Firenze, 24 aprile 2021- Nella seduta del 26 maggio 2020, l'emendamento 11bis (chiesto da diversi esponenti del mondo conciario attualmente inquisiti nell'inchiesta sulla 'ndrangheta), è stato presentato da quattro consiglieri regionali del Pd e votato dall'intero Pd compreso l'attuale presidente della Regione. Anche se Eugenio Giani ha dichiarato di non aver firmato l'emendamento e di non essere a conoscenza nemmeno del contenuto.
Un emendamento non proprio di routine. Serviva per escludere l'impianto di “Acquarno” dall'obbligo della procedura di Autorizzazione integrata ambientale. Le intercettazioni e le dichiarazioni di uno dei presentatori mostrano la loro totale inconsapevolezza del contenuto dell'emendamento presentato ma la consapevolezza di dover aggirare l'iter di presentazione per eventuali contrarietà dei tecnici e di dover affidare al presidente Giani la sua presentazione. L'emendamento era legato alle attività imprenditoriali del territorio del cuoio ed è stato quindi firmato dai consiglieri del Pd di quella zona. Tra quei consiglieri c'è l'attuale vicepresidente della Regione e il presidente del consiglio regionale.
Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia hanno depositato la richiesta dell'istituzione di una Commissione regionale d'inchiesta sulle infiltrazioni della mafia e della criminalità organizzata in Toscana. "Le indagini della Procura di Firenze e della Dda dello scorso 15 aprile, che ipotizzano legami tra imprese, mondo politico e cosche della 'Ndrangheta nella nostra regione - sottolineano i capigruppo Marco Stella (FI), Elisa Montemagni (Lega) e Francesco Torselli (FdI) - sono comunque un campanello d'allarme. Il fenomeno delle infiltrazioni criminali va avanti da diversi anni, in tutti i settori, con numeri sempre più inquietanti, come emerge puntualmente dai rapporti stilati da forze dell'ordine e Istituzioni pubbliche".
"Non dimentichiamoci - avvertono i capigruppo dei partiti del centrodestra - che nel secondo Rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione (2018) curato dalla Scuola Normale di Pisa su commissione della Regione Toscana, c'è scritto nero su bianco che, escludendo Sicilia, Campania e Calabria, secondo le statistiche ufficiali negli ultimi tre anni la Toscana è la prima regione in Italia per numero di arresti e denunce con l'aggravante del metodo mafioso, e per questo si conferma un contesto economico favorevole, oltre che vantaggioso, per gli investimenti criminali. Secondo i dati della Dia (Direzione Investigativa Antimafia), infatti, sono 78 i clan che hanno sviluppato attività economiche in regione, di cui il 48% fa riferimento alla 'Ndrangheta calabrese e il 41% alla Camorra campana, mentre a Cosa Nostra e alla Sacra corona unita resterebbe l'11%”.
"Come emerso a gennaio nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Firenze - aggiungono Stella, Montemagni e Torselli - la Toscana rimane centrale nei traffici nazionali e transnazionali di droga, e vanta numeri importanti anche nel gioco d'azzardo, nel riciclaggio, nel traffico di rifiuti, nell'occultamento di capitali criminali in particolare nel settore immobiliare e turistico-ricettivo. La proposta andrà adesso in Ufficio di Presidenza e ci auguriamo che l'UP deliberi quanto prima la costituzione di questa Commissione d'inchiesta, che dovrà svolgere un lavoro importante e minuzioso a servizio della comunità toscana".
“La strada regionale 429 sarebbe stata costruita con 8 mila tonnellate di rifiuti tossici riciclati dalla 'Ndrangheta, cioè la cenere prodotta dagli scarti dell'industria conciaria. Chiediamo alla Regione Toscana di avviare immediatamente i carotaggi chiesti dalla DDA per verificare se la strada è stata davvero costruita con il keu. Nel caso in cui la Regione abbia già in mano l'esito di questi controlli, deve immediatamente comunicarli alla cittadinanza e prendere le misure necessarie. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa c'è sotto ai loro piedi”. Così Francesco Torselli durante il flash mob organizzato questa mattina da Fratelli d'Italia nei pressi della strada regionale 429.
“Sarà la Magistratura a scoprire se e chi sono gli assassini che hanno seppellito quintali di rifiuti tossici nella nostra Regione, mettendo in pericolo la vita dei cittadini e il nostro ambiente. Intanto, però, la politica è chiamata a dare delle risposte. Per primo il Presidente Giani che, secondo le carte del Gip, avrebbe ricevuto delle pressioni da parte d'imprenditori e politici oggi indagati, affinché Gori rimanesse al suo posto. Poi anche da parte dell'assessora Nardini, la quale - come rivelato dalla stampa -, appena saputa della riconferma di Ledo Gori quale Capo di Gabinetto, si sarebbe immediata prodigata ad avvertire gli imprenditori e i politici del distretto conciario”.
“Vogliamo sapere da Giani, che allora era Presidente del Consiglio, e dai consiglieri regionali del Pd firmatari dell'emendamento salva-Aquarno, se sapevano cosa stavano facendo o se hanno votato 'a caso'? Se ne erano consapevoli, dovranno spiegarci se i contributi elettorali che Nardini e Giani hanno ricevuto dai conciatori, hanno a che fare con quell'emendamento. Se invece avessero votato ‘a caso’, senza conoscere le conseguenze di quello che stavano facendo, dovrebbero dimettersi immediatamente. Il Pd ha il dovere di fare chiarezza per fugare ogni ombra di collusione con imprenditori senza scrupoli!”.
"La magistratura farà il suo dovere e noi abbiamo piena fiducia nel lavoro degli inquirenti per l’inchiesta sulla ndrangheta in Toscana. La politica però non può tacere davanti agli atti politici e ai documenti votati e strettamente legati a questa vicenda in Consiglio Regionale -intervengono da Sinistra Italiana Toscana- Cosa si fa ora? Si fa finta di niente o il Pd decide di affrontare con onestà intellettuale la subalternità di un partito alle richieste degli imprenditori al punto da mettere in difficoltà un intero comprensorio industriale?
Noi siamo molto preoccupati per le conseguenze sui lavoratori di un settore economico che aveva conquistato un pezzo di mercato proprio in nome della sostenibilità -spiegano da Sinistra italiana Toscana- Per non parlare delle conseguenza ambientali per tanti territori toscani e l'alto rischio di inquinamento dei terreni con conseguenze gravi per la salute dei cittadini, per l'agricoltura e la salubrità delle acque.
Questo silenzio del Pd è imbarazzante anche dinanzi alle goffe dichiarazioni di Giani. Qui siamo di fronte a una vera e propria situazione di emergenza politica che è impossibile rimuovere o minimizzare visto che ad essere coinvolti sono esponenti del Pd che sono la classe dirigente di questa Regione. Non vorremmo pensare che il benessere dei cittadini e delle cittadine toscane sia sacrificato in nome dell'unità del partito. E’ necessaria una reazione all'altezza della gravità della situazione da parte della politica, a cominciare da chi detiene le massime responsabilità istituzionali, affinché vengano posti al centro non esclusivamente gli interessi delle imprese ma, prima di tutto, quelli dell'ambiente e dei lavoratori. Questa, oltretutto, è la sola strada percorribile affinché il tessuto sociale e democratico della Toscana possa arrestare i processi di infiltrazione in atto da parte della criminalità organizzata" concludono da Sinistra Italiana Toscana.
“Gli aspetti preoccupanti intorno alla vicenda dello smaltimento illecito degli scarti delle concerie di Santa Croce sull'Arno sono troppi per poter essere ignorati. Si va dal possibile sversamento di cromo e arsenico nelle falde acquifere, all'utilizzo di rifiuti tossici per la composizione di altri fondi stradali, oltre al già noto caso della strada regionale 429”, afferma il consigliere regionale FdI e vice presidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi.
“Non c'è tempo da perdere, – incalza Capecchi – Arpat effettuerà le analisi nei pozzi privati dei territori coinvolti nell'inchiesta ma non è sufficiente. I cittadini non devono essere lasciati soli e non devono pagare il prezzo più alto in questa vicenda”.
“Ho predisposto un accesso agli atti e una richiesta di audizione urgente in commissione Ambiente dei vertici di Arpat, d'accordo con i commissari d'opposizione, per fare chiarezza sulla vicenda e venire a conoscenza dei siti potenzialmente inquinati – conclude il consigliere FdI -. Comincerò chiedendo di venire a conoscenza delle modalità stabilite da Arpat per programmare ed effettuare le ispezioni agli impianti autorizzati alla gestione di rifiuti speciali e scarichi idrici, oltre a richiedere l'elenco delle aziende ispezionate negli ultimi anni”.
"Gravissime notizie circa i contenuti della risposta che il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha reso durante in question time della Camera dei Deputati, in risposta alla interrogazione del collega On. Ziello (Lega). Da quanto apprendiamo, la situazione della dispersione in Toscana dei rifiuti contenenti scarti di conceria è di una vastità e gravità non immaginabili. Viene confermata la natura contaminante anche del sito dell’aeroporto di Pisa, dove l’azienda Lerose ha conferito materiali per il sedime della pista.
Come ha chiarito il Ministro, è stato accertato che rifiuti liquidi e fanghi industriali contaminati venivano convogliati verso il depuratore Aquarno ed allontanati sotto forma di fanghi di trattamento dal medesimo impianto senza alcun tracciamento. Un conferimento fuori le regole di sicurezza ambientale che ammonta a circa 200 mila tonnellate l'anno. A questo sistema dobbiamo rispondere con immediata urgenza attraverso gli opportuni strumenti parlamentari. Quale membro della commissione di inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti annuncio che il Gruppo Lega in quella commissione di indagine chiederà l’immediata apertura di un approfondimento richiedendo gli opportuni accertamenti per individuare tutti i siti nei quali simili nefandezze nello smaltimento del cosiddetto 'Keu' si è concretizzata.
La salute dell’ambiente e dei cittadini è al primo posto, e preoccupa come le istituzioni regionali abbiano taciuto per mesi prima di allertare le autorità locali e sanitarie dei pericoli che i cittadini stanno rischiando. Anche su questo aspetto accenderemo i nostri riflettori di indagine parlamentare senza tentennamenti". Lo dichiara l'On. Manfredi Potenti, deputato toscano della Lega-Salvini Premier e segretario della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Partendo dal presupposto che il Comune di Fucecchio fa parte autorevolmente, del Comprensorio del Cuoio e della Pelle e del Distretto Industriale di Santa Croce sull'Arno, Marco Cordone (Consigliere comunale di Fucecchio della Lega Salvini Premier e Consigliere Nazionale ANCI), ha presentato al Sindaco di Fucecchio, Alessio Spinelli, un'interrogazione sul tema "Infiltrazioni mafiose nel Comprensorio del Cuoio e della Pelle; gravissimi danni di immagine per tutto il distretto conciario e preoccupazioni per imprese, lavoratori e tutela dell'ambiente. A rischio i finanziamenti della Regione Toscana al Poteco?"