Lo scienziato Stefano Mancuso, neurobiologo inserito nella classifica delle 20 persone che con le loro idee possono essere in grado di affrontare la questione ambientale a livello globale, ha scelto Firenze come laboratorio mondiale di città verde ed ecosostenibile. Intervenire sulle emissioni inquinanti e sull’uso delle risorse è fondamentale per il nostro futuro e quello dell’ambiente, e le città sono il punto principale su cui agire. Infatti, oltre il 70% dell’anidride carbonica prodotta ogni anno nel pianeta si sviluppa nell’ambiente urbano e qui va fermata, intervenendo prima che si diffonda nell’atmosfera. Come fare? Utilizzando le piante. Il progetto è davvero ambizioso: coprire la città di piante trasformando Firenze nella città più green d’Italia.
“Stefano Mancuso è uno dei massimi esperti mondiali delle politiche ambientali - afferma Dario Nardella -. Ha accolto la sfida di contribuire, nei prossimi anni, ad un piano rivoluzionario che riguarda il verde in tutta la città: rivestiremo interi quartieri, palazzi, a cominciare dalle case popolari, di piante, che ci consentiranno di combattere l’inquinamento”. “Si tratta di una sfida inedita - prosegue Nardella - perché riempiremo di piante e di verde tutti i Quartieri della città, cominciando da quelli più periferici. Sono contento che uno scienziato come Mancuso abbia accolto questa proposta e che la città di Firenze sia protagonista di un piano di questo tipo”.
A questo piano per l’ambiente si affianca il progetto degli Orti Urbani, che continueranno a crescere in tutte le aree periferiche della città, aumentando la forza di questa onda verde di salute e benessere. Il Comune farà una ricognizione degli spazi idonei per ricavare orti urbani sufficienti a soddisfare le richieste di tutte le famiglie che vorranno fare domanda e che si andranno ad aggiungere alle aree già individuate:
- Quartiere 1: giardino di Palazzo Vegni;
- Quartiere 2: serre di via del Guarlone e giardino in via del Mezzetta;
- Quartiere 3: parco di Rusciano;
- Quartiere 4: ex caserma Lupi di Toscana (già previsto nel PRU); vivaio comunale; parco di Mantignano; Isole Nuove Argingrosso (ampliamento orti esistenti);
- Quartiere 5: le Piagge via Piemonte (ampliamento orti esistenti).
“Siamo molto contenti di come vengono utilizzati questi appezzamenti di terreno pubblico - afferma Nardella -, perché tutti i cittadini apprezzano molto l’idea di avere gratuitamente uno spazio da coltivare, non solo gli anziani. Vogliamo sviluppare questo progetto con un piano ambizioso: quello di garantire ad ogni famiglia fiorentina che lo voglia un orto, perché il rapporto con la terra, il recupero del valore dell’ambiente, il modo con cui noi mangiamo e le cose che mangiamo sono sempre più importanti. Firenze può essere la prima città al mondo con un progetto di questo tipo, ovvero che ogni famiglia abbia diritto al suo orto. Siamo a 880 orti e abbiamo già un piano che prevede la disponibilità di più di 5 ettari nei vari Quartieri per aggiungere altri 1200 orti. Lanceremo anche un piano da condividere con il mondo degli agricoltori affinché si utilizzino fertilizzanti sempre più sostenibili e naturali”.
Una proposta arriva da Iacopo Ghelli corre per consigliere comunale di Firenze nella lista Firenze Città Aperta: "Firenze città delle colline, delle Cascine e di Boboli, Firenze disegnata nella natura docile dei pendii e dei terreni agricoli e delle olivete ammansite dalla sapienza contadina da qualche decennio è cambiata. I quartieri nuovi si sono sempre più inseriti sotto le pendici con l’enorme espansione degli anni Cinquanta e Sessanta di Coverciano, Gignoro, Novoli...
E le strade ormai tutte asfaltate hanno fatto dimenticare ai fiorentini il rapporto quotidiano col verde e la campagna, da sempre intimo e affascinante. Firenze ancora oggi non ha un piano comunale del verde urbano ma solo un regolamento del verde. Dei brandelli sono presenti nel piano della tramvia che ha dovuto censire i luoghi che affianca e a cui porta, tra cui i giardini, ma non esiste il necessario piano complessivo.
Un piano cui si aggiunga anche la parte dell’agricoltura urbana e degli orti urbani, che tanto servono come scudo contro le speculazioni edilizie sui terreni delle periferie, a sostegno del reddito tramite l’autoconsumo e a diffondere la cultura agricola. La proposta prevede un sistema di collegamenti tra le aree verdi, i parchi, terreni e giardini, di Firenze. Da Monte Ceceri alle Cascine secondo i dettagli riportati in questo pdf.
Si crea così un verde ferro di cavallo per Firenze, fatto dei suoi parchi e giardini. Via di collegamento che cambi i nostri stili di vita e consenta di ritrovare la mobilità nel verde, ciclabile e pedonale, per tratti utili oltre che alle proprie passioni e sport, a recarsi al lavoro e a scuola, al mercato o presso uffici pubblici. Il ferro di cavallo si collega a sua volta, a est e a ovest, al parco fluviale dell'Arno. Il sistema dei parchi affiorato nel percorso partecipato San Salvi Per Tutti è stato valutato assieme al MiBAC della Toscana il quale ha lodato molto l’idea perché occupandosi di turismo ecosostenibile intende sostenere il progetto della pedociclabile che colleghi Arezzo con Pisa passando da Firenze ma si poneva il problema di come non portare anche quel turismo a impattare direttamente nel centro storico già congestionato.
Un sistema dei parchi , ben compatibile con le inclinazioni di quel turismo e dotato di attigue strutture di servizio serve a far conoscere anche la parte meno centrale ma bella e importante di Firenze. Basti pensare Al cenacolo dell’Andrea del Sarto o alle balze settignanesi e di Bellosguardo. Ma un sistema dei parchi è anche un generatore di lavoro per associazioni e cooperative di giovani, che possono gestire punti di riparazione e di noleggio per biciclette, monopattini elettrici e non, skate, pattini ecc che possono occuparsi degli asinelli della ono-terapia con i giovani psicologi coinvolti, che possono narrare le storie dei singoli parchi e presentarne le varietà arboree, floreali, officinali, che possono informare e indirizzare il turismo dei camminatori e ciclistico, che possono organizzare giornate escursionistiche delle colline e offrire attività culturali, ricreative e di ginnastiche dolci.
Una economia nel verde, del verde".
Firenze, dopo Milano, è la seconda città più circolare d'Italia per le politiche di responsabilizzazione del cittadino, pe il numero di colonnine pro capite di ricarica per le auto elettriche e i tanti cittadini impegnati nel volontariato. È quanto emerge dalla prima classifica delle città italiane più performanti sul piano della sostenibilità e dell’economia circolare, presentata oggi dal Centro di Economia e regolazione dei servizi, dell’industria e del settore pubblico dell’Università di Milano-Bicocca, durante il convegno “Il valore della Circular Economy a Milano”. "Un dato che ci conforta - commenta Francesca Mercanti,capolista + Europa Firenze - ma serve ancora più coraggio nella direzione della mobilità alternativa, fatta di pochi mezzi a motore e mezzi pubblici più flessibili, coniugando mobilità sostenibile e qualità della vita".
"La nostra idea - spiega Francesca Mercanti - è favorire ulteriormente l’uso di mezzi più lenti (biciclette, biciclette elettriche, monopattini elettrici, ma anche il percorso pedonale) all’interno di aree sicure e adeguate, coniugando mobilità sostenibile e qualità della vita. Si potrà iniziare collegando un’area verde (per esempio San Donato) con il centro storico e con un’altra area verde prossima a un parcheggio (per esempio le Cascine). Questo percorso potrà costituire la base per una possibile autostrada verde: da estendersi progressivamente come sta succedendo per la tramvia.
Occorre agire con metodo europeo: con un masterplan generale, con una sperimentazione ampia, con il coinvolgimento della popolazione, con l’implementazione delle soluzioni più valide".
È il bonus verde l’oggetto dell’incontro promosso da ANACI provinciale Firenze, Coldiretti Toscana, Symbola e Asso Floro a Fiorenze il prossimo 21 maggio all’Aula Magna della Scuola di Agraria Università degli Studi di Firenze, con l’obiettivo di creare una rete tra le diverse figure professionali coinvolte nella gestione di questo patrimonio naturale. “All’amministratore Immobiliare, spetta la responsabilità importante di coordinare e gestire le figure più qualificate per organizzare questo genere di attività mettendo i condòmini nella condizione di poter vedere realizzati i lavori”, dice il presidente di ANACI nazionale Francesco Burrelli.