Firenze– L’aspettativa di vita dei residenti dell’Azienda Ausl Toscana Centro (comprendente i territori di Empoli, Firenze, Pistoia e Prato) si attesta tra le più elevate in Toscana: 81,6 anni per gli uomini e 86,2 per le donne. Ai vertici della classifica la Provincia di Firenze e Prato, con un picco di 86,5 nelle femmine della zona fiorentina sud-est.
In tutta la Regione l’aspettativa per gli uomini è di 81,3 anni, mentre per le donne sale a 85,4. Un nuovo nato oggi nel territorio dell’Ausl Toscana Centro può contare su una durata di vita tra le più alte al mondo, molto vicine ai record giapponesi. Si conferma pertanto l’ulteriore incremento dell’aspettativa di vita nei territori dell’Ausl Toscana Centro: 82,1 anni per i maschi e 86 per le femmine della Provincia di Firenze, 81,9 per i maschi e 86,1 per le femmine della Provincia di Prato infine 80,9 per i maschi e 85,6 per le femmine residenti nella Provincia di Pistoia. L’aumento di aspettativa di vita da anni è in progressiva crescita e nella maggior parte dei casi dipende da scelte individuali che comportano stili di vita sani.
Negli anni più recenti è legata anche all’aumento della sopravvivenza per le malattie croniche e degenerative più diffuse(cardiovascolari, respiratorie, tumori) grazie all’uso di efficaci terapie farmacologiche e innovative tecnologie sanitarie. I 1.628. 345 cittadini (maschi: 784.418, femmine: 843.927) residenti nei 73 Comuni dell’Ausl Toscana Centro, di cui 380.948 (23%) nel Comune di Firenze sono in assoluto tra i più longevi. L’Ausl Toscana Centro è la seconda azienda sanitaria in Italia per dimensione demografica dopo quella metropolitana di Milano.
I residenti sono il 43,6% del totale dei toscani e più di un terzo vive nei Comuni di Firenze e Prato. L’area pratese è la zona distretto più popolosa con oltre 250 mila abitanti. Oltre metà degli assistiti vivono nel territorio dell’ex Asl 10 (51,5%) mentre gli altri sono distribuiti in modo piuttosto equilibrato tra le altre aree territoriali di Pistoia ( 17,9%), Prato ( 15,7%) ed Empoli ( 14,9%).
ll progetto pilota dello Stroke Team di Santa Maria Nuova
Lo Stroke System della Asl Toscana centro all'avanguardia, e la Stroke Unit di Santa Maria Nuova tra le migliori a livello europeo, unico "centro diamante" italiano per la qualità delle cure dei pazienti colpiti da ictus. Il riconoscimento è venuto dal Congresso della European Stroke Organization che si è tenuto a Milano nel maggio scorso.
E ora il Centro di Santa Maria Nuova punta a qualificarsi anche tra i migliori centri a livello mondiale, in occasione del congresso della World Stroke Organization, che si terrà a Vienna nel 2020. Nel 2018 inizia la collaborazione con la Angels Initiative che, supportato dalla European Stroke Organization e dalla Stroke Alliance for Europe, ha lo scopo di incrementare il numero di ospedali attrezzati per la cura dell'ictus e di ottimizzare il percorso nelle Stroke Units esistenti.
In Europa ogni 30 minuti un paziente colpito da ictus muore o rimane disabile a vita perché viene trattato nell'ospedale "sbagliato", non attrezzato per la cura dell'ictus. La collaborazione con la Angels Initiative parte inizialmente come progetto pilota nell'ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze (primo incontro tra il dottor Roberto Carpi, direttore della Radiologia, la dottoressa Angela Konze, radiologa e la dottoressa Lorenza Spagnuolo, consulente Angels), con organizzazione di incontri di formazione multidisciplinari (Medicina d'Urgenza, Radiologia, Medicina Interna) e multiprofessionali (medici, infermieri e OSS, tecnici di radiologia), implementazione del protocollo di diagnostica per immagini con software di intelligenza artificiale in comodato d'uso (per accelerare e rendere più omogenea la valutazione delle immagini TC in urgenza) e simulazioni del percorso ictus in situ coordinate in parte da esperti nazionali.
Vista la risonanza e i positivi risultati ottenuti, da giugno del 2018 tutta la Asl Toscana centro aderisce alla Angels Initiative, con programmi di formazione in tutti gli ospedali accreditati per il trattamento dell'ictus. Dal 2017 al 2019 è notevolmente aumentato il numero dei pazienti con ictus trattati con trombolisi intravenosa e si è nettamente ridotto il tempo "door to needle" (tempo che intercorre dall'ingresso del paziente in ospedale alla somministrazione del farmaco trombolitico).
Prendendo come esempio l'ospedale di SMN, nel 2017 sono stati trattati 29 pazienti con ictus ischemico acuto (il 14% di tutti i pazienti con ictus ischemico), con un tempo medio "door to needle" di circa 75 minuti; nel 2018 sono stati trattati 66 pazienti (circa il 30%), con un tempo medio "door to needle" di circa 38 minuti; nel primo trimestre del 2019 è stato trattato circa il 50% dei pazienti con ictus ischemico acuto, con tempo medio "door to needle" di 32 minuti. I risultati incoraggianti di SMN sono stati ottenuti solo grazie alla collaborazione fra Regione, Asl Toscana centro e la Angels Initiative, e grazie alla collaborazione delle varie discipline e professioni (Medicina d'urgenza diretta prima dal dottor Mauro Pratesi e ora dal dottor Michele Lanigra, Radiologia diretta dal dottor Roberto Carpi con percorso coordinato dalla dottoressa Angela Konze, Medicina Interna diretta dal dottor Giancarlo Landini, personale infermieristico e OSS, tecnici di radiologia e personale tecnico e medico del laboratorio analisi).
Miglioramento per le Cardiologie in Toscana
Un territorio sempre più cardioprotetto grazie ad un’efficiente rete dell’infarto miocardico che comprende, sulla costa tirrenica, le Cardiologie del “Versilia” e dell’ospedale “Apuane” insieme alla Fondazione Monasterio ed anche in casi specifici all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Il quadro che emerge dagli ultimi dati del Programma di osservazione degli esiti della Regione dimostra uno straordinario miglioramento per gli ambiti territoriali della Versilia e di Massa Carrara.
Questi stessi territori solo nel 2006 facevano registrare tassi di mortalità cardiovascolare tra i più alti a livello regionale. Attualmente sono invece gli ambiti con le migliori performance regionali, invertendo così il trend negativo iniziale. In dettaglio, il rischio di morire per infarto miocardico in Versilia ed a Massa Carrara è tra i più bassi a livello regionale e nazionale. Non solo, ma anche il rischio di ricoveri ripetuti sono più bassi della media regionale e del Paese. Questi risultati testimoniano l’efficace organizzazione dei percorsi e cura da parte della Cardiologia della Versilia diretta dal dottor Giancarlo Casolo e da quella del territorio Apuano diretta dal dottor Giuseppe Arena. Il modello organizzativo delle reti tempo-dipendenti attuata a livello regionale e con gli stessi criteri nell’area vasta nord ovest, ha permesso di sviluppare una collaborazione 'governata' tra azienda territoriale e azienda ospedaliera, in un contesto in cui la massima sincronizzazione degli interventi rappresenta un fattore chiave.
Ciò comporta indubbi vantaggi per il paziente, che in questo modo viene assistito in tempi più brevi, con gli interventi più appropriati e secondo un preciso percorso assistenziale. Il discorso vale quindi anche per i territori di Versilia e Massa Carrara. Da oltre 10 anni ormai grazie alla telemedicina alle Cardiologie del Versilia e dell’Ospedale di Massa è riservato il compito di fare la diagnosi di infarto ed aprire le porte della Rete Cardiologica al paziente. L’attuale modello di trattamento dell’infarto si basa sull’integrazione in rete del lavoro congiunto del 118, associazioni di volontariato, pronto soccorso dei due Ospedali, dei reparti Cardiologici Ospedalieri, e della Fondazione Monasterio.
Ogni componente della rete è fondamentale per il successo delle cure, che continua sul territorio con il contributo degli ambulatori e della Medicina Generale.