“Di fronte all’ennesimo episodio di violenza da parte di un paziente ai danni del personale in servizio al Pronto Soccorso di Careggi non possiamo restare in silenzio. Serve un presidio di sicurezza continuativo per tutelare chi opera in situazioni a rischio” la denuncia arriva da Paolo Porta, responsabile del sindacato autonomo degli infermieri Nursind per l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi.
“Siamo venuti a conoscenza di una aggressione – continua Porta – avvenuta domenica 19 marzo e non denunciata dalla struttura ospedaliera. Un operatore sociosanitario e un infermiere hanno subito percosse da parte di un paziente. Stiamo registrando un preoccupante aumento delle aggressioni sia di natura verbale che fisica verso il personale sanitario, soprattutto nelle aree di pronto soccorso. E spesso questi episodi non vengono denunciati”.
“Da recenti studi sia nazionali che internazionali – prosegue Porta - si evidenzia che, al di là delle patologie che colpiscono i pazienti aggressivi, una delle molle scatenanti è la scarsa conoscenza da parte dei cittadini di come funziona il sistema emergenza urgenza. Le aggressioni verbali e fisiche sono in aumento e influiscono negativamente sul rischio clinico, in un ambiente in cui l’infermiere è già sottoposto a un forte carico di stress, subisce continui demansionamenti e orari che non rispettano la normativa europea dei turni di riposo”.
“Al di là di quali siano le cause che portano un paziente o un parente ad essere aggressivo – aggiunge il responsabile Nursind - mi chiedo, che se quanto messo in atto dalle aziende, possa prevenire o ridurre atti di violenza. Mi domando se le strutture dove vengano costituiti i Pronto Soccorso siano idonee a garantire sicurezza dei lavoratori e dei cittadini che devono assistere a comportamenti aggressivi”.
“Il presidio di Polizia attivo 12 ore nei pronto soccorso non è sufficiente – attacca Paolo Porta – auspichiamo che venga istituito un servizio h24, in modo da poter intervenire subito in situazioni a rischio”.
“Il Tribunale di Ferrara – conclude Porta – ha condannato un cittadino per interruzione di servizio pubblico, per un caso simile denunciato dall’Azienda sanitaria. Perché in Toscana non avviene lo stesso? Le Aziende sanitarie devono garantire la sicurezza dei lavoratori”.