Firenze– Secondo round di consultazioni sull’edilizia residenziale pubblica, per la commissione Sanità e politiche sociali – presieduta da Stefano Scaramelli – che nel pomeriggio ha ascoltato le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e l’Università di Siena. Tante voci per riuscire a offrire un quadro il più possibile corrispondente alla realtà, così da individuare insieme la strada più consona in vista della riforma del settore. Se per i rappresentanti delle associazioni di categoria, senza entrare nel merito del processo di accorpamento, è necessario tendere alla razionalizzazione della spesa, dando vita ad un impianto programmatorio per un maggiore coordinamento tra interventi pubblici e privati, per le organizzazioni sindacali il punto cruciale è rilanciare l’Erp con finanziamenti adeguati.
Da qui tutta una serie di proposte di modifica ed emendamenti (dagli anni di presenza in regione allo squilibrio tra punteggi, passando dai punti assegnati in caso di sfratto) per una riforma che abbatta la burocrazia e risponda alle reali esigenze della gente. Perché una cosa è certa: il bisogno abitativo si amplia, non solo per il povero, ma anche per quello che un tempo si sarebbe detto il ceto medio; la casa popolare diventa strumento di emancipazione e richiede una vera e propria battaglia per le risorse, che i sindacati sono pronti a fare. Da parte del presidente della commissione Sanità è stata ancora una volta sottolineata la volontà di accogliere le tante osservazioni, per arrivare a una riforma condivisa e in grado di rispondere ai bisogni.
Sempre sul fronte audizioni, il professor Roberto Di Pietra, dell’Università di Siena, ha relazionato i tanti presenti sull’indagine condotta sulla fattibilità di costituzione di tre società di soggetti gestori. Alla giornata di audizioni, oltre a tutti i membri della commissione Sanità, ha partecipato anche l’assessore regionale competente. La parola torna adesso ai tecnici e alla politica.
L’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e la necessità di guardare con più attenzione alla posizione di chi risiede da più tempo sul territorio è questione reale che, sollevata dal Comune di Firenze, si propone per tutta la Toscana. Così il presidente dell’assemblea, Eugenio Giani, ritenendo che si debba favorire una maggiore premialità nell’affidamento degli alloggi, soprattutto alla luce dei 100 milioni di euro di investimenti da parte della Regione Toscana: un forte intervento nel settore dell’edilizia residenziale pubblica. Per il presidente dell’assemblea si deve tener presente l’orientamento della Corte costituzionale, che non vuole la discriminazione fra cittadini italiani e stranieri.
Un principio che Giani rispetta profondamente e che, spiega, non viola la valorizzazione in termini di punteggio per l’assegnazione dell’alloggio a chi risiede da almeno 10 anni sul territorio. Nonostante la crisi abbia peggiorato le condizioni di vita anche di numerosi toscani, le graduatorie dei Comuni sono straordinariamente ricche di persone che non hanno la cittadinanza italiana.
“Il sindaco e la giunta di Firenze fanno proposte alla Regione e tutte le opposizioni, invece di dare una mano, si agitano? Forse perché stiamo toccando temi su cui già da tempo stiamo lavorando bene, vicino ai cittadini, con i quali cerchiamo di lavorare sulla prevenzione e loro come al solito cercano solo una facile demagogia”. Angelo Bassi, capogruppo Pd in Consiglio comunale replica a nome di tutti i consiglieri PD a quei partiti che oggi hanno solo criticato le proposte del sindaco Nardella sulle assegnazioni dei punteggi nelle graduatorie Erp. “Le proposte che abbiamo fatto e i criteri che abbiamo proposto le abbiamo avanzate perché da anni lavoriamo a fianco delle famiglie più deboli e sappiamo che oggi ci sono famiglie che hanno bisogno di risposte.
Il nostro obiettivo – ha aggiunto Bassi a nome di tutto il gruppo PD – è quello di evitare ghetti come abbiamo visto in alcune periferie e nelle banlieue parigine. Inoltre non prendiamo lezioni dalle destre che agiscono solo aumentando l’odio sociale e soffiando sulle paure delle persone: noi da sempre abbiamo lavorato e lavoriamo sull’integrazione e la prevenzione evitando tensioni sociali. In merito, infine, a chi ha citato la situazione del Comune di Arezzo, ricordiamo che anche questo Comune, come tutti gli altri in Toscana, non può che applicare la legge vigente”.