Firenze, 24 aprile 2021- Una circolare del Ministero dell’Interno inviata alle Prefetture ha, purtroppo, chiarito l’incertezza riguardante il consumo al bancone all’interno dei pubblici esercizi. Nella nota dell’Interno si afferma che “rimane esclusa, relativamente agli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande, la possibilità di consumazione al banco”.
“Come Fiepet Confesercenti, subito dopo la pubblicazione del Decreto Riaperture avevamo espresso il nostro parere circa la legittimità del consumo al bancone in quanto non esplicitamente definito nel testo. – afferma Franco Brogi Presidente Fiepet Confesercenti Firenze – Con la diffusione della Circolare del Ministero dell’Interno arriva l’ennesima e pesante batosta nei confronti della categoria, già pesantemente penalizzata dalle chiusure e restrizioni. Un’ulteriore accanimento verso i pubblici esercizi che fatichiamo a comprendere, e che genera distorsioni concorrenziali tra le attività”.
“In questo modo lunedì 26 aprile avremo una ‘falsa partenza’ in quanto buona parte dei pubblici esercizi, che non hanno spazi all’esterno, non potranno riprendere la loro attività ma continuare con l’asporto. – continua Brogi - Dopo 14 mesi di chiusure ed emergenza è necessario ed urgente trovare soluzioni diverse; occorre mettere in campo una nuova politica fatta di nuovi strumenti normativi, che non possono limitarsi a divieti e limitazioni all’attività di impresa”.
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“Il settore dei pubblici esercizi sta perdendo attività, costrette alla chiusura definitiva, e posti di lavoro. – prosegue Brogi - Questo determina un effetto a catena che procura un disagio sociale che diventerà sempre più difficile da sanare. Le scelte di quest’ultimo decreto sembrano estremamente punitive, rispetto a quelle adottate in momenti più critici dal punto di vista sanitario. Pur applicando rigorosi protocolli di sicurezza oggi si ritiene che il problema sia l’utilizzo degli spazi interni. Risulta incomprensibile e, soprattutto, insostenibile per le nostre imprese.”
“Sono necessarie scelte forti e precise e la nostra associazione è pronta a fare la propria parte, senza tirarsi indietro, con proposte serie perché il nostro contributo non è finalizzato solo a segnalare ma a individuare le soluzioni.” – conclude il Presidente Fiepet Confesercenti Firenze - È questa la vera sfida, questo è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere se vogliamo evitare il ‘rischio calcolato’ di veder chiudere migliaia di imprese del settore prima del termine dell’emergenza. Vogliamo lavorare e possiamo farlo in sicurezza, rispettando i protocolli e le linee guida; senza ulteriori e incomprensibili ostacoli all’attività di impresa”.
“Le restrizioni previste dal decreto, oltre ad essere ridicole, non sono supportate da alcuna evidenza scientifica. Se si dà la possibilità ai ristoranti di aprire a cena, bisogna mettere in condizione i ristoratori di lavorare, anche all'interno dei locali e senza coprifuoco, nel rispetto delle stesse regole che si rispettano fino alle 22”. Pasquale Naccari, presidente di Tni Italia, spiega così i motivi della protesta che si svolgerà domani sera alle 22.01 in piazza Signoria a Firenze. Il sit in 'scoprifuoco', coinvolgerà tutte le categorie 'inessenziali' e le loro famiglie, che dicono no al coprifuoco, che avrà un solo effetto: far morire le aziende del mondo della ristorazione e non solo.
“Chiediamo di essere liberati dal coprifuoco e dalle misure restrittive che non portano a convivere con il virus, ma esclusivamente a distruggere quel tessuto economico fatto di piccole e medie aziende, che sono un patrimonio per il nostro Paese e che oggi sono completamente abbandonate a loro stesse. Non vogliamo soccombere a causa del virus, ma, come si dice ormai da mesi, sarebbe necessario imparare a conviverci. Lanciamo una provocazione: visto che chiudere i ristoranti non è servito a nulla, perché il virus ha continuato a correre, chiudiamo tutto, trasporti pubblici compresi, fino alle 18, e apriamo solo i ristoranti la sera”, conclude Naccari.
Zero burocrazia, procedure snelle e massima programmazione: così l’amministrazione comunale di Montelupo cerca con i mezzi che ha a disposizione di rispondere alle esigenze di alcune delle categorie economiche più colpite dalla pandemia: ristoratori, parrucchieri, estetisti e ambulanti. Ne ha parlato l’assessore al commercio Simone Focardi in un incontro con le associazioni di categoria: Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Anva.
In tempo record è stato riavviato il progetto Montelupo di Fuori che consente a bar, ristoranti, gelaterie, pizzerie di mettere tavoli all’aperto, senza pagare il suolo pubblico. Coloro che lo scorso anno avevano già fatto richiesta e chiedono le stesse condizioni, devono semplicemente inviare una comunicazione per PEC.
Sabato 19 aprile con il passaggio da zona rossa ad arancione alle ore 14.00 l’amministrazione ha dato la possibilità di proseguire il mercato fino alle 19.00 predisponendo tutto in modo da essere preparati nel momento in cui è stata data la comunicazione ufficiale. Continuano le iniziative per dare maggiore respiro agli ambulanti anche nelle prossime settimane. L’amministrazione ha accolto positivamente la richiesta di poter fare il mercato anche il 1 maggio ed è disponibile a prolungare l’orario anche nel pomeriggio, qualora gli ambulanti lo richiedano e aderiscano in un numero congruo.
Stessa cosa per quanto riguarda parrucchieri ed estetiste. Il comune ha dato il via libera alle aperture anche nei giorni di festa del 25 aprile e del 1 maggio.
«Siamo consapevoli della situazione critica in cui si trovano tante attività dopo le chiusure forzate e nel momento in cui dal Governo viene dato il via libera alle aperture ci sembra opportuno consentire loro di lavorare il più possibile. Anche noi in molti casi ci muoviamo fra tante incertezze, ma facciamo il possibile per essere pronti e dare risposte veloci alle categorie economiche. In queste ultime settimane abbiamo accelerato le procedure burocratiche. Ad esempio i parrucchieri o le estetiste che desiderano rimanere aperte nei giorni di festa del 25 aprile e 1 maggio è sufficiente che inviino una comunicazione al SUAP. Siamo a disposizione per ascoltare i suggerimenti e le indicazioni che ci arrivano dalle associazioni di settore», afferma l’assessore al commercio Simone Focardi.
“Avevamo chiesto una data per la riapertura, ma non di certo a queste condizioni. Il nuovo Decreto, che dal 26 aprile prevede in Zona Gialla l'apertura di ristoranti e bar solo all'esterno, è decisamente peggiorativo rispetto al precedente!”.
È durissima la posizione del direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli sul Decreto approvato dal Governo che entrerà in vigore da lunedì. “Per i pubblici esercizi la situazione resta catastrofica, e la linea scelta non fa che girare il coltello nella piaga. Era difficile fare peggio, ma addirittura questo Decreto penalizza ulteriormente bar e ristoranti rispetto all'ultima Zona Gialla. Estendere il coprifuoco alle 22 fino al 31 luglio è incomprensibile, e finora almeno la somministrazione all'interno dei locali era consentita fino alle 18, mentre da lunedì si toglie anche questa possibilità e viene consentita solo all'esterno, fino al 1 giugno. È una discriminazione gravissima, che di fatto allunga di un altro mese il periodo di lockdown per più della metà dei bar e ristoranti italiani, se consideriamo che in Italia i pubblici esercizi che non hanno la possibilità di utilizzare lo spazio esterno sono oltre il 50%”.
“Queste scelte sono estremamente punitive nei confronti di imprenditori che stanno pagando a carissimo prezzo la crisi, e che chiedono solo di poter tornare a lavorare rispettando tutti i protocolli di sicurezza” afferma Pieragnoli. “La categoria ha già pagato con la chiusura di più di 20mila imprese e la perdita di 250mila posti di lavoro nel 2020 in tutta Italia, e se la politica resta quelle delle chiusure e dei lockdown ci misureremo con numeri ben peggiori”.
Per il direttore di Confcommercio Pisa è quanto mai urgente che le chiusure vengano almeno accompagnate “Da sostegni realmente adeguati alle perdite di fatturato. I fondi stanziati finora non corrispondono nel modo più assoluto ai mancati incassi, e gli imprenditori non possono continuare a lavorare solo con asporto e consegna a domicilio e continuare a sostenere tutte le spese. È ora che i buoni propositi annunciati dal Governo si traducano in ristori immediati e veramente accessibili per le imprese più penalizzate”.