La presenza di un acquirente per Seves disposto a tenere aperto lo stabilimento fiorentino una notizia importante per Firenze, per la Toscana e per l’Italia sarebbe accolta con un applauso dalle istituzioni. "I lavoratori della Seves, a cui va la mia solidarietà, sono ormai in cassa integrazione da oltre un anno e dal prossimo 9 giugno non potranno più contare sugli ammortizzatori sociali" così la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. "Di fronte alla scelta di chiudere lo stabilimento di Castello e lasciare così 97 famiglie senza uno stipendio, oppure a quella di riprendere la produzione e mantenere lo stabilimento aperto, a maggior ragione in un momento di difficoltà economica per il nostro Paese, non si può rimanere indifferenti all’opportunità di difendere o meno 97 posti di lavoro.
Nella scelta della ripresa dell’attività di Seves non c’è solo il fondamentale tema della difesa dei posti di lavoro, c’è anche la questione fondamentale del rilancio dell’industria del nostro Paese. Per tornare a crescere l’Italia deve rilanciare e valorizzare i propri prodotti di qualità. E deve tutelare e investire sulle capacità, le competenze e le esperienze di lavoratori come quelli che fino ad oggi hanno appunto creato questi prodotti di qualità, come lo è il vetro mattone di Seves, che è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
E’ compito della politica dare avvio a politiche che favoriscano crescita economica e occupazionale, ma tutti gli attori devono contribuire a rilanciare il sistema Italia. Spero quindi che possa essere accolto l’appello lanciato alcuni giorni fa dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, a considerare la proposta di chi si è detto disposto a mantenere aperto lo stabilimento fiorentino. E spero davvero che Seves possa avere, nel futuro prossimo, una proprietà intenzionata a tutelare l’esperienza industriale di questa azienda e a rilanciarne il prodotto, così che i lavoratori possano tornare a occupare il loro posto di lavoro e che l’economia italiana possa tornare a contare su un marchio garanzia di qualità come quello di Seves.
Io starò in campo per sostenere questa scelta e ogni iniziativa che, con i sindacati ed i lavoratori, oltre che con le istituzioni locali, si renderanno utili e necessarie per dare un futuro alla competitività dell'azienda e all'occupazione". Il PSI è fiducioso sulla riuscita dell'operazione che dovrebbe portare all'acquisto di Seves, da parte del Fondo Opera, che sembrerebbe intenzionato ad investire sull'azienda fiorentina. "Il sen Riccardo Nencini, valuterà l'opportunità, stando all'evolversi della situazione, di presentare al Senato un'interrogazione insieme ai colleghi di PD e SEL" così Federico Perugini Vicepresidente Q5 "Seves oltre ad un'importante realtà industriale, è parte integrante del tessuto sociale di Castello.
Il Quartiere 5 infatti come ricordato dalla sen Petraglia in conferenza stampa, che ringrazio, si è da subito attivato per essere il luogo di confronto tra le parti in causa, fin dal 2009". Nel 2009 gli operai di Seves alla pedonalizzazione di piaza Duomo consegnarono al sindaco Matteo Renzi (foto a lato) un manufatto artigianale in vetro: un vetromattone con la serigrafia di Palazzo Vecchio, invitando Firenze a prendersi a cuore il caso della vetreria fiorentina con sede a Castello. “La vicenda della Seves sta particolarmente a cuore all’amministrazione comunale.
Tutti insieme, e ognuno per la sua parte, ci stiamo adoperando perché continui ad essere attiva e non chiuda”. Lo ha scritto l’assessore allo Sviluppo economico Sara Biagiotti in un messaggio che ha inviato questa mattina alla Camera del lavoro, in Borgo dei Greci, dove si è tenuta una conferenza stampa per fare il punto sulla Seves. “L’azienda di Castello, patrimonio importante del nostro territorio, è apprezzata in tutto il mondo per la qualità del vetro mattone prodotto - ha continuato - e noi non possiamo permetterci di perderla.
La Seves, grazie anche alla professionalità dei propri dipendenti, ha legato il proprio nome agli architetti più conosciuti nel modo - ha aggiunto -, tra cui Renzo Piano e Rafael Moneo, realizzando mattoni di vetro per rivestire alcune delle più importanti strutture di architettura contemporanea. Un esempio è la Maison Hermès progettata da Renzo, che si erge nel centro di Ginza, a Tokyo”. “Abbiamo visto con fiducia il fatto che le banche, che di fatto controllano l’azienda - ha proseguito -, abbiano accolto l’appello del sindaco Matteo Renzi a valutare anche un’altra offerta oltre a quella del fondo d’investimento tedesco Triton”.
“Firenze non si può privare della Seves - ha concluso - e lavoreremo per cercare di farla continuare ad essere operativa sul territorio” "La salvezza della Seves può essere a portata di mano, se le banche si prenderanno l'impegno di valutare con serietà il piano industriale che sta alla base dell'offerta italiana per l'acquisizione dell'azienda. Per salvaguardare un'eccellenza del made in Italy, come il vetromattone prodotto dallo stabilimento fiorentino, abbiamo già predisposto un'interrogazione che presenteremo al Ministro competente , sia al Senato che alla Camera, e confidiamo che le archistar nazionali sappiano valorizzare questo materiale di grande pregio, come ha già fatto Renzo Piano realizzando la Maison Hermes di Tokyo".
È quanto ha dichiarato la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi, intervenendo questa mattina alla conferenza stampa sulla Seves, convocata dalla CGIL alla Camera del Lavoro di Firenze. "Siamo di fronte non solo al dramma di 97 persone che rischiano di perdere il lavoro - ha concluso la senatrice Di Giorgi -, ma anche al pericolo di impoverimento di un territorio che rischia di vedere cancellato un pezzo della sua storia imprenditoriale. É per questo che c'è stato un impegno forte del sindaco Matteo Renzi per cercare di salvare quella che è un'eccellenza del made in Italy e una forza ancora viva del nostro tessuto produttivo".