FIRENZE- Il 31 marzo è l’ultimo giorno per gli Ospedali psichiatrici giudiziari, ma la chiusura sarà graduale. Per il superamento dell'Opg, l'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo, queste le soluzioni della Toscana, contenute nella delibera approvata dalla giunta regionale nel corso della seduta di oggi pomeriggio. Queste le residenze individuate per ospitare gli internati toscani che si trovano ora nell'Opg di Montelupo:
1. Istituto Mario Gozzini – Località Sollicciano Firenze – Azienda USL 10 di Firenze
2. Struttura Psichiatrica Residenziale "Le Querce" Firenze - Azienda USL 10 di Firenze3. Comunità Terapeutica "Tiziano" Aulla – Azienda USL 1 Massa e Carrara4. Struttura residenziale "Morel" Ospedale Volterra – Azienda USL 5 di Pisa5. Modulo residenziale "I Prati" Abbadia S. Salvatore – Azienda USL 7 Siena6. Modulo residenziale in struttura terapeutico riabilitativa di Arezzo – Azienda USL 8 Arezzo.
Approfondimenti
Nella delibera si stabilisce anche di impegnare la Asl 10 di Firenze ad eseguire l'analisi di fattibilità inerente la quantificazione e qualificazione degli interventi di adeguamento dell'Istituto Mario Gozzini a Sollicciano (conosciuto come "Solliccianino"), corredandola di cronoprogramma. Di attivare un tavolo regionale congiunto delle autorità coinvolte nel processo di superamento dell'OPG, coordinato dalla Direzione Generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, con la partecipazione del Provveditore regionale dell'Amministrazione Penitenziaria per la Toscana, del Presidente del Tribunale di Sorveglianza, del Direttore Generale dell'Azienda USL 10 di Firenze ed il supporto dei Settori regionali e territoriali competenti, al fine di garantire la sinergia delle azioni di rispettiva competenza e presidiare il monitoraggio ed il coordinamento degli interventi volti ad assicurare il superamento dell'OPG.
Di organizzare c orsi di formazione per gli operatori del settore finalizzati alla progettazione e alla organizzazione di percorsi terapeutico-riabilitativi e alle esigenze di mediazione culturale; riqualificare i dipartimenti di salute mentale, contenendo il numero complessivo di posti letto da realizzare nelle strutture sanitarie; predisporre percorsi terapeutico-riabilitativi individuali di dimissione di ciascuna delle persone ricoverate in Opg. Il superamento dell'Opg è uno degli obiettivi prioritari della Regione Toscana, che in questi anni ha posto particolare attenzione alle problematiche degli internati e detenuti nell'Opg di Montelupo, individuando tra gli obiettivi prioritari dei propri atti di programmazione in ambito sanitario il superamento dell'Opg attraverso percorsi socio-assistenziali e di cura da realizzarsi nell'ambito territoriale. Dal 2011 ad oggi sono stati promossi e sostenuti a livello regionale 65 programmi di dimissione dall'Opg, per favorire il rientro degli internati toscani nel territorio di provenienza.
I 65 percorsi di dimissione attivati sono stati diretti per il 73% in comunità terapeutiche psichiatriche, per il 9% in comunità terapeutiche per doppia diagnosi, il 14% in residenze sociali e il 4% al domicilio proprio o dei familiari. Con varie delibere, la giunta regionale ha stabilito il potenziamneto della rete dei servizi territoriali, l'attivazione delle residenze intermedie, la realizzazione di una residenza destinata ad accogliere i pazienti internati con misure di sicurezza detentiva (Rems: residenza sanitaria per l'esecuzione della misura di sicurezza), la formazione professionale e l'aggiornamento continuo degli operatori, l'adeguamento della dotazione di personale, il sostegno dei percorsi di dimissioni per i pazienti internati toscani e per gli stranieri senza fissa dimora. Ad oggi nell'Opg di Montelupo sono presenti 115 pazienti internati, di cui 49 toscani, il resto da altre regioni.
In più, 1 uomo toscano è nell'Opg di Reggio Emilia e 2 donne toscane sono nell'Opg di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova (l'Opg di Montelupo è solo per uomini). I pazienti di altre regioni verranno presi in carico dalle rispettive Regioni.La Regione Toscana ha individuato soluzioni innovative, basate su tre livelli:
1° livello: Rete ordinaria dei servizi territoriali
2° livello: Residenze intermedie e moduli3° livello: Residenza con sorveglianza intensiva
Per quanto riguarda i pazienti toscani, queste le soluzioni individuate:
- per alcuni di loro (14) ci sono percorsi di dimissione in corso;
- per 22, l'Istituto Mario Gozzini a Sollicciano (sorveglianza intensiva);
- 12 andranno nella struttura appositamente realizzata nel padiglione Morel presso il presidio ospedaliero di Volterra (servirà la zona da Massa Carrara all'isola d'Elba) (struttura intermedia);
- 10 nella comunità terapeutica "Tiziano" di Aulla, già funzionante (struttura intermedia);
- 8 a Le Querce, a Ugnano, Firenze (struttura intermedia);
- per l'Area vasta sud sono stati individuati 2 moduli, ciascuno di 4 posti, in due strutture terapeutico-riabilitative a Siena e Arezzo, che entreranno in funzione a ottobre.“E’ vergognoso che le Regioni, dopo oltre un anno di tempo, non abbiano ancora potenziato i servizi sanitari e reso fruibili le strutture alternative in cui trasferire i pazienti degli ospedali psichiatrici giudiziari. Molte di queste strutture alternative non sono ancora pronte, molte sono piene, la sostanza è che i malati mentali dovranno ancora stare in luoghi fatiscenti e indegni”. “Chiediamo pertanto un commissariamento delle Regioni inadempienti, tra queste la Toscana, sulla questione Opg perché finora hanno dimostrato di non riuscire a trovare una soluzione adeguata nei tempi previsti dalla legge”.“La chiusura definitiva di tutti gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari nel nostro paese rappresenta indubbiamente un segnale importante di civiltà e non possiamo che essere felici e orgogliosi di questo risultato” E’ quanto dichiara Federico Gelli, deputato e responsabile nazionale sanità Pd, commentando la chiusura definitiva degli Opg prevista per domani.
“E’ ovvio che si tratta di una decisione tanto importante quanto delicata – spiega Gelli – e non basta chiudere delle strutture al cui interno fino ad oggi hanno vissuto oltre 700 persone per considerare il problema risolto. Il nostro paese deve avviare una serie di investimenti per rendere le nuove strutture, i Rems (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza detentiva), in grado di accogliere queste persone nel rispetto del diritto alla cura e all’inclusione sociale oltre che a garantirne la misura detentiva.
A questo proposito intendo presentare un’interrogazione al Ministero della Salute e al Ministero degli Interni perché avviino un’immediata mappatura della situazione reale delle Regioni e si prendano i provvedimenti necessari per garantire la velocizzazione della procedura per quelle regioni che risultano indietro rispetto all’attuazione della legge oltre che a definire nel miglior modo possibile la filiera trattamentale per i pazienti.”