Firenze, 18 luglio 2025 - “Quello presentato dalla Commissione Europea è un piano sbagliato, che rischia di compromettere non solo la tenuta delle imprese agricole toscane, ma l’intero equilibrio economico e territoriale della nostra regione”.
A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando la proposta avanzata dalla presidente Ursula von der Leyen di accorpare la Politica Agricola Comune all’interno di un Fondo Unico europeo, con il conseguente taglio del 20% delle risorse destinate all’agricoltura.
“Penalizzare l’agricoltura – prosegue Neri – significa colpire direttamente le aziende più strutturate, quelle che lavorano meglio, che producono di più e che si confrontano ogni giorno sui mercati esteri. In questo modo l’Europa ci rende più deboli e ci consegna nelle mani delle importazioni estere, lasciando la nostra alimentazione alle scelte di altri Paesi, a cominciare da quelle dell’amministrazione Trump”.
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“Le conseguenze di questo piano non riguardano solo gli imprenditori e i lavoratori agricoli, ma tutti i toscani, che pagheranno cara questa furia tecnocratica contro l’agricoltura – continua il presidente – perché dove non c’è agricoltura non c’è cura del paesaggio, non c’è manutenzione del territorio, non c’è prevenzione del dissesto”.
Per questo il presidente di Confagricoltura Toscana lancia un appello alle istituzioni e alle forze politiche della regione: “Noi ci faremo sentire in tutte le sedi – conclude Neri – e invitiamo da subito partiti, sindaci, consiglieri regionali, giunta regionale (è di ieri la presa di posizione della vicepresidente Saccardi, che apprezziamo) e parlamentari a unirsi a noi. Al di là degli schieramenti, è il momento di difendere l’agricoltura toscana e con essa il futuro della nostra regione”.
“Il piano di bilancio della Commissione Von der Leyen è un tradimento nei confronti delle marinerie italiane e particolarmente devastante per la Toscana. I tagli al settore rischiano di affondare quel che resta della flotta regionale e di un settore strategico dal punto di vista economico, sociale e turistico”: così Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana commenta l’annuncio del drastico taglio di due terzi dei fondi comunitari destinati alla pesca, che passano da 6,1 a poco più di 2 miliardi di euro, pari a una riduzione netta del 67%. Per la Toscana il taglio si tradurrebbe in una sforbiciata netta ai fondi che passerebbero da 22 milioni a 7 milioni in sette anni. Un colpo durissimo per un settore che ha già visto affondare la metà dei pescherecci negli ultimi trent’anni, cercando nel contempo di attuare sacrifici, misure e investimenti per garantire sostenibilità ambientale e resilienza delle proprie marinerie.
La riduzione delle giornate in mare e l’invecchiamento della flotta, unito all’esplosione dei costi (gasolio in primis), già di per sé mettono a rischio la generazione di reddito e di lavoro, senza contare lo scotto delle importazioni sleale di pescato straniero. Nonostante 8 mila chilometri di coste ed un mare ricchissimo di pesce, importiamo l’85% di prodotto dall’estero consumando tre-quattro specie. Prodotti ittici per altro senza alcuna garanzia sulla provenienza e con standard di controlli molto inferiori ai nostri che rappresentano anche un pericolo per la nostra salute.
Nonostante ciò, la pesca artigianale ha dimostrato spirito di resilienza: crescite nei volumi catturati e un’innovazione diffusa in forme come l’ittiturismo, il pescaturismo e i punti vendita a chilometro zero. “Il taglio dei fondi è un colpo mortale per le comunità costiere. – spiega Danilo Di Loreto, Responsabile Coldiretti Pesca Toscana - Le marinerie sono patrimonio di identità, lavoro e tutela ambientale. Ogni euro perso significa meno sicurezza alimentare, meno occupazione, minori garanzie per gli stock ittici.
Chiediamo a voce alta un’Europa giusta, che riconosca la specificità della piccola pesca artigianale e che non abbandoni chi lavora per mare.”
Nelle banchine dei venti cinque approdi toscani sono poco meno di 600 le imbarcazioni che resistono. “La nostra pesca, praticata in modo artigianale e sostenibile, non può essere sacrificata per una politica miope che ignora tradizioni e vocazione costiera. – rilancia Coldiretti Pesca Toscana - Serve rapidamente un confronto con il Governo e con Bruxelles per difendere il nostro mare, i nostri pescatori e un modello di pesca responsabile che ha dimostrato di funzionare anche in tempi difficili”.