è al momento l'unica situazione critica rispetto a tutti i 34 impianti idrovori gestiti dal Consorzio, dove l'acqua nei canali che arrivano alle pompe è presente in livelli accettabili e non abbiamo rilevato sofferenze della fauna ittica.”Muniti di lunghi stivali al petto, gli operai hanno tentato il tutto per tutto calandosi all’interno del canale e recuperando gli animali con i guadini.
Un lavoro impegnativo perché i pesci si erano radunati dietro le griglie dell’impianto, nel punto più ombreggiato di tutta la struttura, ma anche il più difficile da raggiungere. Uno alla volta gli esemplari, in parti uguali tra adulti e novellame, sono stati deposti in grossi secchi e spostati nelle acque dell’attiguo fiume Versilia, valutate dagli esperti idonee a poter accogliere gli animali e garantire il loro immediato adattamento.
“Una storia a lieto fine che denota una grande sensibilità da parte dei nostri dipendenti, che ringrazio per l'impegno profuso. - conclude Ridolfi - Resta purtroppo la preoccupazione per il perdurare della eccezionale situazione siccitosa che avrà indubbi riflessi sullo stato dei delicati ecosistemi dei nostri corsi d’acqua e che ci induce a impegnarci per trovare soluzioni che consentano di trattenere le acque interne e ricaricare le falde per far fronte a eventi climatici straordinari come quello che stiamo vivendo.”