Inaugurati i nuovi spazi dedicati al day hospital e agli ambulatori dell’Ematologia e del Centro Trapianti di Midollo Osseo di Careggi. L’Assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana Stefania Saccardi ha tagliato il nastro ai mille metri quadri al primo piano del Padiglione San Luca ristrutturati per ospitare complessivamente 11 ambulatori, 4 letti, otto poltrone di DH e 3 sale d’attesa.
La ristrutturazione, con un investimento di circa 1.300.000 euro, è stata realizzata rispettando le caratteristiche stilistiche del Padiglione S.Luca, uno fra gli edifici storici dell'Ospedale. “L’ematologia di Careggi – ricorda il direttore professor Alberto Bosi – nel 2018 ha erogato 18443 visite ambulatoriali, ha eseguito 1450 biopsie osteomidollari, 5930 terapie in regime di day hospital e 584 ricoveri. La nuova struttura consente di migliorare il confort dei pazienti durante la somministrazione di terapie antitumorali e le procedure invasive come le biopsie.
L’organizzazione razionale ed efficiente degli spazi e la dotazione di nuove attrezzature permette agli operatori di lavorare meglio riducendo i tempi tecnici nell’infusione dei farmaci e incrementando i livelli di sicurezza nelle attività assistenziali. Anche la ricerca e la didattica – conclude Bosi – sono ora in grado di essere valorizzate a pieno con spazi dedicati alla gestione dei numerosi protocolli sperimentali”. Renato Alterini Responsabile del DH e dell'Ambulatorio di Ematologia sottolinea il miglioramento degli aspetti di privacy del paziente che vengono implementati. Nell’ambito dell’ematologia i nuovi spazi forniscono supporto al Centro di ricerca e innovazione per le malattie mieloproliferative (CRIMM) diretto dal professor Alessandro Maria Vannucchi e all’Unità dedicata sindromi mielodisplastiche di cui è responsabile la professoressa Valeria Santini.
“Le terapie cellulari e medicina trasfusionale di Careggi – ricorda il direttore Riccardo Saccardi – eseguono una media di 115 trapianti di midollo all’anno. I nuovi ambulatori per screening e controlli possono erogare oltre 2000 visite annuali. Sono stati progettati con spazi e sala d’attesa dotati di speciali tecnologie per la protezione dei pazienti immunodepressi, che a causa delle terapie hanno minori difese naturali contro le infezioni”. "I nuovi spazi sono stati organizzati tenendo conto dei bisogni dei pazienti e dei loro familiari - ricorda Silvio Fusari Presidente Ail Firenze - la sezione fiorentina dell'Associazione italiana leucemie, linfomi e mieloma che collabora da sempre con Careggi ha sintetizzato le esigenze dei pazienti in anni di attività trasmettendo queste conoscenze per migliorare il confort dei nuovi ambulatori e delle sale di attesa".
“Continua e si intensifica l’impegno della Regione per lo sviluppo di eccellenze in ambito scientifico e assistenziale come l’ematologia di Careggi – è il commento dell’Assessore Saccardi che prosegue – si concretizza anche in questa nuova struttura l’intento di migliorare la qualità di vita dei pazienti e in particolare di quelli affetti da patologie oncologiche. L’umanizzazione delle cure, non solo attraverso l’impegno umano e professionale degli operatori, che ringrazio, ma anche con la realizzazione di ambienti confortevoli è uno fra i principali obbiettivi di una Sanità che non pensa solo all’efficienza del sistema ma soprattutto al benessere delle persone”.
Da alcune settimane, secondo quando denunciato dai sindacati, i quattro reparti di degenza medica dell’Ospedale Santa Maria Annunziata stanno attraversando una situazione di difficoltà organizzativa. I delegati dei lavoratori parlano di sovraffollamento, a seguito dell’aggiunta di posti letto, e in particolare della contemporanea mancanza di Operatori sociosanitari. Carenza aggravata dal mancato rinnovo dei contratti interinali, che avrebbe portato la dotazione di operatori sociosanitari sotto i livelli minimi essenziali: si profila addirittura per questi lavoratori l’impossibilità di fruire delle ferie e del giorno di riposo settimanale. Il rinforzo del personale annunciato nei mesi scorsi dall’Assessorato regionale alla Sanità e dalla direzione dell’Azienda ha portato al reclutamento di alcuni nuovi operatori socio sanitari, ma questi sono stati dedicati all’apertura della sesta sala operatoria dell’Ospedale, mentre sono rimasti i vuoti di organico già presenti nei reparti, dove soprattutto nelle giornate del fine settimana risulta grave la carenza di personale. La carenza di operatori socio sanitari, figura fondamentale per l’assistenza sanitaria di base dei ricoverati, sta rendendo difficile continuare a garantire un’assistenza sanitaria accettabile; inoltre l’eccesso dei carichi di lavoro accresce la possibilità di rischio clinico.
“Per questo - commenta la consigliera Spinelli (Art1-Mdp) - ho presentato alla Giunta regionale una interrogazione, in cui chiedo risposte in merito agli alla dotazione organica attuale di Operatori Socio sanitari nei singoli reparti dell’ospedale, a quella prevista e alle tipologie contrattuali. Chiedo inoltre quali azioni la Giunta intenda intraprendere, e con quali tempi, per giungere alla soluzione delle criticità segnalate dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e alla copertura delle carenze di organico, laddove queste fossero riscontrate e confermate dall’Azienda”.
Alla direzione sanitaria e infermieristica del presidio ospedaliero Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri non risulta la situazione allarmante rappresentata dal sindacato CGIL -Funzione pubblica. In particolare – si evidenzia, , non è stato rilevato alcun rischio clinico per i pazienti, regolarmente assistiti dal personale. Nessuna segnalazione relativa di avvenuti eventi avversi, ad oggi, è infatti pervenuta al Rischio Clinico aziendale. Proprio per garantire ai pazienti tutta l’assistenza necessaria il personale, anche in questi giorni, attraverso l’attivazione del piano di gestione dell'iperafflusso è stato potenziato sia per assicurare i percorsi clinici e assistenziali in pronto soccorso che i ricoveri, principalmente in area medica.
Nei setting assistenziali delle linee mediche sono stati sempre garantiti i minimi assistenziali anche del personale degli operatori socio sanitari (4 Mattina e 2 Pomeriggio), anche nei periodi di sovraffollamento con l’aumento del carico assistenziale. Il “rinforzo” del personale nelle giornate più critiche è sempre stato concordato e avvenuto con la disponibilità dei dipendenti ai quali non sono stati sottratti né giorni di ferie né di riposo. Sempre per garantire ai pazienti il ricovero le direzioni sanitaria e infermieristica, nei periodi di iperafflusso come da PGSA hanno attivato 2, o massimo 3 posti letto aggiuntivi, come erroneamente è stato scritto, ma per tutta l'area medica (sul totale di 82 posti letto) e ciò si è verificato nel mese di Gennaio solo nei primi quindici giorni.
Ad un anno dall’apertura dell’ambulatorio di chirurgia endocrina del collo (tiroide e paratiroidi) presso l’ospedale Cosma e Damiano di Pescia il bilancio dell’attività è positivo. Il nuovo ambulatorio è nato grazie alla sinergia tra il Dipartimento medico e chirurgico dell’Azienda Usl Toscana Centro, diretti rispettivamente dal dottor Giancarlo Landini e dal dottor Stefano Michelagnoli per garantire le migliori possibilità diagnostiche e terapeutiche ai cittadini residenti nell’area della Valdinievole. Sono state oltre 100 le persone visitate presso questa struttura dal dottor Francesco Feroci, chirurgo endocrino dell’ospedale Santo Stefano, e sottoposte ad agoaspirato ecoguidato della tiroide.
Dalla sua apertura l’ambulatorio di chirurgia endocrina del collo a Pescia, grazie all’impegno della dottoressa Grazia Panigada e del dottor Sandro Giannessi, direttori dell’area della medicina e della chirurgia generale, si avvale anche della stretta collaborazione con l’Ambulatorio di Endocrinologia, gia’ da tempo funzionante a Pescia, gestito dalle dottoresse Deanna Belliti, Bice Micheli ed Anita Armento coordinate dalla dottoressa Cinzia Pupilli, direttrice della struttura di endocrinologia aziendale. Oltre 20 pazienti dei 100 visitati sono stati sottoposti a successivo intervento chirurgico o a termo ablazione con radio frequenza presso l’Ospedale di Prato, centro di riferimento della Società Unitaria di EndocrinoChirurgia (SIUEC) per la chirurgia della tiroide.
“Questo ambulatorio- afferma la dottoressa Sara Melani, direttrice dell’ospedale Cosma e Damiano- ha permesso di ridurre notevolmente i disagi alle famiglie che hanno avuto bisogno di questo servizio, garantendo nel presidio non solo visite endocrino chirurgiche, ma anche l’effettuazioni di esami e la valutazione anestesiologica necessaria per gli interventi chirurgici. Ciò è stato possibile grazie alla professionalità del personale infermieristico degli ambulatori ed alla efficace collaborazione con l’unità operativa di Anestesia e Rianimazione diretta dal dottor Luca Rosso.“ “Ulteriore obiettivo è stato quello di offrire alla popolazione le migliori tecnologie ed esperienze- spiega il dottor Stefano Michelagnoli- all’ospedale di Prato viene infatti utilizzato il macchinario che permette termoablazione a radiofrequenza dei noduli tiroidei, che in casi specifici risulta una valida alternativa terapeutica alla chirurgia.“ “Questo intervento, quando indicato, è certamente più tollerato rispetto alla chirurgia tradizionale – conclude il dottor Feroci- poiché comporta minor dolore, assenza di cicatrici, riduzione dei tempi di ricovero (solo 2 ore rispetto ai 2 giorni dell’intervento chirurgico chirurgico) ed infine una capacità di recupero delle normali attività dopo 24-48 ore senza necessità di assumere successive terapie ormonali.
In altri casi abbiamo sottoposto i pazienti ad intervento chirurgico tradizionale e quando necessario anche a linfectomia del collo, mentre in alcune situazioni sono stati effettuati interventi mininvasivi innovativi come la Minimally invasive video assisted throidectomy o la tiroidectomia transorale che non lascia alcuna cicatrice e viene eseguita, oltre nella nostra azienda, in pochi altri centri italiani.”
“Ormai la carenza di personale è al limite del collasso di tutta la macchina operativa. Se la dirigenza dell’Asl Toscana nord ovest non cambia al più presto direzione, per garantire adeguati servizi al cittadino e il diritto di ferie ai lavoratori, in estate saremo costretti a chiudere dei reparti della ex Usl 2”. A lanciare l’allarme sono le segreterie delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil di Lucca che tracciano un quadro disarmante nella gestione del servizio sanitario in quello che era l’ambito della ex Usl2, ossia Lucca e la Valle.
Sono i numeri a dare la misura dell’emergenza e del caos che potrebbe scatenarsi. L’analisi dei sindacati si divide fra settori in quello infermieristico fra gravidanze, aspettative lunghe, infortuni e quant’altro c’è ormai un disavanzo di 20 infermieri fra Lucca e la Valle a cui si aggiunge anche l’assenza di una decina di Operatrici socio sanitarie. Per quanto riguarda il servizio di prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, negli ultimi anni, sono andati in pensione ben 11 tecnici della prevenzione, non sostituiti.
Inoltre sono stati persi ‘malamente’ tre operatori che hanno lavorato con vari incarichi a tempo determinato. Un tecnico è stato trasferito a Pisa e un altro lo sarà tra breve. Come se non bastasse sono andati in pensione anche un ingegnere e un medico. Quindi, a fronte di un totale di 16 uscite in ufficio oggi, operativi, ci sono 9 dirigenti medici, laureati e non, e 11 tecnici della prevenzione sul campo. Solo in questi giorni sono stati assunti un nuovo tecnico della prevenzione e un nuovo medico ma è chiaro che non basta a rimpiazzare le perdite.
A fronte di un personale ridotto all’osso, i numeri dell’attività del settore di prevenzione resta altissimo. secondo un conteggio effettuato dalla Regione Toscana sulle attività produttive e il numero di addetti nella nostra Lucchesia abbiamo un indice altissimo. La traduzione è semplice: per garantire i numeri, con il personale al lumicino, diminuisce la qualità del servizio con gli ovvi risultati. Infine, un ulteriore aggravio sulla prevenzione è la scomparsa del settore amministrativo e l’affidamento della direzione del settore un dirigente che ha sede lavorativa a Massa Carrara.
Proseguono le funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil - In pratica, il secondo polo industriale in Toscana e il polo cartario più grande d’Europa rischiano di vedere estinguere l’attività di prevenzione per la salute dei lavoratori. Stessa situazione negli altri settori come igiene pubblica –e veterinaria La musica non cambia per il settore della veterinaria e alimenti dove dall'anno scorso c’è un tecnico della prevenzione in meno. Un trasferimento non sostituito”.
L’emorragia prosegue nel reparto laboratorio: “Fra pensione e trasferimenti se ne sono andati 10 tecnici da integrare e altri 7 probabilmente se ne andranno nei prossimi mesi per gli stessi motivi. Si prevede una situazione insostenibile se non si riesce almeno ad assumere i tecnici sanitari di laboratorio biomedico attualmente incaricati”. Stessa musica per il settore radiologia, dove si registrano numeri da capogiro per mancanza dei tecnici di radiologia a tempo indeterminato. Lucca 6, Radiologia Valle del serchio 4, Medicina Nucleare Lucca 1, Radioterapia Lucca 1.
Non stanno meglio in Riabilitazione, fisioterapisti e logopedisti la cui assenza può mettere a rischio la tempestività degli interventi di riabilitazione. Inoltre a causa dell' insufficiente organico la direzione ha attivato un orario di lavoro per i fisioterapisti che li colpisce sia sotto l' aspetto economico che sotto l' aspetto di sacrificio lavorativo giornaliero, ovvero orario di lavoro penalizzante , anomalo e rabberciato per cercare di dare risposte all' utenza senza tener conto della qualità del servizio offerto.
Per ultimo C'è poi il settore degli amministrativi difficilmente quantificabili perché sono decine i pensionamenti e non si prevede nessuna assunzione, senza un'adeguata macchina amministrativa non può funzionare nessuna struttura né pubblica ne privata. “Questi i numeri a cose normali – concludono i sindacati -. Adesso aggiungiamo le assenze improvvise, le malattie nel periodo influenzale, 104 e aspettative per i figli piccoli. Infine mettiamoci le ferie estive a cui tutti i dipendenti hanno diritto: un caos completo, un quadro drammatico – concludono i segretari dei tre sindacati -.
La situazione diventerà a breve ingestibile e si rischia che per garantire il diritto di ferie dei dipendenti si prospetta la chiusura in estate di interi settori o, quantomeno, una netta riduzione dell’attività in diversi reparti con allungamento a dismisura delle liste di attesa. La dirigenza dell’Usl deve intervenire al più presto o la sanità dell’ex Usl2 andrà presto al collasso".