L'assessore Sergio Givone ha voluto comunicare lo stato dei fatti in merito allo "studio di fattibilità" in corso per la creazione di un unico soggetto che svolga il ruolo di Mecenate culturale fiorentino. Tema importante se non fondamentale per una città che intende rilanciarsi nel turismo, che ha ottenuto risultati tangibili con l'aumento delle visite nei musei civici, e che ha investito nel settore dell'intrattenimento per produrre un circolo virtuoso economico da mantenere in città. Un assessore con portafoglio? Un sindaco con superdelega alla Cultura? Una Fondazione? Una cooperativa di artisti di strada? Una esternalizzazione selvaggia? Durante il Consiglio comunale fiorentino sono insorti dubbi impossibili da fugare nell'immediatezza del momento.
Il discorso di Givone è risultato essere di difficile interpretazione infatti, tanto che lo stesso assessore è dovuto intervenire per tranquillizzare tutti e per aggiungere che si tratta di una proposta "Acerba se non acerbissima" perché ancora da discutere. Nonostante questo l'assessore, sfidando anche le aspettative di alcuni esponenti del PD, si è voluto esporre e dare notizia dei passi fatti. Scongiurato dunque, quello che alcuni consiglieri avevano individuato come un "pericolo di una decisione dall'alto" che avrebbe bypassato il consiglio operando direttamente sulla proposta di un componente della Giunta o dello stesso sindaco.
Soprattutto sono finiti nel mirino i termini "razionalizzazione e riduzione dei costi" relativi a quelle realtà culturali in cui vi è una partecipazione del Comune di Firenze.
I consiglieri comunali, udita la relazione dell’assessore Givone sulla costituzione di un soggetto unico della cultura. Considerata l’importanza degli aspetti di contenuto della cultura nella vita della città e dell’aspetto istituzionale di questa proposta. Demanda alla commissione Cultura integrata dai capigruppo consiliari di esaminare e discutere dei contenuti del provvedimento in modo da coinvolgere il Consiglio comunale a fornire all’amministrazione comunale il necessario supporto di proposte prima della presentazione della delibera“Il Consiglio comunale, votando un ordine del giorno presentato da Valdo Spini e da me sottoscritto, ha di fatto frenato l'operazione annunciata in aula dall'assessore Givone e anticipata dal sindaco Renzi”.
Lo dichiara la consigliera De Zordo di perUnaltracittà che aggiunge: “La formazione di un non meglio definito 'soggetto unico' si dovrebbe sostituire all'assessorato e vedersi consegnare circa 21 milioni di euro l'anno per gestire tutti i vari settori della cultura cittadina. Un ente (associazione? fondazione? Non è dato sapere anche se qualche idea ce la siamo fatta) con a capo il Sindaco, come ha tenuto a precisare l'assessore, ma che per sua natura prenderebbe decisioni e gestirebbe le risorse in modo autonomo, bypassando il consiglio comunale e escludendo qualunque dinamica democratica e trasparente”. “La decisione del Consiglio di affrontare in tempi brevi il tema della gestione della cultura in commissione, così da non vederselo arrivare già confezionato magari con una delibera di Giunta, consente almeno di poter articolare meglio proposte alternative a quella che di fatto è una esternalizzazione della cultura a Firenze” prosegue De Zordo che conclude: “Preoccupa il modello di gestione di un ambito così importante per questa città sostenuto dal Sindaco, tanto più vista la sua propensione a considerare la cultura più che altro come fruizione commerciale e turistica del patrimonio culturale esistente, trascurando l'ambito della produzione culturale e della qualità dei servizi culturali, come dimostra la vicenda dei dipendenti delle biblioteche comunali che proprio ieri hanno manifestato sotto Palazzo Vecchio.
Evidentemente su questi temi preoccupazioni in materia sono state condivise anche dalla sua maggioranza, come ha dimostrato il voto di ieri in Consiglio”. L’idea di un soggetto unico per la cultura a Firenze era stata proposta dal sindaco Matteo Renzi alcuni mesi fa. Gli uffici si sono messi al lavoro e hanno compiuto una mappatura totale di tutto quello che di culturale viene prodotto o diffuso in città, senza dimenticare le infrastrutture culturali in corso di realizzazione, come il museo del Novecento, o di acquisizione in proprietà da parte del Comune, come il nuovo Parco della Musica. Il progetto prevede un percorso graduale che potrà svilupparsi per fasi successive.
Si parte ‘in casa’, ovvero con la riorganizzazione delle attività e dei servizi culturali che attualmente sono gestiti in forma diretta dall’ Amministrazione (archivi, musei, biblioteche). Sotto questo profilo, il Comune potrà procedere alla gestione di tali servizi o attraverso la riqualificazione di un soggetto giuridico esistente o attraverso l’affidamento dei servizi in questione ad un soggetto esterno all’amministrazione scelto tramite procedura di evidenza pubblica. In linea di massima si ritiene di dover valutare prioritariamente la prima ipotesi.
Allo stesso soggetto potrà poi essere affidata la gestione delle infrastrutture culturali in corso di realizzazione o di acquisizione in proprietà da parte dello Stato (Parco della Musica, Forte Belvedere, caserma Tannini). Una particolare attenzione dovrà essere dedicata alla valutazione delle modalità di gestione del Nuovo Parco della musica, a causa della sua oggettiva complessità e dei costi. Per quanto riguarda infine la riorganizzazione delle attività culturali prodotte da enti e/o soggetti giuridici che vedono la partecipazione a vario titolo dell’amministrazione insieme ad altri soggetti pubblici o privati, il Comune potrà puntare a costituire una ‘cabina di regia’ che consenta di ottenere una razionalizzazione del sistema e una riduzione dei costi.