Il Piano Regionale Cave si arricchisce di percorsi di partecipazione e confronto con i soggetti appartenenti a tutte le categorie economiche e sociali coinvolte. Approvato all’unanimità dal Consiglio regionale l’ordine del giorno, a prima firma di Scaramelli, collegato all’Informativa della Giunta regionale relativa alla Variante non sostanziale al Piano Regionale Cave per l'aggiornamento degli Obiettivi di Produzione Sostenibile.
“Lo strumento regionale di pianificazione territoriale e di programmazione - commenta Scaramelli, presidente del gruppo Italia Viva - con l’approvazione di questo ordine del giorno consente alla Giunta a valutare l’importanza di attivare percorsi di partecipazione e confronto, tra cui anche i tavoli di concertazione, come necessari e imprescindibili momenti di dibattito e raffronto con tutti gli stakeholder coinvolti”.
“L’informativa presentata quest’oggi al consiglio Regionale, riguarda una variante minore per l’aumento del 5% della capacità estrattiva delle cave attive e non un aumento del loro numero ma ci sono diversi aspetti da evidenziare che ho tenuto a precisare ancora una volta in aula -dichiara Silvia Noferi del Movimento 5 Stelle- Un’attività estrattiva non può essere di fatto sostenibile perché le montagne non ricrescono, non sono erba che se piove prima o poi, ricresce.
Nel settore lapideo delle Alpi Apuane negli ultimi trent’anni si è estratto marmo quanto nei duemila anni precedenti, questa proporzione non può essere considerata sostenibile e non può essere trattata allo stesso modo l’estrazione di materiali pregiatissimi come il marmo con materiali inerti di basso costo.
Non solo, ma la stragrande maggioranza della materia prima viene esportata al grezzo senza una lavorazione sul posto arricchendo poche aziende a volte nemmeno italiane. Mi chiedo quindi di quale sostegno industriale si tratta, considerato che oggi, vede impiegate solo 600 persone nelle Apuane.
Un’altra cosa che cozza con la realtà e con la razionalità, sono gli obiettivi generali del piano, dove si leggono le seguenti testuali parole:
“La presente variante, come del resto tutto il piano già approvato, tiene in considerazione il fatto che l’obiettivo dello sviluppo sostenibile del settore estrattivo, insieme ad una adeguata protezione ambientale, possono progredire di pari passo verso una crescita economica della Regione”.
E ancora: “Gli obiettivi generali del PRC sono:
- l’approvvigionamento sostenibile e la tutela delle risorse minerarie; la sostenibilità ambientale, paesaggistica e territoriale;
- la sostenibilità economica e sociale delle attività estrattive”
A questo punto, credo proprio che la parola sostenibile sia usata in questo documento, in un modo contrario al suo significato e che forse, l’unica spiegazione è che intendano sostenibile la possibilità di semplificare l’iter per le attività estrattive, senza però nemmeno specificare nel dettaglio con quali modalità.
La recente approvazione della Direttiva Europea Nature Restoration Law, per la quale il governo italiano ha votato contro, prevede il ripristino di almeno il 30% degli habitat minacciati entro il 2030, cozza contro l’attuale situazione presente nelle cave dismesse, dove giacciono da anni rifiuti speciali di tutti i tipi come copertoni e vecchi macchinari arrugginiti; vedremo come intende attuare questa indicazione la Regione Toscana” conclude la Consigliera della Regione Toscana.