Firenze, 23-12-2024 - “Siamo a chiedervi di farvi promotori, presso le numerose società e/o cooperative che fanno riferimento alle vostre spettabili associazioni, al fine di realizzare, nelle giornate del 24 e del 31 dicembre, un orario di chiusura al pubblico che non superi, in tutte le realtà aziendali presenti nel territorio regionale, le ore 18”: è la richiesta contenuta nella lettera che i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Toscana (Stefano Nicoli, Alessandro Gualtieri e Marco Conficconi) hanno inviato a Confcommercio Toscana, Confesercenti Toscana, Legacoop Toscana, Ancc e Dmo.
“La nostra richiesta, come ben noto - spiegano i tre sindacalisti -, nasce dall’aver evinto che, in tali giornate ed orari, non si realizzano incrementi economici significativi, mentre, al contrario, aumentano i costi gestionali e le tensioni con lavoratrici e lavoratori. Intendiamo evitare, attraverso questa nostra richiesta, che in un periodo come quello delle festività natalizie, unanimemente considerato particolarmente rivolto alla valorizzazione della famiglia e della socialità con i propri cari, venga invece chiesto a lavoratrici e lavoratori di effettuare orari di lavoro che non rispondono alle esigenze primarie delle società commerciali da voi rappresentate e neppure della clientela”.
I segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Toscana concludono la lettera invitando Confcommercio Toscana, Confesercenti Toscana, Lega delle Coop Toscana e Dmo “a riflettere e far riflettere le vostre associate sul fatto che lo scarso fatturato rappresenti comunque una priorità o se, invece, la vera priorità sia il positivo clima aziendale e la conciliazione dei tempi di vita di tutti i dipendenti e le dipendenti. Siamo a richiedervi di promuovere tra le vostre associate, con estrema urgenza, una chiusura anticipata alle ore 18 in suddette giornate”.
“La richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori di attivarci per un’azione di moral suasion nei confronti degli esercizi commerciali, affinché il 24 e il 31 dicembre dispongano una chiusura anticipata alle 18 nei rispettivi esercizi, è ragionevole e posta in maniera garbata – dichiara Franco Marinoni, direttore generale Confcommercio Toscana - Per questo non ci trova ostili, tanto più che negli ultimi anni molti negozi della rete distributiva tradizionale e diversi punti vendita della grande distribuzione hanno già adottato la prassi di anticipare la chiusura nelle due giornate.
Questo avviene proprio per venire incontro alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita dei dipendenti, come sottolineato dai sindacati. Ed è raro trovare attività aperte dopo le 19 in queste date, segno di una sensibilità condivisa rispetto a questo tema. La decisione sugli orari di apertura e chiusura è comunque una prerogativa delle singole imprese, considerando che, con la liberalizzazione, non esiste una regolamentazione che imponga vincoli specifici”.
“Un intervento normativo che stabilisca regole comuni sulle aperture festive può essere senz'altro utile, ma deve essere calibrato per evitare di penalizzare ulteriormente le piccole imprese, che rappresentano un presidio fondamentale per le nostre comunità. Le attività di vicinato hanno esigenze diverse rispetto alla grande distribuzione, e per loro è vitale mantenere flessibilità nelle scelte operative. Imposizioni troppo rigide rischiano di compromettere la loro sopravvivenza”.
In merito alla proposta di legge sulla chiusura obbligatoria dei negozi durante le principali festività nazionali presentata lo scorso 17 dicembre alla Camera dei Deputati il direttore generale di Confcommercio Provincia di Pisa, Federico Pieragnoli sottolinea l’importanza di evitare imposizioni rigide che potrebbero danneggiare piccole e medie realtà imprenditoriali e negozi di vicinato
La chiusura riguarderebbe le sei festività principali: Natale, Pasqua, Ferragosto, Primo Maggio, Capodanno e Santo Stefano e Le sanzioni per chi non rispetta l'obbligo di chiusura arriverebbero fino a 12 mila euro. In caso di violazioni ripetute nel corso dell’anno, è prevista la chiusura del negozio per un periodo che può variare da uno a dieci giorni:
“Non servono imposizioni, ma soluzioni condivise che rispettino le peculiarità del nostro sistema distributivo e garantiscano pari opportunità a tutte le tipologie di imprese. Gli interventi normativi in merito alla chiusura dei negozi durante le festività nazionali richiedono un approccio equilibrato che tengano conto delle esigenze dei lavoratori e delle imprese. Ribadiamo pertanto, la necessità di soluzioni condivise che salvaguardino sia i diritti dei dipendenti sia la competitività delle attività commerciali. Il nostro obiettivo è costruire un sistema che garantisca ai lavoratori il giusto riposo, senza sacrificare la competitività delle imprese e senza mettere in crisi le piccole e medie imprese, presidio fondamentale per le nostre comunità”.