"Ho sempre sostenuto che fosse necessario un segnale concreto da parte della Banca Popolare di Vicenza per risparmiatori che hanno perso i loro soldi. Oggi in questa assemblea il presidente della BPVi Mion ha preso un impegno formale a presentare un'offerta di ristoro entro pochi giorni. forma e quantificazione di questo risarcimento non è stato detto, io ho chiesto però si faccia il massimo sforzo, ma è oggi intanto è stato fatto un passo avanti affinché ci sia un segnale di risarcimento in tempi rapidi per i risparmiatori che avevano investito con fiducia i propri soldi e da un giorno all'altro si sono trovati con niente, privati e piccole imprese in particolare".
I tre Comuni di Prato, Vicenza e Udine hanno organizzato insieme un'assemblea pubblica al teatro comunale vicentino su quanto sugli aspetti critici finanziari, economici e sociali della vicenda BpVi, che si è svolta in un clima di forte partecipazione con in molti risparmiatori in sala che hanno ribadito la propria rabbia e Preoccupazione: "Quanto è accaduto e' stato uno tsunami che ha travolto i nostri territori e ha rotto un clima di fiducia che era forte tra la comunità e la banca - ha aggiunto Biffoni -: a Prato la BPVi ha riassorbito una banca storica del territorio e noi pratesi ci siamo trovati a parlare magari con le stesse persone nel corso degli anni, in un rapporto di fiducia che ora è compromesso.
Un risarcimento serve a non troncare questo rapporto, nel rispetto dei risparmiatori e dei lavoratori, dei tanti dipendenti della banca che hanno operato con correttezza e che sono stati beffati due volte in questa vicenda". Biffoni ha ribadito anche la necessità che venga fatta giustizia: "Qui ci sono state responsabilità precise che devono essere accertare, perché chi ha sbagliato deve pagare". Sull'azione di responsabilità, oltre che sul lavoro della procura, e' intervenuto anche il presidente della BPVi Mion che ha garantito che ogni euro recuperato dall'azione di responsabilità servirà per risarcire i soci.
È davvero un momento di grave difficoltà quello che stanno vivendo e dovranno ancora vivere i tanti risparmiatori italiani.
L'assemblea degli azionisti di Banca Mps, tenutasi giovedì, ha deliberato l'aumento di capitale fino a cinque miliardi con esclusione totale o parziale del diritto di opzione. L'aumento prevede anche un'offerta pubblica di acquisto su undici proprie emissioni obbligazionarie subordinate, vale a dire bond che rischiano di essere coinvolti in un eventuale salvataggio nel caso in cui l'aunento di capitale non andasse a buon fine. L'obbligazionista che volesse aderire vende i propri titoli al Mps e riceve, a seconda del titolo, il pagamento in contanti dell'85% (per le subordinate Tier I) oppure del 100% (per le subordinate Tier II) del valore nominale.
Eccezione il bond Fresh Mps Capital Trust II che riceve il 20%. La somma, però, deve essere tassativamente utilizzata per sottoscrivere azioni Mps di nuova emissione. Il prezzo massimo di sottoscrizione è di 24,9 euro per azione, tenuto conto del raggruppamento già annunciato di 100 azioni attuali in una nuova azione. Cosa fare?
“Si tratta di un tipico caso che in teoria dei giochi prende il nome di dilemma del prigioniero -spiega Giuseppe D’Orta, responsabile Aduc Tutela del Risparmio- In queste situazioni c’è un contrasto forte tra ciò che conviene al singolo e ciò che conviene collettivamente. O meglio la scelta in teoria più conveniente per il singolo lo diventa in pratica solo se gli altri fanno la scelta opposta. Se gli altri fanno la medesima scelta, quella scelta si trasforma nella peggiore. Poiché stabilire come si comporterà la massa è un esercizio particolarmente difficile ed incerto, il modo più sensato di affrontare la scelta è quella di inserirla all’interno di un quadro di valutazione del proprio profilo d’investitore”. Per questo motivo Aduc ha già avviato la scorsa settimana uno specifico servizio di assistenza per gli obbligazionisti interessati. La "finestra" di opzione durerà solo da lunedi 28 novembre a venerdi 2 dicembre, quindi è fondamentale essere rapidi.
L’Associazione Vittime del Salva-Banche ha partecipato all’assemblea dei soci: “Dietro alla complessità tecnica di una cessione dei crediti in sofferenza ad un prezzo pari al 33%, risalendo lo schema a piramide troviamo, invece, alla fine un prezzo reale pari al 20%. Una percentuale che ci ricorda la risoluzione delle 4 banche (Banca Etruria, CariFerrara, CariChieti e Banca delle Marche), le cui sofferenze sono state cedute al 17%. Per il momento quindi MPS cede circa 27 miliardi di sofferenze lorde e ne incassa circa 5 miliardi al netto spese, prestiti ed investimenti sul veicolo, rispetto ai 9 miliardi nominalmente incassati. Altro argomento spinoso riguarda la gestione e le tempistiche con cui si informerà e si permetterà agli obbligazionisti di decidere se convertire volontariamente le obbligazioni subordinate in azioni.
Infatti, posto che solo oggi, si auspica, sia arrivato il via libera da Consob per procedere all’informativa di tutti i 40 mila obbligazionisti e i tempi utili per la conversione sono dal 28 novembre al 2 dicembre, come è possibile che in un così breve tempo si possano informare in maniera precisa e dettagliata tutti gli obbligazionisti su cosa comporta e comporterà la conversione volontaria in azioni e ancor peggio il piano B che prevede l’attuazione del Bail-in? Come potranno avere una visione chiara della situazione e fare una scelta consapevole?”