Il consiglio comunale ha votato oggi la delibera per l’acquisizione formale della proprietà del terreno dove è stato realizzato il Nuovo Teatro dell’Opera, nell’ex area ferroviaria di Porta a Prato. Si tratta dell’ultimo atto di una operazione che parte da lontano, ovvero dall’accordo tra Comune, Provincia, Regione e Ferrovie dello Stato per la realizzazione del nuovo Parco della Musica, che prevedeva tra l’altro l’impegno del gruppo FS a dare al Comune la disponibilità dell’area prima del formale passaggio di proprietà, per permettere l’avvio dei lavori.
Per l’acquisto sarà utilizzata una piccola parte delle risorse frutto degli accordi sull’Alta velocità, che verrà ‘congelata’ e restituita all’amministrazione quando sarà approvata la variante urbanistica per la riqualificazione delle aree ex ferroviarie di Porta a Prato (condizione questa che era uno dei termini dell’accordo iniziale). “Con questa operazione – spiega l’assessore al Patrimonio Elisabetta Meucci – portiamo a compimento un percorso molto importante per la città.
Da un lato rendiamo possibile quanto già deciso dal consiglio comunale sulla patrimonializzazione della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, tramite il conferimento di una parte del nuovo teatro (contribuendo così ad eliminare le criticità patrimoniali); dall’altro permettiamo il recupero di una importante area del nostro territorio”. Questo invece l’intervento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo: “135.000 mq, pari a 25 campi da calcio, sarebbero stati edificati a Firenze se fosse andato in porto l'inaccettabile Protocollo d'intesa sottoscritto nel 2008 da Regione Toscana, Provincia e Comune che concedeva alle Ferrovie dello Stato s.p.a.
di poter costruire in alcune delle zone più prestigiose della città. All'epoca si levarono, insieme alla nostra, numerose voci critiche contro un'operazione che non prevedeva certo il recupero di aree ferroviarie dismesse da mettere a disposizione della collettività ma pura speculazione immobiliare in zone quali Porta a Prato, viale Belfiore, Centrale del latte, Campo di Marte e Romito. E Ferrovie cosa doveva dare in cambio alla città? Cedere al Comune di Firenze solo i mq per la realizzazione della nuova sede del Maggio Musicale Fiorentino.
Poco, pochissimo se si considera che Ferrovie da anni doveva decine di milioni di euro di infrastrutture stradali e ferroviarie che addirittura rischiano di non essere mai realizzate, e ha accumulato una serie di inadempienze nella realizzazione di interventi previsti dagli accordi per l'Alta Velocità. Oggi, dato che la variante urbanistica prevista dall'Accordo del 2008 per fortuna non è andata in porto, il Comune deve comunque corrispondere a Ferrovie il costo di 17 milioni di euro per l'area su cui nel frattempo è stata costruita quella cattedrale nel deserto che è il Teatro dell'Opera.
Ricordiamolo: in tempi di austerità e di tagli al FUS, 260 milioni di fondi pubblici per una scatola ancora inutilizzabile a cui mancano decine di milioni, con l'aggravante dei grandi giri di affari della 'cricca', i costi superlievitati, la Magistratura che ha aperto indagini. Infine la variante urbanistica arriverà, come si affanna a assicurare l'amministrazione, anche se ridotta a un po' più di un terzo: son sempre 50.000 mq su cui Ferrovie potrà edificare in zona di pregio aggiungendo nuovi appartamenti e vani che si andranno a aggiungere all'enorme patrimonio di invenduto che si va accumulando anche in questa città.
Operazione cha va chiamata per quello che è: non qualificazione ma speculazione”.