Il Corriere della Sera ha raccontato la storia del bambino recluso nel carcere di Sollicciano, una vicenda che ha commosso tutta Italia. Sono circa 40 i bambini detenuti sotto i 3 anni.
Un’interrogazione parlamentare congiunta al ministro della Giustizia per sapere “quali iniziative intenda intraprendere per risolvere il caso del bambino recluso nel carcere fiorentino di Sollicciano e consentire al piccolo di 6 anni di trascorrere una vita normale lontano dalla prigione”. A presentarla i deputati toscani Federico Gelli (Pd) e Marisa Nicchi (Sel) all’indomani della questione emersa sul dorso toscano del Corriere della Sera lo scorso mercoledì. “E’ incomprensibile – hanno detto i deputati toscani Gelli e Nicchi - come un bambino di appena 6 anni possa aver trascorso tutta la sua vita in carcere.
La burocrazia nel nostro Paese è per l’ennesima volta un ostacolo a quello che è un comune senso di civiltà ed umanità. Siamo di fronte ad una legislazione che non è in grado di garantire la dignità di una vita innocente”. “Sono anni che si discute dell’apertura della casa delle detenuti madri a Firenze, il cosiddetto Icam – hanno aggiunto i due parlamentari - Peccato che i lavori annunciati non sono mai partiti e la struttura si stia deteriorando giorno dopo giorno, mentre continua il rimpallo delle responsabilità istituzionali sulla pelle del bambino che continua a vivere a Sollicciano.
Non certo un’eccezione, visto che in Italia sono circa 40 i bambini detenuti sotto i 3 anni”. “Serve pertanto agire immediatamente – hanno aggiunto i due deputati - E per questo facciamo appello al Ministero della Giustizia affinché i finanziamenti già a disposizione per l’Icam possano essere utilizzati per ultimare i lavori. Questa storia – hanno concluso Gelli e Nicchi - è un’altra prova evidente di come sia assolutamente necessario procedere speditamente per una nuova riforma della giustizia che metta la parola fine a situazioni paradossali a cui siamo costretti ad assistere quotidianamente”.Entro la prima metà di luglio sarà terminato l’iter comunale per la realizzazione dell’Icam, il Centro di custodia attenuata per le madri detenute che sarà realizzato presso la struttura di via Fanfani messa a disposizione dalla Madonnina del Grappa.
Potrà ospitare un massimo di otto/dieci minori (da zero a sei anni) con relative mamme. Lo afferma l’assessore all’urbanistica Elisabetta Meucci. “Il Comune – spiega Meucci – ha concluso da tempo l’analisi del progetto, presentato a fine gennaio, e il consiglio comunale ha già dichiarato il pubblico interesse con l’approvazione del relativo schema di convenzione che comporta l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione. Pochi giorni fa la giunta ha approvato l’atto conclusivo del percorso urbanistico per rendere coerente il progetto con il regolamento urbanistico.
Dopo un passaggio di questo provvedimento in commissione, il via libera definitivo è previsto in uno dei primi consigli comunali di luglio. Da quel momento i lavori potranno iniziare”. “Questo progetto – conclude Meucci – è stato molto complesso e il Comune ha fatto la propria parte. Per noi l’apertura di una ‘casa famiglia’ per detenute con bambini piccoli è una svolta sociale molto importante e un segno tangibile di umanità e rispetto per i più deboli”.