Fauna selvatica fuori controllo in provincia di Siena. I lupi, sempre più affamati, colpiscono nel cuore della Tenuta La Fratta a Sinalunga, dove hanno fatto una strage. Quasi tutti uccisi, infatti, gli animali della fattoria didattica che si trova all’interno della storica azienda agricola senese. A rischio posti di lavoro e l’attività che sarebbe dovuta ripartire ad aprile. Nel giro di pochi giorni, a più riprese, i lupi (ne sono stati avvistati due), si sono introdotti nel ricovero che ospitava le numerose bestiole dedite ormai da tempo ad animare le gite e le visite di centinaia di studenti toscani e non.
Nella stalla c’erano capre (almeno otto), pecore (sette/otto), polli, pulcini, oche, anatre, tacchini, maiali di cinta senese, un cavallo, un ciuco, pavoni, conigli e tanti altri. In poche notti tutto questo è diventato solo un ricordo, perché sono davvero pochi i superstiti sopravvissuti alla furia dei predatori. A parte il cavallo e il ciuchino, ben poco e rimasto in vita. La ferocia dei lupi, inoltre, è stata davvero tanta, con carcasse di animali brutalmente dilaniate, interiora di fuori e sparse in giro, carni sbranate e sangue dappertutto.
Una scena cruenta e macabra che a più riprese si è presentata agli occhi della titolare dell’azienda. La signora Giuliana Galeotti Ottieri che guarda sconsolata, affranta e dispiaciuta verso quella stalla ormai quasi disabitata. «Non riesco ancora a capacitarmi di tutto questo – spiega la signora Ottieri – raccontando che i primi a sparire sono stati cinque piccoli capretti. La loro mamma, piena di latte, ha sofferto moltissimo per il fatto che non poteva più nutrirli.
Mi sento ancora più affranta al pensare che dal due aprile si aspettavano già oltre un centinaio di bambini per le visite, le merende e i laboratori, ma l’attività ormai è compromessa e la vedo dura riuscire a rimettere tutto in piedi per la primavera. E poi, se i lupi tornano a fare le loro incursioni? Siamo di nuovo punto e a capo». Non solo. I pochi animali rimasti sono impauriti e la preoccupazione adesso è che i lupi affamati possano entrare nella stalla della chianina, dove ci sono ben 400 capi.
La Fratta, oltre alla fattoria didattica che è la punta di diamante di una importante attività turistico ricettiva, è anche una stalla storica conosciuta in tutta Italia per l’allevamento della chianina. Vi si fa selezione ormai dal 1934. Non solo. La fratta è un'azienda faunistico - venatoria, una delle migliori e più importanti della provincia di Siena, che ha come scopo la cattura di animali da riproduzione come lepri e fagiani che vivono tranquilli nel loro habitat, potendo procreare proprio perché si trovano in un'area protetta.
Da un sopralluogo è stato rilevato come questi animali siano vistosamente diminuiti, con grave danno economico all'azienda. Gli animali con la comparsa dei lupi si sono spostati altrove perché si sono sentiti minacciati. Quindi, al danno agli animali della fattoria didattica si aggiunge anche quello legato alla selvaggina. «Non ce l’ho con i lupi – aggiunge Giuliana Galeotti Ottieri – ma ce l’ho con chi sostiene che bisogna tutelare solo i lupi. E agli imprenditori agricoli chi ci pensa? Se non si vogliono abbattere, i lupi potrebbero essere catturati e spostati in zone più isolate o in apposite riserve, lontano dalle aziende agricole e dai centri abitati.
Le istituzioni prevedono contributi per la realizzazione delle recinzioni, ma non servono a niente perché sono brutte, deturpano il paesaggio e spostano solo il problema da un terreno ad un altro. Non parliamo poi degli indennizzi: oltre al danno anche la beffa». Tutto questo è spia di una situazione ormai totalmente fuori controllo nel senese, come sostiene da tempo con forza l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena (Confagricoltura). «Denunciamo la pericolosità di questi noti predatori – sottolinea preoccupato Alessandro Cinughi de Pazzi, presidente dell’Unione – in quanto la fame e l’alto numero di esemplari li spinge ormai indisturbati fin dentro le fattorie, dove abitano anche molte famiglie con bambini.
Nel caso de La Fratta, la struttura didattica colpita si trova nel cuore del borgo, la parte più abitata, dove si svolge anche l’attività ricettiva, con tanti turisti (150 posti letto) e visitatori». «Confagricoltura ormai da tempo evidenzia questo enorme problema – afferma Cinughi – ma non siamo mai riusciti ad avere risposte e risoluzioni. Le norme esistenti non ci danno modo di tutelarci e gli Enti e le Istituzioni dovrebbero avere a cura i problemi della gente. Ma niente di fatto e adesso non ne possiamo più.
Sicuramente gli agricoltori, che hanno la memoria lunga, se ne ricorderanno alle prossime elezioni». «L’Unione – conclude Cinughi – continuerà la sua battaglia nei confronti di Enti e Istituzioni preposti alla gestione di fauna selvatica come ungulati e lupi, che fino ad adesso non hanno ottemperato a quanto richiesto ormai da anni alla nostra organizzazione». Fabrizio Calabrese