Vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, esprimono preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina, e rinnovano la loro vicinanza alle comunità cristiane del Paese. Accogliendo l’invito di Papa Francesco a vivere il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per la pace, i Vescovi fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra! I Vescovi del Mediterraneo conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace.
"L'attacco della Russia all'Ucraina è ingiustificabile e va condannato in maniera inequivocabile -dichiara l'On. Rosa Maria Di Giorgi, Capogruppo Pd in Commissione Istruzione e Cultura- Come ha detto il presidente Draghi l'Occidente e la Nato devono dimostrare fermezza e rispondere compattamente al fine di evitare che l'azione di Putin porti alla destabilizzazione dell'intera regione. Le armi della diplomazia sono chiamate ad un ulteriore sforzo per ritrovare le ragioni della pace. Ma è chiaro che alla Russia dobbiamo mandare un messaggio risoluto di condanna.
Il mio pensiero va innanzitutto ai cittadini ucraini, agli uomini e alle donne di quel Paese amico dell'Italia , in cui vive una folta comunità di loro connazionali, che sono alle prese con una situazione di gravissimo pericolo. Fedeli all'articolo 11 della nostra Costituzione confidiamo che il nostro Paese e gli alleati sappiano trovare anche in quest'ora difficilissima, le ragioni e le azioni necessarie ad una soluzione che sia di soddisfazione per tutte le parti in causa.
L'attacco della Russia all'Ucraina è ingiustificabile e va condannato in maniera inequivocabile. Come ha detto il presidente Draghi l'Occidente e la Nato devono dimostrare fermezza e rispondere compattamente al fine di evitare che l'azione di Putin porti alla destabilizzazione dell'intera regione. Le armi della diplomazia sono chiamate ad un ulteriore sforzo per ritrovare le ragioni della pace. Ma è chiaro che alla Russia dobbiamo mandare un messaggio risoluto di condanna. Il mio pensiero va innanzitutto ai cittadini ucraini, agli uomini e alle donne di quel Paese amico dell'Italia , in cui vive una folta comunità di loro connazionali, che sono alle prese con una situazione di gravissimo pericolo. Fedeli all'articolo 11 della nostra Costituzione confidiamo che il nostro Paese e gli alleati sappiano trovare anche in quest'ora difficilissima, le ragioni e le azioni necessarie ad una soluzione che sia di soddisfazione per tutte le parti in causa".
Approfondimenti
"C'è sempre lo spazio per una trattativa se davvero lo si vuole aprire. Se si ha cuore la vita dei figli degli altri come dei propri - perché nè gli uni nè gli altri sono invulnerabili - si è sempre in tempo a fermarsi. La risposta non è mai nella guerra, nell'attacco armato, nell'illusione di poter dirigere i conflitti come da una cabina di regia che ci porta sullo schermo un terribile spettacolo visto dall'alto, ma senza entrare nella carne, nel cuore, nella mente delle persone.
Come Sindaci della Città Metropolitana di Firenze ci rivolgiamo alle autorità russe perché sospendano l'invasione dell'Ucraina, un Paese che ha profonde ferite nella sua storia, e i bombardamenti. Tutti si fermino in presenza di gesti di buona volontà e ascolto.
Una grande potenza che si è sentita umiliata dall'aggressività di una parte del mondo che ha puntato ad arricchirsi anche su di lei e ancora di più dopo il 1989 e la fine dell'Unione Sovietica, rischia ora di dissipare un capitale di cultura, amicizia, rispetto che ha sempre legato l'Italia alla Russia e all'Est europeo. Per noi Russia e Ucraina sono Europa e c'è bisogno di tutti per fermare un'involuzione legata ovunque all'accaparramento del risorse e delle fonti energetiche, con disprezzo per la vita umana. Non sarà un'altra guerra a risolverla, semmai l'approfondirà.
I problemi tra Russia e Ucraina e il loro rapporto con l'Occidente si è aggravato negli ultimi anni nell'insensibilità generale - bisogna riconoscerlo - ma si può tornare sui propri passi dando prospettiva a tutti.
Nei nostri territori vivono più di 2330 ucraini, più di 800 russi e di 100 bielorussi. Vivono con noi, molti e molte di loro aiutano i nostri anziani, altri si sono inseriti in tante altre attività delle nostre comunità. Facciamo nostra la loro angoscia e chiediamo a tutti di non credere alla presunta forza risolutiva della guerra. Da queste nostre città, in questi giorni impegnate a dare un futuro pacifico al Mediterraneo, scongiuriamo di abbassare le armi, di non avvelenare la terra, di fare respirare i cieli, di sentire il pianto dei bambini, di salvare tutti".
"L’invasione dell’Ucraina si basa su un concetto molto semplice: l’idea che l’Occidente delle democrazie sia entrato in un’irreversibile spirale di decadenza. Un Occidente diviso al proprio interno in piccoli, stupidi, egoismi e troppo sazio per avere la determinazione necessaria per progredire e per reagire con fermezza a sfide, ma anche a minacce dirette. Sta a noi decidere se dimostrare alle autocrazie che hanno clamorosamente sbagliato i loro calcoli o se confermare la loro analisi. Prego in questa alba di guerra nel cuore dell’Europa per i cittadini Ucraini, aggrediti militarmente per la loro ferrea volontà di essere anche loro Occidente" interviene anche Stefano Mugnai, Vice Capogruppo Vicario Coraggio Italia alla Camera dei Deputati.