FIRENZE- La vigilia della presentazione delle liste elettorali per le comunali 2024 a Firenze può diventare l’occasione per tirare un consuntivo della consiliaturaconclusa. In particolare per un gruppo consiliare come quello della Lega Salvini che, almeno in termini di consistenza numerica, ha vissuto la sua prima volta a Palazzo Vecchio. Nove da Firenze lo fa con Federico Bussolin, Capogruppo nel Salone de’ Dugento e segretario provinciale del partito.
“E’ stata un’esperienza impegnativa per due ragioni. La prima perché ha richiesto tanto impegno per onorare le promesse di una vigilanza di opposizione attiva fatta all’elettorato. La relazione del presiedente dell’Assemblea, Luca Milani, che certifica il recepimento di sole quattro mozioni consiliari da parte della Giunta, dimostra quanto sia complesso incidere sull’operato del governo cittadino. L’altro fattore che abbiamo dovuto fronteggiare è stata la crescita elettorale della Lega, che all’epoca ci costrinse a una selezione affrettata delle candidature, che probabilmente ha prodotto la mobilità del gruppo al quale sono usciti quattro dei sei componenti, anche se ne registrato anche uno in entrata”.
C’è nelle sue parole qualche accento di autocritica?
“Con il senno di poi ammetto che alcune delle candidature furono decise senza verificare l’effettiva motivazione ideale. Ma ripeto in quella fase avevamo pochi margini. Penso in particolare a Michela Monaco, con cui abbiamo condiviso quattro anni importanti di battaglie sui temi delle barriere architettoniche, tema nuovo per il nostro partito, ma con la quale non siamo riusciti a completare il percorso insieme. Mi dispiace che Michela non abbia approfittato delle opportunità di confronto diretto a livello ministeriale che il partito le aveva offerto. A parte la necessità di mettersi in gioco nell’ipotesi di un calo di consensi elettorali”.
Con il senno di poi cosa cambierete stavolta?
“Abbiamo più esperienza, abbiamo una struttura capillare del partito, al netto degli andamenti nazionali, abbiamo una forte intesa con la segreteria nazionale”.
In questi anni l’opposizione di centro-destra non sempre si è mostrata coordinata
“Ricorderà che all’inizio della consiliatura avevamo un coordinatore dell’opposizione, l’ex candidato sindaco Ubaldo Bocci. Dopo le sue dimissioni la funzione non è stata ricoperta. Può darsi che abbia nuociuto un eccessivo spirito di competizione tra consiglieri comunali particolarmente giovani. Ma le cose sono cambiate nel corso degli anni”.
A che punto siete con le liste?
“Abbiamo quasi completato il nostro elenco con 36 nomi competitivi. Rimangono da decidere le candidature per la presidenza dei Consigli di quartiere. Stiamo lavorando forti dell’esperienza del 2019 con l’obiettivo di proporre nomi importanti e che garantiscano una sicura lealtà al nostro progetto politico”.
Come è maturata la candidatura di Eike Schmidt?
“La candidatura di Schmidt avrebbe potuto essere intesa dagli attivisti come un segno di sfiducia nei confronti dell’organigramma dei partiti. Ma un candidatura indipendente assume invece una grande forza per vincere i ballottaggi. Il sindaco civico non sempre riesce ad accontentare tutti i desiderata delle forze politiche che lo esprimono. Ma preferisco un sindaco eletto che un candidato sconfitto”.
Perché l’ufficializzazione della candidatura Schmidt ha tardato tanto?
“E’ vero, si sarebbe dovuto annunciarla prima. Come arrivò in ritardo anche quella di Ubaldo Bocci. Ma ripeto le implicazioni della candidatura civica hanno richiesto tempo per cementare l’intesa. Ricordo che a un certo punto era arrivata anche la proposta di primarie di coalizione da parte del coordinatore regionale di Forza Italia, Marco Stella”.
A Firenze, sui grandi temi di governo del territorio, al netto di quello sulla sicurezza, il Centro-destra non pare così in contrapposizione con il programma del Partito democratico
“Nota anche lei che il Pd deve gestire più divisioni ideologiche all’interno della propria coalizione sulle questioni urbanistiche e infrastrutturali? Penso allo sviluppo aeroportuale di Peretola e alla realizzazione del sotto-attraversamento ferroviario. Lo scontro con il Centro-destra è semmai sul piano regionale dei rifiuti, dal quale è scomparso il termovalorizzatore di Firenze. Però non si capisce dove andremo a conferire e smaltire le masse prodotte in città e intanto la Tari aumenterà del 5% all’anno, anche se quest’anno ci fanno credere che sia solo del 3,5%”.
L’altra questione divisiva è la tramvia?
“Mettiamola così: dobbiamo definire concretamente i futuri percorsi tramviari. La maggioranza di Centro-sinistra sbandiera altre due linee già definite, mentre Eike Schmidt ha annunciato che è necessario mettere mano sulle opere non ancora contrattualizzate. In che termini? Certo che dobbiamo portare a compimento l’intera infrastruttura, ma dobbiamo anche dare certezze sui costi, sui tempi e soprattutto sull’impatto che i binari avranno sulla viabilità urbana. Dobbiamo immaginare nuove soluzioni tecniche e una differente sede propria che confliggano meno con il traffico privato”.
Non possiamo dimenticare la sicurezza
“E’ il tema che abbiamo imposto al centro del dibattito elettorale. Però mi consenta di dire una cosa: ne ho parlato anche nei giorni scorsi con il Ministro dell’Interno. Come spiega Piantedosi può darsi che in città ci sia una carenza di organico. Vogliamo dire 200 agenti? Ma se poi non costruiamo i Cpr necessari, o non riusciamo a dare certezza della pena, tutto l’investimento organizzativo rischia di andare a farsi benedire”.
Concludiamo con una sorpresa dal vostro programma elettorale?
“Vi regalo un’idea già realizzata in altre città italiane e che vogliamo portare anche a Firenze: un ospedale veterinario a servizio gratuito dei fiorentini e dei loro animali da compagnia”.