Abbiamo intervistato i Bad Habits, tribute band Thin Lizzy, in sala prove durante la preparazione per il concerto del 22 febbraio al Santomato Live Club. La formazione, fiorentina, a cinque vede al basso Claudio Rogai, alle chitarre Francesco Bottai e Giacomo Guatteri, alla batteria Eugenio Nardelli e alla voce Simone Meoli.
Claudio Siamo molto contenti di tornare sul palco; per noi non è facile suonare dal vivo, perché un tributo ai Thin Lizzy è particolare, sono un grande gruppo rock anni ‘70/’80 ma non molto conosciuto qui in Italia. Ma il nostro amore per i Lizzy è troppo grande, e quindi noi lo facciamo questo tributo, quasi fosse una “meditazione spirituale”! Oltre a questa band, ognuno di noi ha altre esperienze musicali diverse in corso, ma qui ci riuniamo per divertirci in maniera sana.
Francesco La genesi di questa tribute band è l’amore infinito per i Lizzy di Francesco e Claudio, che per caso una sera del 2012 si sono trovati a parlare di questa passione comune; ognuno di loro aveva poi qualche altro amico musicista da coinvolgere, e non è stato difficile aggiungere la seconda chitarra, batterista e vocalist. Abbiamo un repertorio pronto di un’ora e quarantacinque minuti, ma che ancora non abbiamo mai eseguito per intero, perché non ci sono locali che ci abbiano fatto suonare così tanto.
Claudio Una sola volta siamo riusciti a suonare per un’ora e mezzo, in un pub. Ai concerti però succede che chi non conosce i Lizzy, ci chiede dove poter comprare i nostri cd! Sì, perché la musica dei Lizzy quando la senti non puoi non amarla.
Francesco Claudio è uno dei maggiori collezionisti al mondo di materiali sui Lizzy, forse lo batte solo la mamma di Phil.
Claudio Sono un maniaco collezionista dei Lizzy, non solo di dischi e libri, ma anche di bassi e amplificatori del tipo suonato da Phil Lynott, fondatore e appunto bassista, oltre che voce, dei Thin Lizzy.
Giacomo Noi altri non avevamo inizialmente la stessa passione per i Lizzy di Claudio e Francesco, ma l’abbiamo velocemente maturata suonandone la musica, rendendoci così conto di quanta sostanza e qualità ci sono nelle loro canzoni.
Francesco Ci sono tre aspetti fondamentali nella musica dei Lizzy: ritmo, che può essere funky, hard, o melodioso; lirica, con testi quasi poetici; semplicità, che si esplica nell’essenzialità della complessità compositiva. Sì, la musica sembra apparentemente semplice, i Lizzy non hanno mai vissuto di architetture complesse, cercavano l’essenziale attraverso l’essere eccezionalmente bravi nell’eseguire i proprio brani. Rendere il rock, un certo tipo di musica, semplice è molto più difficile in ensemble che fare cose complicate, con assoli, richiami virtuosi.
Claudio I Lizzy hanno scritto musica incredibile in tutti i periodi della loro carriera, che è molto lunga e anche molto varia, quasi ogni album è un caso a sé; molto dipende dal suono che gli davano i chitarristi presenti, molti si sono alternati
Francesco Le chitarre gemelle dei Lizzy sono famose! Nei primi tre album c’era un solo chitarrista, Eric Bell, ma al quarto Phil ha sentito il bisogno di ampliare il sound con una coppia di chitarre.
Giacomo Suonare queste chitarre a coppia è un’esperienza davvero bella, fa star bene. C’è una ricchezza di suono e una capacità strumentistica notevole. I pezzi, che sembrano semplici, in verità sono molto impegnativi da suonare.
Francesco Il brano più famoso dei Lizzy, The boys are back in town, in realtà è anche uno dei più tecnicamente difficili, anche per il cantante.
Simone Sono l’ultimo arrivato nei Bad Habits, e il concerto al Santomato è il mio debutto live con il gruppo; sono davvero molto emozionato!
I Bad Habits hanno aperto il concerto di Mark Boals con The Holy Divers, e nella mezz’ora a loro disposizione ci hanno regalato alcuni dei brani da loro più amati dal vastissimo repertorio dei Thin Lizzy. Sin dalle prime note di Jailbreak, che ha aperto lo show, siamo stati catapultati in un universo musicale rock vero, sanguigno, senza compromessi. I brani dei Lizzy e i Bad Habits si fondono come fossero una cosa sola, sì perché questa musica è evidentemente radicata profondamente dentro di loro, e lo show non è emulazione, ma vero tributo, senza artifici e compromessi.
La scaletta è proseguita con Emerald, Waiting for an alibi, Johnny the fox meets Jimmy the weed, Suicide, Sun goes down, The boys are back in town.
A presto, Bad Habits!
Foto di Francesca Cecconi