Respingere ogni tentativo di infiltrazione malavitosa in Toscana, ma soprattutto far sentire ai cittadini, feriti, la presenza delle istituzioni e garantire loro salute e sicurezza. Ed inoltre, scelte coerenti in tema di gestione dei rifiuti, procedendo con forza sulla strada dell’economia circolare puntando sul dialogo con i settori produttivi e sulla realizzazione di impianti adeguati per il recupero e lo smaltimento di quelli speciali. Scelte che vanno però condivise da tutti gli attori in gioco. Così l’assessora all’ambiente Monia Monni, subito dopo la comunicazione in Consiglio regionale con la quale ha ricostruito la complessa vicenda amministrativa riguardante l’autorizzazione ambientale dell’impianto Acquarno.
“E’ stato grande lo sconforto che mi ha assalito appresa la notizia – ha detto Monni - ma non per le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, che in una terra così ricca non si possono escludere, ma perché sento il peso della responsabilità di respingerle e di difendere la Toscana. Le reazioni dei cittadini, alle prese con la paura per la propria salute, sono state vere e proprie coltellate e ci hanno spinto a reagire subito, chiedendo l’intervento immediato ad Arpat”.
“I primi che abbiamo coinvolto – ha proseguito l’assessora - sono i sindaci, responsabili della salute pubblica, ai quali abbiamo garantito il nostro appoggio per dare una risposta condivisa e unitaria, perché la lotta ai tentativi di infiltrazioni passa anzitutto da istituzioni forti e credibili e da politiche di qualità, efficienti e trasparenti. Chiedo loro impegno su questo fronte e di dare alla giunta indirizzi chiari e di sostenere coraggiosamente le scelte conseguenti in tema di rifiuti. A partire da quelli speciali che, ricordo, non sono competenza regionale: si rivolgono al libero mercato e devono essere gestiti da chi li produce. La regolazione sta nei processi autorizzativi e nei controlli”.
Dialogo con i settori produttivi ma anche scelte coraggiose. “In questi anni – ha poi aggiunto Monni - non ci siamo limitati alla pianificazione dei rifiuti urbani ma abbiamo lavorato per spingere i settori produttivi a migliorare le proprie prestazioni e aiutarli a individuare soluzioni più sostenibili per la gestione dei propri scarti. L’economia circolare è lo strumento scelto per ridurre la produzione di rifiuti, quella più efficace per quelli speciali. Abbiamo aperto tavoli, uno per ogni distretto, per trovare le soluzioni migliori.
Una scelta che rivendico con forza. Adesso però dobbiamo trovare insieme strade che non consentano scorciatoie, per arrivare ad impianti che consentano di recuperare o smaltire in modo corretto, economico e sostenibile questi scarti. I settori produttivi ne hanno bisogno e, al di fuori delle competenze amministrative, la politica ha le proprie responsabilità perché ogni volta che si prova a far atterrare un impianto, si scatena il gioco politico del consenso che spesso insegue la pancia e perde di vista l’obiettivo.
Non avere competenze non significa non avere responsabilità”.
“Anche se non c’entra niente con la vicenda in atto – ha spiegato Monni - perché, ripeto, le indagini riguardano rifiuti speciali che non sono competenza della pianificazione regionale, dovremo anche aggiornare il piano degli urbani e scegliere dove realizzare gli impianti necessari. Ognuno porterà avanti la battaglia di dissenso, magari del proprio territorio, o farà la sua parte per mettere al sicuro il sistema? Sono pronta a fare la mia parte, su tutta la linea e fino in fondo, consapevole di avere al mio fianco una Regione forte, persone competenti, appassionate ed oneste, con le quali sono orgogliosa di poter lavorare”.
“Abbiamo tutte le risorse per difendere questa terra – ha quindi concluso l’assessora -, ma ognuno deve sentirne la responsabilità. Se pensano di poter mettere le mani sulla Toscana sono certa che troveranno un muro solido e compatto: istituzioni, forze politiche e sociali, la parte sana del tessuto economico e civile. Ciascuno ha una scelta davanti: provare a trarre un po’ di visibilità politica o arrotolarsi le maniche e scendere in trincea. Se sceglierete la seconda opzione, mi troverete lì”.
Questa mattina le associazioni Firenze Identitaria e Il Dirigibile Valdera hanno organizzato una protesta in via Cavour a Firenze, davanti alla sede del Consiglio Regionale della Toscana. I manifestanti hanno chiesto che venga fatta immediata chiarezza sui legami tra la ‘ndrangheta e il Partito Democratico, in merito all'inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti speciali.
“Siamo qui perché la nostra Regione non deve diventare un postribolo di mafie e comitati d’affari”, ha dichiarato il responsabile di Firenze Identitaria Saverio Di Giulio, “dall’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia emerge che la ‘ndrangheta ha messo le mani su molte imprese toscane, creando un monopolio sullo smaltimento dei rifiuti tossici. Gli inquirenti hanno evidenziato un sistema di favori da parte di importanti esponenti del PD nei confronti di imprenditori in odor di mafia, addirittura presentando e facendo votare un emendamento funzionale ad omettere i controlli sul depuratore Aquarno di Santa Croce sull’Arno, operazione effettuata su richiesta diretta di quello che la Procura ha definito un sodalizio criminale”.
“Nonostante la gravità delle accuse, il PD non sta fornendo risposte soddisfacenti ai cittadini toscani, ci sembra anzi che si vogliano confondere le acque”, ha proseguito Chiara Ambra Romano di Firenze Identitaria, “la magistratura ha iscritto nel registro degli indagati Ledo Gori, Capo di Gabinetto di Rossi prima e di Giani adesso, oltre al Dirigente della direzione ambiente della Regione Toscana, Edo Bernini, il consigliere regionale del Pd, Andrea Pieroni e la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, per la quale si ipotizza addirittura il reato di associazione a delinquere.
Al di là di come finirà la vicenda giudiziaria, esistono gravissime responsabilità politiche, relazioni malate che secondo gli inquirenti hanno causato lo smaltimento abusivo di 8mila tonnellate di rifiuti contaminati sotto il manto stradale della SR429, tra Empoli e Castelfiorentino.”
“L'inchiesta”, conclude Antonella Veropini, ex consigliere comunale di Santa Croce sull’Arno e membro dell’Associazione Il Dirigibile Valdera, “ha portato alla luce una situazione inquietante, fatta di eco-reati che mettono a rischio la salute di milioni di toscani. Vogliamo che la magistratura vada a fondo velocemente, punendo severamente i colpevoli in modo da permettere ai conciatori onesti di non restare economicamente danneggiati, più di quanto non lo siano già stati dai costi di depurazione sostenuti negli ultimi anni. La Regione deve fornire risposte precise anche al fine di tutelare gli operatori sani di un comparto molto importante per il nostro territorio”.