Come tutti i musei italiani anche il Museo civico archeologico di Chianciano Terme è rimasto fruibile ad intermittenza in seguito all’emergenza sanitaria da COVID-19. Dopo circa due mesi di porte chiusure totali dallo scorso 26 aprile possono riaprire i musei nelle 13 regioni attualmente in zona gialla, compresa la Toscana, secondo i protocolli di sicurezza già adottati prima dell'ultima chiusura a febbraio scorso. Il Museo civico archeologico di Chianciano Terme riapre al pubblico a partire da giovedì 29 aprile (con orario 10/13 e 16/19 - aperto tutti i giorni della settimana).
Già a partire da questo fine settimana, quindi, sarà possibile visitare il museo etrusco, su prenotazione online o telefonica per i fine settimana (sabato e domenica). Per ulteriori informazioni contattare direttamente il Museo civico archeologico di Chianciano Terme: telefono 0578 30471; e-mail: museoetrusco@libero.it.
“La bellezza dell’arte torna a disposizione di tutti grazie alla riapertura del nostro Museo civico archeologico - afferma il Vicesindaco e Assessore alla cultura del Comune di Chianciano Terme, Rossana Giulianelli -. Ci auguriamo che con questa riapertura nel rispetto delle normative di sicurezza si possa ridefinire, insieme ai gestori, la programmazione culturale ”.
Il Museo civico archeologico delle Acque di Chianciano Terme, ospitato dentro un ex granaio nel cuore del centro storico della stazione termale, raccoglie preziosi reperti archeologici rinvenuti nel territorio comunale e vanta la più importante collezione di canopi etruschi (ovvero vasi cinerari in forma umana) al mondo. L'esposizione si apre con alcune ricostruzioni di sepolture ed esposizioni di corredi tombali, tra cui vasellame, ceramiche e anfore, databili tra il VI e il V secolo a.
C., epoca di massimo sviluppo per la città. Molto ricca la collezione dei canopi provenienti dagli scavi nella necropoli di Tolle, mentre a testimonianza della successiva età ellenistica si ritrovano urne cinerarie in alabastro e una serie di ambienti per la lavorazione del vino, recuperati da una fattoria scoperta presso Poggio Bacherina e qui ricostruiti. Appartiene allo stesso periodo anche il monumentale frontone di terracotta, che ornava un edificio sacro nella valle dell'Astrone, non lontano dalla sorgente dei Fucoli e dedicato ad una divinità salutare.