Un solo software al posto degli attuali quattro e la cartella clinica elettronica diventa unica e identica per tutte le Asl e aziende ospedaliere toscane. Una scelta strategica, finanziata con i fondi Pnrr. Una semplificazione. Ma anche un’innovazione: non più un semplice contenitore di informazioni ma uno strumento tecnologico, erogato dal cloud della Regione Toscana, con funzionalità avanzate di raccolta, interpretazione, correlazione ed analisi dei dati, in grado di fornire suggerimenti ed avvisi su rischi e scelte coerenti con il quadro clinico del paziente.
La cartella clinica elettronica unica entrerà in funzione progressivamente nei ventisei ospedali della Toscana, con la conclusione del processo per la fine del 2025: circa sei milioni di euro le risorse impegnate per l’evoluzione e l’adeguamento degli applicativi. Con una recente delibera la giunta regionale ha dato avvio ai lavori: una rivoluzione che garantirà, a regime, un flusso più omogeneo di informazione, una raccolta più efficace dei dati dei pazienti e una base comune per la ricerca scientifica.
Il software scelto per la gestione futura è quello oggi già utilizzato e diffuso nell’Asl Toscana Nord-Ovest, dalla Fondazione Monasterio di Pisa e all’ospedale Meyer di Firenze. Si tratta di uno strumento digitale sviluppato direttamente e internamente dagli informatici della Fondazione Monasterio, in formato open source e già certificato.
La Regione Toscana era già impegnata, prima del coronavirus, in un percorso di digitalizzazione, innovazione ed omogeneizzazione tecnologica del sistema sanitario. La pandemia ha accelerato ulteriormente il processo.
Per la realizzazione della cartella clinica unica è stato dato mandato ad Estar e Fondazione Monasterio, che seguiranno la realizzazione e gli sviluppi del progetto attraverso l’organizzazione di gruppi di lavoro che coinvolgano più professionisti di tutte le aziende del sistema sanitario toscano. La Fondazione Monasterio è inoltre al lavoro su un’ulteriore certificazione della cartella, come dispositivo medico, che entrerà in vigore nei prossimi anni, consentendone l’utilizzo anche in ambiti più critici, come la terapia intensiva.