Si sono svolti stamattina a Firenze agli Stati Generali dell'Informazione precaria. Le "buone pratiche" del giornalismo sono state il tema del dibattito in piazza dei Ciompi, a partire dalle 9.30. "Solo il 19,1% degli oltre 106.000 iscritti all’Ordine, meno di 1 giornalista su 5, ha un contratto di lavoro dipendente, peraltro sempre più a rischio. Il resto è una giungla retributiva imbarazzante, il far west del lavoro autonomo, soprattutto precario e free lance. Il mondo delle collaborazioni è senza diritti, con giornalisti precari trattati a volte peggio di chi raccoglie pomodori: 50 centesimi per il web, due-tre-cinque euro per la carta stampata.
Ma il precariato non è oggi un problema solo per giovani. In genere i collaboratori storici sono tra i 30 e oltre i 50. Il Governo con il Sottosegretario Legnini sta lavorando per stabilire a breve l'equo compenso per ogni articolo con una white list degli editori che lo applicano. Un obiettivo che rappresenterebbe già un'importante conquista. Ma il tema della precarietà trova soluzioni nel Job Act presentato dal segretario del Pd Matteo Renzi, un'occasione straordinaria per dare una svolta al settore semplificando le regole attualmente esistenti e le varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino indigeribile, dando vita a tutele crescenti e un contratto di inserimento".
Lo ha detto il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis intervenendo.