FIRENZE- L'Amiata soffre, uno dei suoi prodotti più caratteristici e importanti per il territorio, la castagna, perde quest'anno fino al 90 per cento della produzione per gli strascichi della vicenda legata all'aggressione del cinipide, l'insetto arrivato dalla Cina, e una stagione estiva capricciosa, legata a profonde variazioni climatiche, che porta muffe sul frutto, problema peraltro presente a livello nazionale. Il rischio, sottolineano le associazioni di categoria e gli amministratori della zona intervenuti giovedì in Regione per un incontro con l'assessore all'agricoltura Marco Remaschi, è che per la filiera castanicola e il suoì indotto nel 2016 arrivi una perdita economica di diversi milioni di euro, considerando anche gli aspetti ambientali, turistici e sociali. La preoccupazione è che questa crisi possa, a causa della diminuzione di redditività, amplificare il fenomeno dell'abbandono dei territori, ripercuotendosi direttamente sulla manutenzione e della pulizia deiterreni che solo una presenza costante e attiva può garantire.
Insomma, tra muffe e cinipide, occorre a giudizio dei produttori individuare forme di sostegno per non vedere messa da parte una voce importante a livello agricolo e ambientale."Si tratta di un tema importante e delicato – ha sottolineato Remaschi - dal 2011 sono stati messi in campo interventi regionali che hanno portato a risultati apprezzabili con l'uso della lotta biologica mediante il lancio di insetti antagonisti. Mentre in alcune aree abbiamo già dalla scorsa stagione dei buoni risultati sulla ripresa della produzione, in altre, certamente anche a causa del clima non favorevole, non abbiamo ancora raggiunto livelli ottimali.
Ma sulla prevenzione fitosanitaria la Toscana è all'avanguardia per evitare arrivi indesiderati, e su questa strada la Regione continuerà a vigilare e agire a favore dei produttori". "Si aggiunga - ha proseguito – che per l'economia dell'Amiata, certamente non tra le più forti della regione, il mantenimento di un settore come la castanicoltura diventa di vitale importanza per la tenuta socio economica del territorio. Noi manterremo la massima attenzione ai bisogni dei coltivatori, con il miglior uso dei fondi europei e mediante ogni azione, concordata con le organizzazioni professionali e enti locali, utile all'aumento della redditività della produzione castanicola locale, cercando di chiudere la filiera, passando quindi dalla vendita del frutto non lavorato, a quella di prodotti con maggior valore aggiunto come farina o altro e creando quindi una rete di imprese in grado di affrontare in modo ottimale il mercato.
Entro una ventina di giorni conto di essere sull'Amiata per discutere direttamente a livello locale su come valorizzare insieme questo prodotto che merita una filiera di qualità entro un progetto condiviso e finalizzato".
Si svolgerà in due giornate, lunedì 24 e martedì 25 ottobre 2016, una conferenza su “Clima, agricoltura e Sicurezza alimentare: uno sguardo al futuro”,organizzata dal Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. Essa intende contribuire alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che quest’anno ha assegnato particolare rilievo al tema dei cambiamenti climatici, ed evidenziare come le attività di ricerca possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. La Conferenza di Firenze sarà articolata in due sessioni: la giornata di lunedì 24 ottobre, nella sede dell’Accademia dei Georgofili (Logge Uffizi Corti), sarà dedicata al dibattito e al confronto tra alcuni dei principali attori del settore agroalimentare appartenenti al mondo produttivo, al mondo della cooperazione, dei policy-maker e della ricerca; si svolgerà, inoltre, la sottoscrizione di un accordo tra Accademia dei Georgofili e CNR, volto a consolidare la già radicata intesa e collaborazione tra le due Istituzioni.
La giornata di martedì 25 ottobre, nell’Auditorium di S. Apollonia (Via San Gallo 25) sarà dedicata alla Conferenza annuale del Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari, nel corso della quale gli Istituti afferenti al Dipartimento presenteranno le più significative attività di ricerca sul tema oggetto dell’evento. Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi nel 2050, e tale incremento risulterà ancora più significativo nei Paesi in via di sviluppo.
Allo stesso tempo è previsto un aumento di pari livello della percentuale dei residenti nei centri urbani, che passerà dal 54% sul totale della popolazione nel 2014 a una stima attesa del 66% per il 2050. Il settore agro-alimentare è il primo a subire gli effetti di un mondo in evoluzione e deve quindi attuare al suo interno una trasformazione radicale, necessaria ad affrontare i trend di crescita dei tassi di consumo e di domanda, al fine di raggiungere l’incremento del 60% al 2050 auspicato dalla FAO e soddisfare quindi le esigenze alimentari e agricole mondiali, fornendo le basi per la crescita economica e la riduzione della povertà. In questo scenario i cambiamenti climatici rendono ancora più difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, impattando in maniera molto negativa sulla gestione agricola e sulla sicurezza alimentare, per l’aumento delle temperature, per l’alterazione nel ciclo delle precipitazioni e per la maggiore frequenza di eventi estremi come siccità ed inondazioni, soprattutto in regioni che sono già soggette a disastri naturali.
D’altra parte l’agricoltura non è solo vittima del cambiamento climatico, ma ne è anche responsabile, contribuendo con il 14% del totale delle emissioni di gas serra. Per tali motivi si richiede al settore agroalimentare un adattamento veloce e simultaneo al mutevole contesto esterno, con dei costi che ad oggi purtroppo rappresentano ancora un grande limite. Questa trasformazione dovrà inoltre essere accompagnata da uno sviluppo di tecnologie che garantiscano al contempo un utilizzo efficiente delle risorse naturali limitate (acqua, energia …) e un impatto ambientale sostenibile.
Potenziare la sicurezza alimentare, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, preservando le risorse naturali e gli ecosistemi vitali sono obiettivi concreti che richiedono la transizione verso un sistema di produzione agricola e alimentare più efficiente e più resiliente ai rischi, alla variabilità del contesto ambientale e alle situazioni di emergenza. Il mondo della ricerca da anni mette in campo i propri sforzi e le proprie competenze per affrontare la grande sfida globale volta a incrementare la produzione agricola ed alimentare attraverso un uso limitato delle risorse naturali.