Firenze, 4 dicembre 2024 - Il Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico sono stati dichiarati beni culturali dal Ministero della Cultura. L’importante riconoscimento è frutto di un lavoro conoscitivo svolto dalla Soprintendenza in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, i rappresentanti delle comunità cittadine, il Comune e l’Università di Firenze, che si è concluso con il Decreto del 26 settembre 2024 del Segretariato regionale.
Il provvedimento si inserisce nell’ambito delle azioni promosse dal Ministero della Cultura per il riconoscimento e la salvaguardia delle espressioni del patrimonio culturale immateriale, in conformità con la Convenzione UNESCO adottata a Parigi nel 2003, ratificata dall’Italia con Legge 167/2007.
“Più che un vincolo, che impone limitazioni - spiega la Soprintendente Antonella Ranaldi - è un riconoscimento del valore culturale immateriale e materiale del Corteo storico, espressione rituale vivente, di tradizioni, costumi, attori insieme alla manifestazione agonistica del Calcio storico. Il vincolo introduce un modello di tutela dinamica che mira a garantire l’autenticità e la vitalità di pratiche culturali espressione dell’identità di una comunità”.
“Un risultato importante per Firenze – sottolinea l’Assessora alle tradizioni popolari Letizia Perini – ottenuto grazie all’impegno e alla professionalità di tutte le parti in causa. Il progetto portato avanti dal Ministero della Cultura per salvaguardare il corteo della Repubblica fiorentina e del Calcio storico valorizza un patrimonio secolare, garantendo un riconoscimento ufficiale delle nostre tradizioni e di tutti gli elementi e simboli collegati". "Era un intervento atteso e auspicato da molti per proteggere un pezzo importante della storia della nostra città - ha aggiunto l'assessora - per l'amministrazione è fondamentale tramandare alle future generazioni un patrimonio soprattutto sociale e culturale, unico in tutto il mondo”.
Ogni anno Firenze mette in campo una sfilata che apre al torneo dell’antico gioco del calcio in costume, rievocando la “partita dell’assedio” che si svolse il 17 febbraio 1530 nella Firenze repubblicana assediata dalle truppe di Carlo, atto di sfida e coraggio contro l’attacco delle truppe imperiali.
La manifestazione, come la conosciamo oggi, venne inaugurata nel maggio 1930 con un corteo che vide il coinvolgimento di oltre cinquecento attori allo scopo di celebrare la realtà politica e civile della Firenze rinascimentale. Da allora (1930) si è svolta con continuità, contrassegnata da mutamenti ed elementi di persistenza.
Gli attori sociali, protagonisti del Corteo storico che apre la manifestazione, sfilano per il centro della città al ritmo di una marcia di tipo soldatesco, in rappresentanza degli organi politici ed economici della Firenze del Cinquecento. La sfilata accompagna i giocatori - detti calcianti - ed i rappresentanti degli storici quartieri dell’area metropolitana (Bianchi per il Quartiere di Santo Spirito, Azzurri per il Quartiere di Santa Croce, Rossi per il Quartiere di Santa Maria Novella e Verdi per San Giovanni) verso la piazza dove si disputano le giocate e si svolge la cerimonia di inizio.
Le fogge di costumi e armature, la gestualità, l’interpretazione dei ruoli, le competenze e le tattiche sportive, il contributo musicale che animano la sfilata e le giocate sono frutto, dunque, di saperi tramandati di generazione in generazione, ulteriormente rivitalizzati all’interno di ciascun gruppo di appartenenza, grazie anche ai regolamenti e agli interventi operati nel tempo dal Presidente del Calcio Storico e dal Direttore del Corteo. Questi, a sua volta, nella guisa del Capitano delle Guardie del Contado e del Distretto, guida la sfilata e la cerimonia d’apertura in base ad una consolidata tradizione.
Il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio sono un vero e proprio ‘monumento vivente’ con il coinvolgimento di tutti gli attori nella ricorrenza più acclamata, quella del torneo del 24 giugno (Festa di San Giovanni patrono della città), e in altre occasioni nel corso dell’anno in forma più ridotta (ad esempio, la giocata del 17 febbraio riservata alle cosiddette ‘vecchie glorie’ dei tornei passati, la commemorazione della morte dell’Elettrice Palatina il 18 febbraio, la fiorita in onore del Savonarola il 23 maggio e lo Scoppio del carro per il giorno di Pasqua).
I due eventi principali cioè il torneo di san Giovanni e la giocata del 17 febbraio, si concludono nella piazza di Santa Croce, dove si confrontano i 27 giocatori di ciascuna delle quattro squadre. Vengono innalzate tribune per quattromila spettatori che delimitano un ampio rettangolo di 80 x 40 metri ricoperto di circa venti centimetri di rena, detta ‘sabbione’. Ogni partecipante rievoca un personaggio dell’ultima Repubblica Fiorentina e i giocatori della partita del 1530, secondo le ricostruzioni del 1930.
Indossa abiti e accessori (calzature, cappelli, cinture e gioielli) che si ispirano alla moda dell’epoca; alcuni rivestono ruoli militari (armature, armi bianche e armi da fuoco) oppure suonano strumenti musicali (chiarine e tamburi), esibiscono mazze, bandiere o gonfaloni. L’incontro ludico-competitivo in cui si sfidano le quattro squadre è a eliminazione diretta in un gioco a volte violento. Allo scopo di piazzare la palla nella porta avversaria con i piedi o con le mani, quasi ogni forma di contatto è permessa, ad eccezione di quelle che sono state interdette nei regolamenti affinati nel tempo.
Negli ultimi vent’anni l’aspetto dello scontro fisico è stato portato al parossismo, al punto di mettere in discussione il suo svolgimento in alcune occasioni; al contempo ne decreta il successo locale e l’interesse mediatico internazionale.
In breve, il calcio storico (inteso come gioco) e il corteo nascono – e rimangono – come parti integranti della stessa manifestazione.
Parte inscindibile del valore identitario delle manifestazioni itineranti e cittadine legate alla storia locale, sono stati individuati 24 esemplari tra costumi e oggetti rievocativi, selezionati tra i 120 che sono stati catalogati e studiati. Gli esemplari selezionati sono rappresentativi di varie tipologie di costumi fra le centinaia che vengono utilizzati nelle sfilate del Corteo storico.
La rievocazione che, oggi come allora, si snoda attraverso le vie e le piazze del centro storico, non è solo una celebrazione di un evento fortemente evocativo per la comunità, ma una testimonianza viva del legame profondo tra la città e la sua memoria. Il Calcio Storico Fiorentino, con le sue partite disputate ogni anno nel mese di giugno tra i quartieri storici, detti Colori, è ugualmente attestazione di un’eredità culturale frutto di valori condivisi e di coesione sociale.
L’evento rappresenta un’importante occasione per lo sviluppo del territorio, con ricadute positive sul turismo e la promozione delle attività locali. I capi e le armature indossati nel corso della manifestazione sono infatti realizzati e curati da laboratori del posto. La sinergia tra la manifestazione e le realtà produttive del territorio rafforza il legame con la comunità, contribuendo alla crescita del tessuto socioeconomico e al consolidamento dell’identità culturale della città.
Il vincolo è quindi strumento che riconosce e valorizza il patrimonio immateriale come veicolo di memoria e appartenenza collettiva, garantendone la vitalità. L'obiettivo è preservare queste tradizioni come pratiche vive e in continua evoluzione.
“La tutela del ‘Patrimonio culturale materiale e immateriale’ del Corteo e del Calcio Storico Fiorentino è un valore inestimabile per la città di Firenze – rimarca il Presidente del Corteo Filippo Giovannelli. È un punto di partenza e non di arrivo, uno spartiacque e un provvedimento "apripista" di livello nazionale, che eleva le nostre manifestazioni rievocative al rango che meritano, nel panorama più vasto della cultura del nostro paese. È stato un processo lungo ed impegnativo di protocolli, intese, catalogazioni, studi storici e antropologici che ha coinvolto le istituzioni sin dai primi contatti del 2017, sposati con entusiasmo dall'Amministrazione comunale, dall'Università di Firenze e da tutto il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino.
Esprimo la mia più grande soddisfazione, condivisa con tutti i Capogruppo del Corteo Storico, per questo traguardo così importante per la nostra attività rievocativa e per l'intera comunità fiorentina”
La dichiarazione del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino come bene culturale immateriale testimonia l’impegno della Soprintendenza nella promozione e protezione di un patrimonio che è al tempo stesso simbolo di appartenenza locale e risorsa per il dialogo interculturale.
“Siamo onorati di questo importante riconoscimento per la più bella manifestazione storica della Città di Firenze” – enfatizza Michele Pierguidi, Presidente del Calcio Storico.
“Il riconoscimento del Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico come beni culturali espressione dell’identità collettiva è un traguardo straordinario per la nostra città e per le sue radici storiche. Grazie al Ministero della Cultura e al governo Meloni per aver dato valore a queste tradizioni, che incarnano lo spirito e l’identità di Firenze. Questo risultato non è solo un simbolo, ma un impegno concreto per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio immateriale, proiettandolo nel futuro. Finalmente le nostre tradizioni ricevono il rispetto e l’attenzione che meritano”, così dichiara in una nota l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Francesco Torselli.
"Grazie alla sensibilità del ministero della Cultura, il Corteo della Repubblica Fiorentina ed il Calcio Storico hanno ricevuto il riconoscimento di 'beni culturali espressione dell'identità collettiva'. Si tratta non solo di una prestigiosa attestazione, che due vere e proprie anime delle radici di Firenze da tempo meritavano, ma anche della dimostrazione di quanto il governo Meloni ed il MIC, che conclude un percorso che con altri esecutivi non aveva trovato compimento, sappiano riconoscere, nello sterminato patrimonio italiano dei beni culturali immateriali, quelle manifestazioni peculiari simbolo di identità che caratterizzano, da secoli, il passato ed il presente di una città e della sua comunità.
Questo importante conferimento, proietta nel futuro due manifestazioni le cui prospettive, da oggi, beneficeranno di ulteriori valorizzazione e tutela. Il governo Meloni continua a dare prova di tradurre le proprie politiche in fatti concreti, ponendo tangibilmente fine a quelle di precedenti esecutivi che si limitavano ai soli annunci" scrive, in una nota, il senatore fiorentino e capogruppo della commissione Cultura di Fratelli d'Italia Paolo Marcheschi.
Un riconoscimento che rappresenta un modello di riferimento replicabile a livello nazionale, rafforzando il ruolo delle istituzioni pubbliche nella tutela e valorizzazione delle pratiche culturali che definiscono l’identità di una comunità.