"Grazie all'impegno e alla tenacia dei rappresentanti di Forza Italia, questa notte la commissione Bilancio della Camera ha approvato il rinvio dell'applicazione della direttiva Bolkestein di un anno per ambulanti e balneari. Si tratta di una proroga breve, che testimonia quanto la sinistra avversi queste due categorie di lavoratori, ma per noi è stata una piccola vittoria, che consente di prendere tempo in vista del prossimo anno, quando torneremo al Governo del Paese ed escluderemo entrambi i comparti dalla direttiva Bolkestein".
Lo affermano Marco Stella, Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana e coordinatore fiorentino di Forza Italia, e il capogruppo di FI al Comune di Firenze, Jacopo Cellai. "Sono decine di migliaia le imprese familiari nel settore degli stabilimenti balneari e della vendita ambulante - sottolineano Stella e Cellai - e la loro eventuale inclusione nelle maglie della Bolkestein rappresenta un pericolo a livello occupazionale ed economico.
Per questo nei mesi scorsi il centrodestra, primo firmatario Stella, ha presentato una proposta di legge in Consiglio regionale per chiedere una proroga di 30 anni delle concessioni demaniali agli stabilimenti balneari esistenti, durata tra i 20 e i 30 anni per le nuove concessioni, creazione di un marchio di qualità per le imprese balneari toscane, e istituzione di un fondo apposito per la gestione e la manutenzione della costa". Quanto agli ambulanti, "noi siamo categoricamente contrari a rimettere a bando tutte le concessioni, con la prospettiva che fondi di investimento e multinazionali arrivino a Firenze e in Toscana a fare shopping di banchi e chioschi - sottolineano i due esponenti di Forza Italia - Ne va del destino di migliaia di famiglie".
La Toscana è la regione del centro nord con la più elevata densità di esercizi ambulanti rispetto alla popolazione residente: un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, 700 mercati, quasi 11 mila esercizi (4200 solo a Firenze) e più di 13 mila addetti. "Il vero punto della questione - evidenziano Stella e Cellai - è che serve un deciso intervento politico a livello nazionale, per togliere stabilimenti balneari, fiere, chioschi e mercati ambulanti dalla Bolkestein".
Altro che ‘salva ambulanti’: siamo di fronte ad un provvedimento assurdo, che non solo getta ancora di più nel caos il settore del commercio su aree pubbliche, ma lo degrada in modo inaccettabile, privandolo della dignità imprenditoriale e trasformandolo in un’attività marginale, che esiste solo per garantire i livelli di occupazione. Così Anva Confesercenti, sull’emendamento alla manovra sul commercio ambulante, che sposta i termini di rinnovo di scadenza delle concessioni su area pubblica al 2020. L’emendamento, però, rinvia solo i termini delle concessioni ancora non rinnovate, lasciando nella più totale ed immotivata incertezza tutti quegli operatori che – obbedendo alla normativa – hanno già terminato la procedura.
Questo comporterà ulteriori assurde conseguenze: oltre al disallineamento temporale fra concessioni già assegnate e concessioni da assegnare, i due gruppi avranno anche criteri di selezione diversi. Chi ha già partecipato ai bandi emessi dalle regioni più virtuose, che hanno completato le procedure nei termini inizialmente stabiliti, vedrà applicarsi i criteri previsti dall’Intesa del 2012, mentre le concessioni da assegnare verranno valutate con altri parametri. Una differenza inaccettabile, una vera e propria assurdità politica che si somma ad una giuridica: il provvedimento, infatti, limita la libertà di impresa e relega incredibilmente il settore a fenomeno di natura sociale, il cui unico scopo è garantire l’occupazione. La categoria viene di fatto completamente marginalizzata, come avvenne nel periodo del ventennio.
Senza alcun vero motivo, se non per una logica clientelare che punta ad accontentare chi grida di più, anche al costo di fare disastri: un’operazione di cui il governo dovrà assumersi la responsabilità. Auspichiamo che si tratti di un passo falso, e che l’esecutivo possa intervenire in extremis per correggere questa stortura: c’è ancora tempo. Se ciò non dovesse avvenire, a questo punto si deve prendere l’impegno di escludere una volta per tutte il settore dal campo di applicazione della direttiva Bolkestein, già a partire dalla prossima legislatura.