Dal 28 marzo 2014 commercianti e professionisti saranno obbligati ad accettare pagamenti con il bancomat per transazioni superiori a 30 euro. Fino al 30 giugno 2014 saranno sottoposte alla norma solo le attività con fatturato superiore ai 200 mila euro ma entro il 26 giugno 2014 è possibile che venga pubblicato un ulteriore decreto per i soggetti per adesso esclusi. È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.21 del 27.01.2014 il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, con il quale espressamente si stabilisce che l’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito si applica a tutti i pagamenti di importo superiore a 30,00 euro disposti a favore di imprese e professionisti, per l'acquisto di prodotti o la prestazione di servizi. Il decreto entrerà in vigore decorsi 60 giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, quindi per fine marzo. Per il momento e fino al 30 giugno 2014 l'obbligo riguarderà soltanto i soggetti il cui fatturato dell'anno precedente sia stato superiore a 200.000,00 euro. Sarà infatti necessario un successivo decreto, da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto in oggetto, per definire le modalità di adeguamento per i soggetti con fatturato inferiore a 200 mila euro inizialmente esclusi.
Il decreto che verrà emanato potrà pertanto fissare nuove soglie minime di importo e nuovi limiti minimi di fatturato. Ma, cosa ancora più importante, con il futuro decreto potrà essere prevista l’estensione dell’obbligatorietà di pagamento agli strumenti di pagamento basati su tecnologie mobili Le finalità Il provvedimento in oggetto è stato emanato in attuazione dell’art. 15 del decreto legge n. 179 del 2012 (il cosiddetto “Decreto Crescita 2.0”). Tuttavia, sebbene le finalità inizialmente previste erano quelle di favorire i consumatori nei pagamenti, ridurre l’uso del contante per accrescere tracciabilità e sicurezza delle transazioni, il nuovo obbligo aveva sin da subito destato moltissime perplessità, soprattutto tra i professionisti, i quali vedevano nel nuovo adempimento un ennesimo, inutile, costo. Gli scenari futuri quali sono? "Da una prima lettura del decreto non può che confermarsi l’idea che il problema sia stato semplicemente rimandato e non potranno che continuare le richieste (in alcuni casi, vere e proprie proteste) da parte delle associazioni professionali. Gran parte dei professionisti non potranno che rimanere in attesa del successivo decreto, che, almeno in linea teorica, dovrebbe vedere la luce intorno alla fine di giugno" Risponde a Nove da Firenze il dott.
Piero Ciampolini, iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Firenze. “Un vincolo – commenta Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana - che, se da una parte imprime modernità ai servizi della rete distributiva italiana portandoli ai livelli internazionali, d’altra parte suona come un nuovo balzello per imprenditori e professionisti e un regalo al sistema bancario da parte del Governo. “Se la norma è stata fatta con l’intenzione di rendere più efficienti, comodi e sicuri i pagamenti, oltre che rintracciabili, allora vanno anche calmierate le commissioni bancarie sulle transazioni con il Pos.
Da noi sono ancora troppo alte. Gli unici a perderci saranno ancora una volta i commercianti”, continua Marinoni. “Il decreto “Salva Italia” del dicembre 2011 prevedeva la revisione delle commissioni bancarie per il POS, che non mi risulta abbia ancora avuto un suo decreto attuativo. Per avere il Pos in negozio si arriva a pagare un canone di 15-20 euro al mese, oltre alle commissioni su ogni transazione: spese basse per il bancomat (0,50-1%), più alte per le carte di credito (dall'1 al 3-4%).
Per una struttura commerciale che fattura sui 500mila euro l’anno si tratta di una spesa di 15.000 euro annui!” “Ma i problemi maggiori riguardano ovviamente i piccoli commercianti”, precisa Marinoni, “molti dei quali sprovvisti di Pos proprio alla luce dell'entità irrisoria dei singoli pagamenti che ricevono, e i professionisti, come commercialisti e avvocati, che non sempre dispongono dei sistemi per l'accettazione di pagamenti con moneta elettronica.” “Di nuovo un aggravio, quindi, per i già tartassati piccoli esercenti.
E’ nel nostro interesse favorire la clientela e i consumatori in genere – conclude Marinoni - ma certo i consumi non ripartiranno per la presenza di qualche pos in più. E’ urgente far ripartire l’economia tagliando le tasse e il costo del lavoro invece di accatastare vincoli e obblighi sulle spalle delle piccole imprese”. Confcommercio Toscana – per gli imprenditori che erano in attesa di conoscere meglio la norma - sottolinea che l’obbligo:
· si riferisce alle carte di debito, ovvero ai bancomat – non alle carte di credito, che per adesso non vengono nominate; · fino al 30 giugno 2014 sarà riferibile solo gli esercenti e ai professionisti il cui fatturato dell’anno precedente è superiore a 200 mila euro; · si applica solo ai pagamenti superiori ai 30 euro · L'obbligo riguarda il venditore e non l'acquirente, che dunque potrà continuare a pagare anche con altri strumenti come il contante, l'assegno o il bonifico.